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Quali Paesi hanno la sovranità alimentare in Costituzione

| 24 ottobre 2022
La dichiarazione
«La sovranità alimentare è un principio che nazioni guidate da governi socialisti hanno inserito in Costituzione, come l’Ecuador e il Venezuela»
Fonte: Il Giornale | 24 ottobre 2022
ANSA
ANSA
Verdetto sintetico
Il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare ha ragione a metà.
In breve
  • L’espressione “sovranità alimentare” non ha una definizione univoca, ma fa generalmente riferimento a modalità di produzione alimentare che rispettano l’ambiente, le culture e le tradizioni delle popolazioni locali. TWEET
  • L’espressione è esplicitamente citata nella Costituzione dell’Ecuador, ma non in quella del Venezuela, che comunque contiene passaggi che rimandano al concetto di sovranità alimentare. TWEET
  • Gli altri Paesi che hanno la sovranità alimentare in Costituzione sono Nepal, Egitto e Bolivia. TWEET
Il 24 ottobre, in un’intervista con Il Giornale, il nuovo ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida (Fratelli d’Italia) ha difeso il nome del suo ministero, presente anche nel governo della Francia. Tra le altre cose, Lollobrigida ha dichiarato che Paesi con «governi socialisti», come Ecuador e Venezuela, hanno introdotto il principio della “sovranità alimentare” nelle loro costituzioni. Il neo ministro ha ripetuto la stessa affermazione anche in altre due interviste, pubblicate il 23 ottobre dal Corriere della Sera da Il Messaggero.

Abbiamo verificato e Lollobrigida ha ragione a metà.

Che cos’è la sovranità alimentare

A livello internazionale non esiste un’unica definizione del principio della sovranità alimentare. Il termine è stato utilizzato per la prima volta nel 1996 da Via campesina, un’organizzazione internazionale con sede in Belgio che riunisce e sostiene oltre 200 milioni di agricoltori in tutto il mondo, in un manifesto preparato in occasione della Conferenza mondiale sul cibo, organizzata a Roma dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao). Nel documento, Via campesina definisce la sovranità alimentare come «il diritto di ogni nazione a mantenere e sviluppare la capacità di produrre il cibo necessario, rispettando la diversità produttiva e culturale» del territorio e delle persone che lo abitano.

In particolare, secondo Via campesina, per raggiungere la sovranità alimentare è necessario riformare le politiche agrarie in chiave democratica, per restituire la proprietà dei terreni a chi li lavora; proteggere le risorse naturali; riorganizzare i commerci per dare precedenza alla soddisfazione del fabbisogno interno dei vari Paesi, e non all’export; e mettere fine alla «globalizzazione della fame» sostenuta anche dalle politiche speculative di alcune organizzazioni internazionali. Ancora oggi Via campesina interpreta così il concetto di sovranità alimentare e si batte per il suo raggiungimento. 

A partire da questo concetto, nel corso degli anni sono state fornite diverse definizioni di sovranità alimentare. Una formula particolarmente diffusa è quella adottata nel 2007 al Forum per la sovranità alimentare di Sélingué, in Mali, secondo cui l’espressione si riferisce al «diritto dei popoli di avere a disposizione cibo sano e prodotto in modo culturalmente appropriato e sostenibile, e il diritto di definire autonomamente i propri sistemi alimentari e agricoli». L’attenzione quindi è posta su chi produce il cibo, e non sulle dinamiche commerciali e sugli interessi delle grandi aziende. 

Questa definizione è stata adottata da varie associazioni di attivisti, come Food secure Canada e U.S. Food sovereign alliance, due associazioni che riuniscono, rispettivamente in Canada e negli Stati Uniti, una serie di organizzazioni e individui che lottano per tematiche legate alla sicurezza alimentare. 

In Italia, l’interpretazione di “sovranità alimentare” adottata dal nuovo governo guidato da Giorgia Meloni potrebbe però essere diversa rispetto a quella sostenuta da associazioni come Via campesina. Secondo Fabio Ciconte, direttore dell’associazione ambientalista Terra!, Meloni ha scambiato il significato di “sovranità” con quello di “sovranismo”, puntando sull’autosufficienza alimentare dell’Italia anche a scapito della transizione ecologica e della sostenibilità ambientale. «Il sovranismo alimentare che ci aspetta sarà quindi un misto di retorica nostalgica e glifosato, un ritiro definitivo della politica dalla transizione ecologica dei sistemi alimentari per sostenere un’agricoltura intensiva sempre più fuori dal tempo», ha scritto Ciconte sul quotidiano Domani.

La sovranità alimentare in Costituzione

Al di là delle definizioni, oggi alcuni Paesi riconoscono il diritto alla sovranità alimentare nelle proprie Costituzioni. Tra questi troviamo l’Ecuador, come evidenziato correttamente da Lollobrigida, ma non il Venezuela.

Più nel dettaglio, l’Ecuador ha inserito la «promozione della sovranità alimentare» in Costituzione nel 2008, quando il neoeletto presidente Rafael Correa, leader del partito di ispirazione socialista Alianza País, ha indetto un referendum per riformare la Costituzione del Paese. L’attuale Costituzione dell’Ecuador, modificata nuovamente nel 2018, dedica un intero capitolo al tema della sovranità alimentare, vista come «un obiettivo strategico e un obbligo dello Stato per fare in modo che gli individui, le comunità, i popoli e le nazioni raggiungano l’autosufficienza permanente, attraverso cibo sano e culturalmente appropriato». 

La Costituzione del Venezuela, approvata nel 1999 dal leader socialista Hugo Chavez e parzialmente revisionata, sempre da Chavez, nel 2009, non include esplicitamente il termine “sovranità alimentare”. Diversi passaggi però sono dedicati al tema della sicurezza alimentare, strettamente collegato alla sovranità alimentare e definito come la necessità di garantire una «sufficiente e stabile disponibilità di cibo a livello nazionale», dando priorità alla produzione agroalimentare domestica. Inoltre, in molte occasioni il presidente del Venezuela Nicolas Maduro ha citato il tema della sovranità alimentare su Twitter, definendola «l’arma più potente» per i cittadini del Paese. Ricordiamo che il Venezuela si trova in una situazione di crisi umanitaria e istituzionale.

La sovranità alimentare rientra nelle costituzioni di altri Paesi non menzionati da Lollobrigida, come il Nepal («Tutti i cittadini devono avere il diritto alla sovranità alimentare»), l’Egitto («Lo Stato […] assicura la sovranità alimentare in modo sostenibile») e la Bolivia («l’organizzazione economica dello Stato […] promuove la democrazia economica e la sovranità alimentare della popolazione»).  

Il verdetto

Secondo il ministro Lollobrigida, l’espressione “sovranità alimentare” è contenuta nelle costituzioni di vari Paesi con «governi socialisti», come l’Ecuador e il Venezuela. L’affermazione è vera per metà: la Costituzione dell’Ecuador, revisionata nel 2008 su impulso del governo socialista di Rafael Correa, dedica un intero capitolo alla sovranità alimentare, mentre l’espressione non compare mai nella Costituzione venezuelana, approvata nel 1999 su iniziativa del governo socialista di Hugo Chavez. Il testo però include diversi passaggi dedicati al tema della sicurezza alimentare, strettamente collegato alla sovranità alimentare.

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