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Non è vero che il governo Meloni ha il record dei voti di fiducia

| 09 dicembre 2024
La dichiarazione
«Finalmente un primato per Giorgia Meloni, se pur triste: in due anni la presidente del Consiglio ha chiesto ben 73 voti di fiducia, quasi 3 al mese, più di qualsiasi altro governo, più di ogni esecutivo tecnico»
Fonte: Instagram | 7 dicembre 2024
ANSA
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Verdetto sintetico
Non è vero: almeno due governi hanno chiesto di più la fiducia.
In breve
  • Finora il governo Meloni ha chiesto la fiducia 74 volte in Parlamento: una ogni 10,5 giorni. TWEET
  • Abbiamo calcolato la stessa media per i governi delle ultime quattro legislature. I governi Monti e Draghi hanno chiesto la fiducia rispettivamente ogni 7,9 giorni e 9,7 giorni. TWEET
Il 7 dicembre il segretario di Più Europa Riccardo Magi ha scritto sui social network che il governo di Giorgia Meloni detiene un «triste primato»: in due anni avrebbe chiesto «73 voti di fiducia» in Parlamento, una media di «quasi tre al mese». Magi ha sostenuto anche che il governo Meloni ha fatto ricorso al voto di fiducia «più di qualsiasi altro governo, più di ogni esecutivo tecnico».

In realtà i numeri raccontano una storia diversa. Abbiamo verificato e la dichiarazione del segretario di Più Europa è scorretta: nelle ultime quattro legislature ci sono stati due governi che hanno richiesto più voti di fiducia rispetto al governo Meloni.

Che cos’è il “voto di fiducia”

Secondo la Costituzione, il governo deve ottenere la fiducia del Parlamento: in pratica, per restare in carica, deve avere la maggioranza dei voti favorevoli sia alla Camera che al Senato. Questo avviene in occasione della nomina del governo, quando entrambe le camere esprimono formalmente la fiducia.

I regolamenti di Camera e Senato, seppur con alcune differenze, consentono al governo di porre la “questione di fiducia” (o “voto di fiducia”) su un provvedimento specifico, come l’approvazione di una legge ritenuta cruciale. Questo meccanismo accelera l’approvazione del provvedimento, eliminando la possibilità per le aule di modificarlo. Per questo motivo, i governi tendono a utilizzare la questione di fiducia soprattutto per i decreti-legge, la cui efficacia decade se non vengono convertiti in legge entro 60 giorni dalla loro emanazione.

D’altro canto, questa pratica comporta un rischio politico: se la Camera o il Senato respingono la fiducia, il governo perde automaticamente il sostegno parlamentare e, per consuetudine, il presidente del Consiglio si dimette.

Un uso eccessivo del voto di fiducia limita la libertà di discussione del Parlamento e, negli ultimi anni, diversi esponenti dell’opposizione – inclusa Giorgia Meloni quando non era al governo – e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella hanno criticato questa pratica.

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I numeri dei governi

Dal 22 ottobre 2022, giorno del suo insediamento, al 7 dicembre 2024, giorno della dichiarazione di Magi, il governo Meloni è rimasto in carica per 778 giorni. In questo periodo ha chiesto 74 volte un voto di fiducia in Parlamento: 42 volte alla Camera e 32 volte al Senato. Dunque, in media il governo Meloni ha chiesto un voto di fiducia ogni 10,5 giorni, «quasi 3 al mese», come ha dichiarato Magi. Tuttavia, a differenza di quanto sostenuto dal segretario di Più Europa, ci sono due governi che hanno fatto un ricorso ai voti di fiducia con maggiore frequenza.

Secondo i calcoli di Pagella Politica, basati su dati della Camera e del Senato, nelle ultime quattro legislature il governo tecnico di Mario Monti è quello che ha fatto più ricorso ai voti di fiducia: uno ogni 7,9 giorni. Per tutti i governi, sono stati considerati i giorni in carica dal loro insediamento fino alle dimissioni del presidente del Consiglio. Ricordiamo che, dopo le dimissioni, un governo resta in carica per il “disbrigo degli affari correnti”: può gestire la normale amministrazione ma non porre voti di fiducia. Per esempio, Mario Draghi si è dimesso da presidente del Consiglio il 21 luglio 2022, ma è rimasto in carica fino al 22 ottobre 2022.
Al secondo posto, dietro al governo Monti, c’è un altro governo tecnico, quello guidato da Draghi, con un voto di fiducia ogni 9,7 giorni. In questa classifica, quindi, il governo Meloni è al terzo posto. Seguono al quarto e quinto posto il secondo governo di Giuseppe Conte (13,1 giorni) e il governo di Paolo Gentiloni (14,6 giorni). Il governo di Matteo Renzi ha chiesto una questione di fiducia ogni 15 giorni, mentre il primo governo Conte (29,7 giorni), il governo di Enrico Letta (29,2 giorni) e il quarto governo di Silvio Berlusconi (27,9 giorni) sono quelli che hanno chiesto meno la fiducia al Parlamento.

Il verdetto

Secondo Riccardo Magi, il governo Meloni ha il record di voti di fiducia chiesti in Parlamento: 73 in totale, «quasi tre al mese», più di ogni altro governo. Abbiamo controllato e, contrariamente a quanto dichiarato dal segretario di Più Europa, il governo Meloni non detiene questo primato.

Da quando si è insediato, il governo Meloni ha chiesto la fiducia 74 volte in Parlamento, in media una ogni 10,5 giorni. Durante il periodo in cui sono rimasti in carica, i governi Monti e Draghi hanno richiesto la fiducia con maggiore frequenza: rispettivamente ogni 7,9 giorni e ogni 9,7 giorni.

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