Beppe Grillo commenta il possibile default greco, sostenendo che il Paese si trova già in una situazione disperata visto che, come dice lui, “il 50% di persone” non lavora.



Chi sono quelli che “non lavorano”?



Iniziamo dicendo che la frase di Grillo si presenta leggermente ambigua. Solitamente per gli individui senza lavoro si intendono i disoccupati e il tasso di disoccupazione in Grecia – per quanto record – è al 25,6%. Grillo però parla di popolazione che “non lavora”: sembra quindi indicare non solo i disoccupati (che cercano attivamente lavoro) ma anche gli scoraggiati o coloro che svolgono attività non lavorative come la cura dei familiari.



Effettivamente, guardando ai dati sul tasso di occupazione, meno della metà della popolazione greca tra i 15 e i 64 anni era occupata nel 2014 (il 49,4%). E’ il tasso in assoluto più basso d’Europa, l’unico sotto la soglia del 50% e lontanissimo dal dato della capolista Svezia (74,9%). E’ il caso di segnalare che l’Italia si colloca molto più vicino alla Grecia che alla Svezia, in questa particolare classifica.



graphE il settore informale?



E’ vero che in Grecia più che in altri Paesi europei il sommerso “pesa”. I dati sull’occupazione dell’Eurostat citati sopra tuttavia, non discriminano tra contratto di lavoro regolare o irregolare, come ci informano dall’ufficio statistico europeo. L’indagine è campionaria e confidenziale e chiede solamente se l’individuo nella settimana precedente ha lavorato almeno un’ora per uno stipendio o per il guadagno della propria famiglia. Noi immaginiamo ci possa essere dell’under-reporting da parte di chi lavora in nero e al contempo riceve un sussidio di disoccupazione, ma non avendo trovato uno studio a riguardo non possiamo quantificare il fenomeno.



Il verdetto



Almeno per quanto riguarda il tasso di occupazione registrato attraverso il Labour Force Survey di Eurostat è vero che solo la metà dei greci in età lavorativa era occupata nel 2014. “Vero” per Grillo.