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I morti per droga sono davvero in «impennata»?

| 26 gennaio 2021
La dichiarazione
«In Italia le morti per droga sono in impennata»
Fonte: Facebook | 26 gennaio 2021
Ansa
Ansa
Verdetto sintetico
La deputata di Fratelli d’Italia Maria Teresa Bellucci il 26 gennaio ha scritto sulla sua pagina Facebook che nel nostro Paese «le morti per droga sono in impennata».

Abbiamo controllato e la deputata di Fdi, che in passato aveva già rilasciato dichiarazioni quantomeno eccessive sul tema del consumo di stupefacenti, esagera anche questa volta.

I dati ufficiali del Ministero dell’Interno

Nella “Relazione annuale 2020” della Direzione centrale per i servizi antidroga, un ente che opera per il Ministero dell’Interno, sono riportati i dati relativi al 2019 e agli anni precedenti.

Per quanto riguarda i decessi per abuso di sostanze stupefacenti, in particolare, si legge che nel 2019 sono stati 373, in aumento dell’11 per cento rispetto al 2018, quando erano stati 336. Negli anni precedenti erano state registrate 297 morti nel 2017, 268 nel 2016 e 308 nel 2015. Quindi possiamo dire che, dopo il calo del 2016, negli anni successivi c’è stato un trend costante di crescita. Siamo comunque lontani, come si vede nel grafico sottostante, dai livelli di fine anni ’90 e inizio anni Duemila.
Grafico 1. Numero di decessi direttamente droga-correlati 1999-2019 – Fonte: “Relazione annuale 2020” della Direzione centrale per i servizi antidroga
Grafico 1. Numero di decessi direttamente droga-correlati 1999-2019 – Fonte: “Relazione annuale 2020” della Direzione centrale per i servizi antidroga
Questi decessi, precisa il rapporto, sono solo quelli direttamente riconducibili all’assunzione di stupefacenti, non ad esempio a incidenti stradali avvenuti in stato di alterazione o a complicazioni patologiche. Sono inoltre quelli che hanno interessato Forze di Polizia e prefetture.

Vediamo ora i dati, non ufficiali, relativi al 2020.

I dati di Geoverdose

Geoverdose è un database creato dalla Società italiana tossicodipendenze, un’associazione senza scopo di lucro che riunisce i professionisti che lavorano nel settore delle dipendenze patologiche. Il database monitora e aggiorna con frequenza il numero di vittime di droga in Italia, basandosi sulle notizie che trova online. Questo metodo può ovviamente costituire un limite e, come vedremo, crea delle discrepanze coi dati ministeriali. In ogni caso qui troviamo, come vedremo tra poco, i dati più recenti.

Nel 2019 sono state conteggiate* da Geoverdose 258 morti, decisamente meno delle 373 conteggiate dal Viminale. Nel 2018 sono 256, di nuovo meno delle 336 del Viminale. Nel 2017 Geoverdose riporta 199 decessi, quindi di nuovo meno delle 297 del Viminale. Non abbiamo trovato dati relativi a 2016 e 2015 ma si può notare come, nonostante le cifre differiscano da quelle ministeriali, il trend sia invece simile, con un aumento dei morti tra il 2017 e il 2019.

Veniamo allora ai dati relativi al 2020. Secondo Geoverdose i decessi legati al consumo di stupefacenti sono stati 203, in significativo calo dunque rispetto a quelli del 2019 (-21,5 per cento). Se questo trend sarà confermato, anche su dati diversi, dalla prossima “Relazione annuale 2021” della Direzione centrale per i servizi antidroga, si potrà dire che nell’anno della pandemia le morti per droga sono calate significativamente. Trattandosi comunque di dati parziali, in entrambi i casi ma soprattutto per quanto riguarda quelli di Geoverdose, bisogna essere cauti nel trarre conclusioni.

Il verdetto

La deputata di Fratelli d’Italia Maria Teresa Bellucci ha sostenuto il 26 gennaio che in Italia le morti per droga siano «in impennata».

Secondo i dati del Viminale, che arrivano fino al 2019 incluso, è vero che tra il 2016 e il 2019 i decessi da sostanze stupefacenti siano aumentati, in particolare dell’11 per cento tra 2018 e 2019 (ma siamo comunque lontani dai livelli di fine anni ’90 e inizio anni Duemila).

Questo aumento però sembrerebbe, in base ai dati raccolti da Geoverdose, essere venuto meno nel 2020, quando anzi i decessi da droga sembrerebbero essere calati significativamente. Ricordiamo comunque che si tratta di dati parziali e di un fenomeno difficile da monitorare.

In attesa di avere la conferma del trend calante anche da parte dei dati ministeriali, per Bellucci un “Nì”.



*Selezionare nella colonna a sinistra “Filtra per data” > “Da … a … “ > inserire il 1° gennaio e il 31 dicembre di ogni anno

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