Il 30 settembre 2019, il deputato del M5s Claudio Cominardi ha celebrato su Facebook «ottime notizie sul fronte lavoro».

Per Cominardi, infatti, «il tasso di disoccupazione è sceso ancora, attestandosi per il quarto mese sotto la soglia del 10 per cento (siamo al 9,5 per cento!) […] il minimo di disoccupazione dal 2011».

L’ex sottosegretario al Ministero del Lavoro ha anche aggiunto che «la disoccupazione giovanile continua a calare, con un mese di agosto che ha fatto registrare -1,3 per cento rispetto a luglio. Sul fronte dell’occupazione dei giovani tra 15 e 24 anni era dal 2010 che vedevamo dati simili».

Ma sono davvero «ottime notizie»? Abbiamo verificato e c’è qualcosa di importante che il deputato del M5s non dice.

Il tasso di disoccupazione

Il 30 settembre 2019, l’Istat ha pubblicato alcuni dati – provvisori – sugli occupati e i disoccupati in Italia a fine agosto 2019.

È vero, come dice Cominardi, che il tasso di disoccupazione è per il quarto mese di fila sotto il 10 per cento (per la precisione, al 9,5 per cento), il minimo dal 2011?

Sì, è vero: secondo le rilevazioni Istat, ad agosto 2019 il tasso di disoccupazione era al 9,5 per cento; a luglio del 9,8 per cento; a giugno del 9,7 per cento; e a maggio del 9,9 per cento. Ad aprile 2019, invece, questa percentuale toccava la soglia del 10 per cento.

Inoltre, la percentuale di agosto 2019 è in effetti la più bassa dal 2011. Secondo i dati Istat, era dal dicembre 2011 (9,6 per cento) che non si registrava un tasso di disoccupazione così basso.

Il tasso di disoccupazione giovanile

Cominardi ha poi aggiunto che anche la disoccupazione giovanile è in calo ad agosto, precisamente dell’1,3 per cento rispetto al mese precedente. Dal 2010, secondo il deputato, non si vedevano dati simili sui giovani tra i 15 e i 24 anni.

Secondo i dati Istat, anche questo dato è corretto: «Il tasso di disoccupazione diminuisce in tutte le classi d’età; la flessione più consistente si registra tra i 15-24enni (-1,3 punti), portando il tasso di disoccupazione giovanile al 27,1 per cento», scrive l’Istituto nazionale di statistica.

La precedente rilevazione più bassa è quella di marzo 2010, quando il tasso di disoccupazione era al 26,7 per cento.

Che cosa non dicono queste percentuali?

Le percentuali, che per Cominardi sono «ottime notizie sul fronte lavoro», lasciano intendere ai lettori che in Italia ci sono sempre più opportunità di lavoro, anche per i giovani. In realtà, se ci si addentra meglio nei numeri Istat, si scopre che le cose non stanno proprio così.

Partiamo dal tasso di disoccupazione in generale, che – ricordiamo – si calcola sulle cosiddette “forze lavoro”, ossia su quella parte di popolazione che lavora o è in cerca di un lavoro (i cosiddetti “attivi”).

È vero che tra luglio e agosto 2019 il numero dei disoccupati è calato di 87 mila unità, ma questo è dovuto in larga parte al fatto che è aumentato il numero degli inattivi (+73 mila), ossia quella parte di popolazione che non lavora e non cerca lavoro e che non è considerata nel calcolo del tasso di disoccupazione. Ad agosto 2019, il tasso di inattività si è attestato infatti al 34,5 per cento, con +0,2 per cento rispetto al mese prima.

Il fatto è stato notato da alcuni esperti, che hanno dato una lettura negativa della pubblicazione Istat. «Il dato quindi non è positivo, al contrario di quello che si possa intuire», ha commentato su Twitter il presidente del Fondazione Adapt Francesco Seghezzi. «Le persone smettono di cercare lavoro e passano da disoccupati a inattivi. Questo il dato centrale del mese di agosto».

Discorso analogo vale per la disoccupazione giovanile che, nonostante le percentuali riportate da Cominardi, continua a vivere un momento negativo.

È vero, come abbiamo visto, che ad agosto scorso il tasso di disoccupazione giovanile è sceso al 27,1 per cento, ma anche in questo ambito è aumentato il tasso di inattività (+1 per cento rispetto a luglio 2019, raggiungendo il 74,6 per cento), mentre è diminuito il tasso di occupazione (-0,4 per cento).

«L’occupazione aumenta solo per gli over 50, cala per tutti gli altri su base mensile», ha commentato su Facebook Marta Fana, economista e autrice del libro Non è lavoro, è sfruttamento, edito nel 2018 da Laterza. «Rispetto al trimestre precedente, l’aumento di 12mila tra i 15-34 anni è solo un settimo di quel che guadagnano gli over 50».

Il verdetto

L’ex sottosegretario del M5s Claudio Cominardi ha citato percentuali corrette sul lavoro in Italia, ma dietro a questi numeri non si nascondono vere e proprie «ottime notizie».

È vero che il tasso di disoccupazione generale e quello giovanile sono in calo ad agosto 2019, ma il miglioramento apparente è dovuto soprattutto all’aumento del numero degli inattivi (ossia da chi ha smesso di cercare lavoro) e all’aumento degli occupati nella fascia di popolazione over 50.

In conclusione, Cominardi si merita un “Nì”.