Per misurare sia gli effetti sul clima che sull’ambiente nel suo complesso, si studia l’impatto complessivo dell’intero ciclo di vita, o
Life Cycle Assesment (LCA), dei diversi tipi di propulsione, dalla estrazione e raffinazione delle materie prime, alla produzione delle auto, ai loro consumi su strada, fino alla loro dismissione.
Nel caso delle auto elettriche, protagoniste della nostra analisi, un componente che riveste un ruolo cruciale è la batteria.
L’analisi del ciclo di vita è però una disciplina recente e non esistono un metodo e un approccio universalmente accettato. Tale
pluralità di vedute, si traduce in stime molto diverse dell’anidride carbonica (CO2) generata nelle fasi di produzione delle batterie al litio. In base al tipo di rilevamento e alle sostanze chimiche presenti nei diversi tipi di accumulatori considerati, le incidenze
variano da un minimo di 40 a un massimo di 350 kg CO2/kWh di capacità della batteria, con una media di 110 kg CO2/kWh.
Si tratta, quindi, di concentrazioni molto diverse tra loro.
La
disparità di stime prodotte in molteplici studi di LCA in base ai diversi metodi di rilevazione e tipi di batterie è evidente nel grafico sottostante.
Le cause di questa molteplicità di risultati sono varie.
Fra le principali, la scelta di un approccio
top-down piuttosto che
bottom-up per i calcoli riguardanti la produzione delle batterie. Gli studi
top-down (T-D nel grafico), cioè dall’alto verso il basso, iniziano con i dati di produzione complessivi, ad esempio di un impianto, e procedono poi ad assegnare il consumo specifico di energia ai singoli processi. Al contrario, con un approccio dal basso verso l’alto (
bottom-up o B-U nel grafico), invece, si misura il consumo di energia di ogni singolo processo e si arriva al totale sommando tutti gli specifici risultati rilevanti. È possibile che i dati
top-down siano più completi ma è probabile che includano il consumo di energia di processi ausiliari estranei alla manifattura della batteria in sé. Un approccio dall’alto verso il basso finisce insomma per imputare un consumo energetico ed emissioni più elevate nell’analisi del ciclo di vita.
Inoltre, il mix energetico della generazione elettrica preso a riferimento nel soppesare il ciclo di vita dei veicoli elettrici
incide moltissimo sul grado di inquinamento rilevato e
come abbiamo visto in passato, varia molto da Paese a Paese. Maggiore è la generazione elettrica da fonti fossili, maggiore sarà l’inquinamento imputato ai veicoli elettrici, a causa della “sporcizia” dell’elettricità fossile presa dalla rete.
Non va poi trascurato il fatto che l’incidenza della emissioni di CO2 delle batterie si manifesta soprattutto nella fase della loro produzione e molto meno nella fase di circolazione e dismissione delle auto elettriche. Minore è la percorrenza considerata nel ciclo di vita di un’auto elettrica, maggiore sarà il peso della CO2 ad essa imputata, visto che le auto elettriche “incorporano” fin da nuove, ancora prima di essere ritirate dal concessionario, una grossa fetta delle emissioni che emetteranno nell’intero ciclo di vita.