Questa analisi fa parte della Pagella Politica di Agi e contiene solo il verdetto, con modifiche. Qui puoi leggere l’articolo completo.



Il verdetto



Renato Brunetta ha ragione nel sostenere che il governo ha accantonato due miliardi di euro da utilizzare nel caso gli andamenti di finanza pubblica – probabilmente il rapporto deficit/Pil – rendessero necessaria una correzione dei conti.



Sono somme teoricamente già suddivise tra i ministeri, ma non entrate nella loro disponibilità: si può discutere se, nel caso questi due miliardi fossero effettivamente utilizzati, si tratti di un taglio oppure no. Entrambe le posizioni sembrano sostenibili.



È poi vero che a pagare, in termini di risorse sottratte, sarebbero imprese, trasporti e atenei. Ma non solo: anche la difesa, la cooperazione allo sviluppo e le politiche sociali dovrebbero rinunciare a una quantità significativa di risorse, che passerebbero dall’essere “indisponibili” all’essere inesistenti, perché spese in altro modo. Per Brunetta un “C’eri quasi”.



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