Il 7 febbraio 2019 Matteo Salvini ha elencato sul proprio profilo Facebook le «questioni fondamentali» di sua competenza nella gestione dei rapporti con la Francia.

In questa occasione, il ministro dell’Interno ha chiesto che siano fermati i respingimenti alle frontiere da parte francese, dichiarando che dal 2017 ad oggi sono più di 60 mila coloro a cui è stato negato l’accesso al Paese transalpino e, tra questi, ci sarebbero anche donne e bambini.

Abbiamo verificato la dichiarazione del leader della Lega.

Il ministro dell’Interno riporta i dati del suo ministero

Salvini fa riferimento ai dati forniti dal ministero di cui è titolare.

Secondo i dati comunicati a Pagella Politica dall’ufficio stampa del Viminale, nel 2017 i respingimenti al confine fra Francia e Italia sono stati 30.911 (come avevamo già riportato in passato), 27.674 nel 2018 e 2.335 fino al 31 gennaio 2019. Per un totale di 60.920 respingimenti in poco più di due anni. Il numero sale a 85.183 se si aggiungono anche i respingimenti del 2016 (24.263).

Nel 2017, fra i respinti, 20.504 erano stranieri irregolari e 10.407 stranieri con titolo di soggiorno valido in Italia. Nel 2018 sono stati allontanati dal territorio francese 15.869 irregolari e 11.805 migranti in possesso di un permesso di soggiorno italiano.

Torneremo a breve sui numeri: abbiamo provato a verificare quanto viene riportato dal lato francese.

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Grafico 1: Respingimenti alla frontiera Italia-Francia – Fonte: Dati forniti a Pagella Politica dal Ministero dell’Interno

I respingimenti in Italia e in Francia

Ma che cosa si intende quando si parla di respingimenti? Nel caso dell’Italia, l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) spiega che il «respingimento è uno dei provvedimenti di allontanamento dal territorio dello Stato che può essere disposto nei confronti di stranieri extracomunitari». In Italia ci sono due tipi di respingimento: alla frontiera, se a occuparsene è direttamente la polizia di frontiera, e differito, se invece è disposto da un questore.

Il respingimento alla frontiera avviene nel momento in cui lo straniero non è in possesso dei requisiti necessari per l’ingresso nello Stato: rientrano, ad esempio, tra questi, i documenti in corso di validità, il visto di ingresso, la disponibilità di mezzi di sussistenza necessari per il soggiorno e il possibile ritorno nel Paese di provenienza. Altri motivi che prevedono il respingimento alla frontiera sono una precedente esplusione dal territorio nazionale e il tentativo di rientrare nel Paese prima dei tempi stabiliti, o l’essere stato segnalato come un pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza.

Il respingimento differito prevede, sotto indicazione del questore, che l’individuo sia riaccompagnato alla frontiera dopo il suo ingresso. Si assiste a questo tipo di situazioni quando, ad esempio, lo straniero entra nel territorio dello Stato sottraendosi ai dovuti controlli oppure nel caso in cui sia ammesso temporaneamente per motivi di soccorso.

Come ci ha spiegato Pauline Moullot, collega fact-checker di Libération, il respingimento alle frontiere francesi funziona in modo simile a quello italiano. Perché venga concesso l’ingresso in Francia, se l’individuo non è un cittadino europeo, è necessario che sia in possesso di un passaporto e di un visto. Inoltre, l’ingresso, in linea con quanto accade nel nostro Paese, non è concesso a chi può potenzialmente essere una minaccia per la sicurezza dello Stato, se si è già stati respinti o espulsi.

Schengen e leggi antiterrorismo

Alcuni provvedimenti recenti hanno reso i controlli alla frontiera più stretti. La libera circolazione delle persone in 22 dei 28 Paesi dell’Ue è garantita all’interno della cosiddetta “area Schengen”: tuttavia, alcuni Paesi possono reintrodurre temporaneamente i controlli alla frontiera per diversi motivi. Così fanno oggi sette Stati membri dell’Ue, tra cui la Francia. Il governo d’Oltralpe ha giustificato la scelta per il pericolo di attentati terroristici e al momento la sospensione è prevista fino al 30 aprile 2019.

Il 1° novembre 2017 poi è entrata in vigore in Francia la nuova legge sull’antiterrorismo. Come riporta l’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi), grazie a questo provvedimento la polizia di frontiera può «controllare l’identità non solo nei porti e aeroporti internazionali, ma anche nel raggio di 20km [dai confini], trattenendo i sospetti fino a 12 ore, contro le precedenti 6».


I numeri francesi

Abbiamo visto che, secondo i dati che ci sono stati comunicati dal Viminale, i numeri dei respingimenti al confine tra Francia e Italia sono di circa 31 mila nel 2017, quasi 28 mila nel corso dello scorso anno e 2.335 a gennaio 2019. Fonti francesi pongono la cifra molto più in alto.

Le informazioni trasmesse dal ministero dell’Interno francese all’Associazione Cimade, che si occupa della difesa dei diritti dei migranti, riporta – come ci è stato comunicato via email e come è evidente dalla tabella che ci è stata fornita – un totale di 85.408 respingimenti nel solo 2017. Parte della differenza viene dal fatto che la cifra comprende tutti i confini francesi e non solo quello con l’Italia. L’associazione ha sottolineato come i numeri in suo possesso «non includono i respingimenti illegali, ma solo quelli legali» e che il conto potrebbe salire «con i respingimenti illegali».

Il 22 gennaio 2019 il prefetto del dipartimento delle Alpi Marittime Georges-François Leclerc ha riferito alla radio France Bleu Azeur il numero dei migranti respinti nel 2018 al confine italo-francese: si tratta di 30.000 stranieri, un numero che sarebbe compatibile con quelli di fonte ministeriale italiana. Leclerc ha anche comunicato l’arresto di 245 passeur, i soggetti che organizzano il trasporto illegale degli stranieri attraverso i confini.

Secondo quanto ci è stato comunicato dall’associazione Cimade, però, il numero sarebbe riferibile solo a «Nizza e Mentone», non a «Briançon o Modane o al confine con il Nord Italia». Rimane insomma un margine di incertezza nei numeri, se si confrontano numeri ufficiali italiani, francesi e quelli dell’Associazione Cimade.

Abbiamo infine provato a contattare il ministero dell’Interno francese per riportarne i dati ufficiali ma, al momento, non abbiamo ancora ottenuto risposta.

Il confine Francia-Spagna e la denuncia di Msf

Abbiamo fatto cenno al fatto che i respingimenti francesi non riguardano solo il confine italiano. L’8 febbraio 2019, infatti, Medici senza frontiere (Msf) ha denunciato in un comunicato stampa i metodi di respingimento alla frontiera fra Francia e Spagna. Secondo quanto riportato dall’organizzazione non governativa (presente sul luogo per fornire assistenza alle associazioni locali), «la polizia francese dislocata sui ponti che separano la Francia dalla Spagna riporta sistematicamente indietro i richiedenti asilo, una pratica che equivale a un respingimento».

Nella nota si sottolinea inoltre come il confine tra Spagna e Francia sia diventato uno dei principali luoghi di passaggio per coloro che cercano di raggiungere la Francia o di proseguire il proprio viaggio verso altri Paesi europei. Tra questi ci sono anche minori non accompagnati: Medici senza frontiere riporta, ad esempio, la testimonianza di Nana, 16 anni, richiedente asilo della Guinea.

Lo stesso problema del respingimento di minori non accompagnati è stato rilevato anche al confine italo-francese ed è oggetto di denuncia da parte di diverse organizzazioni che operano nell’ambito dell’accoglienza e dell’assistenza ai migranti. Una denuncia che è stata anche formalizzata ad aprile 2018 in una lettera indirizzata alla Commissione europea e alle autorità italiane da parte di Asgi (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione), Intersos, Terres des Hommes Italia, Oxfam Italia, Caritas Diocesana di Ventimiglia – Sanremo e Diaconia Valdese.

Il verdetto

Matteo Salvini ha dichiarato che i migranti respinti alla frontiera francese siano stati più di 60 mila dal 2017 a oggi. Il leader della Lega cita i dati ufficiali del Ministero dell’Interno, di cui è titolare. Dal Viminale hanno infatti confermato la cifra esatta di 60.920 respingimenti fino al 31 gennaio 2019.

Ottenere conferme terze di questi numeri è molto difficile: il numero di respingimenti dichiarati in relazione al 2018 dal prefetto delle Alpi Marittime Georges-François Leclerc (30.000) sembra confermare i numeri del Viminale, ma l’Associazione Cimade, che si occupa di migranti al confine, ritiene che la cifra sia in realtà più alta. Il Ministero dell’Interno francese, contattato da Pagella Politica, non ha fornito risposte. Fra i migranti respinti ci sono certamente minori non accompagnati, così come sostiene Matteo Salvini nella sua dichiarazione. Sulla base dei dati a nostra disposizione, comunque, Matteo Salvini merita un “Vero”.