Il 14 febbraio, l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi ha presentato il suo nuovo libro, Un’altra strada,all’Associazione della stampa estera di Roma.

In quell’occasione, l’attuale senatore del Partito Democratico ha parlato anche dei risultati sull’occupazione registrati durante i governi di centrosinistra. Ha dichiarato che «in Europa i posti di lavoro sono aumentati da 160 a 164 milioni tra il 2014 e il 2018». Secondo Renzi, «di questi 4 milioni di aumento», 1,2 milioni venivano dall’Italia.

Ma è davvero così? Abbiamo verificato e l’ex segretario del Pd esagera.

“Occupati” e “posti di lavoro” sono due cose diverse

Come già accaduto in passato, quando parla di «posti di lavoro» Renzi fa in realtà riferimento agli «occupati». La differenza non è secondaria.

L’Istat – che raccoglie e pubblica i dati sull’andamento del lavoro in Italia – definisce infatti come “occupato” una persona di almeno 15 anni che nella settimana di rilevamento ha svolto «almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura» o «almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collabora abitualmente». Una definizione in linea con quella usata anche dall’Ufficio statistico dell’Unione europea (Eurostat).

In sostanza, la categoria degli occupati è più ampia di quella dei posti di lavoro: mentre quest’ultima fa di solito riferimento a impieghi stabili e continuativi, la prima include tutti quelli che svolgono anche soltanto un lavoro temporaneo o occasionale.

Qual era stato l’andamento dell’occupazione in Europa?

Secondo i dati Eurostat, all’inizio del 2014 gli occupati in Europa erano 214,9 milioni, mentre alla fine del terzo trimestre del 2018 (ultima rilevazione disponibile) erano saliti a 231,4 milioni.

A fine 2015, gli occupati in Europa erano 221,8 milioni, diventati 224,8 milioni nel 2016. Il dato definitivo del 2017 era invece di 228,1 milioni, cresciuto di altre 3,3 milioni di unità nei primi 9 mesi dell’anno successivo.

In quasi quattro anni, in Europa si è dunque registrata una crescita di 16,5 milioni di occupati (+7,6 per cento), quattro volte di più della cifra indicata da Renzi («un aumento di 4 milioni»).

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I numeri dell’ex segretario del Pd non tornano anche se si limita l’analisi ai soli Paesi con l’euro. Nei 19 Stati dell’Eurozona infatti, nel primo trimestre del 2014 gli occupati erano circa 140 milioni, aumentati di 11 milioni entro il terzo trimestre del 2018 (151 milioni di occupati). Anche in questo caso, una crescita quasi tre volte più ampia di quella citata da Renzi.

Qual è stato il contributo dell’Italia?

Gli stessi dati Eurostat mostrano che nel nostro Paese, tra il 2014 e i primi 9 mesi dello scorso anno, gli occupati sono aumentati da circa 22 milioni a 23,3 milioni. La crescita è di 1,3 milioni (+5,9 per cento) di occupati.

Se si restringe il periodo per considerare i governi Renzi e Gentiloni (dal secondo trimestre 2014 al secondo trimestre 2018), la crescita degli occupati italiana comprende un aumento di circa 1,1 milioni di unità (da 22,3 milioni a 23,4 milioni).

Entrambe queste due cifre sono molto vicine agli «1,2 milioni» citati da Renzi, che però esagera sul contributo dell’Italia sull’aumento dell’occupazione in Europa tra il 2014 e il 2018.

Secondo l’ex presidente del Consiglio, il nostro Paese avrebbe pesato del 30 per cento sulla crescita del numero degli occupati europei in questo periodo. In realtà, sia che si consideri un aumento di 16,5 milioni di occupati (Unione europea) o di 11 milioni (Eurozona), l’Italia ha pesato molto di meno: un dodicesimo nel primo caso, un ottavo nel secondo.

Il verdetto

Nel presentare il suo nuovo libro, Matteo Renzi ha rivendicato i risultati sull’occupazione ottenuti dai precedenti governi a guida Pd. Secondo l’ex presidente del Consiglio, «in Europa i posti di lavoro sono aumentati da 160 a 164 milioni tra il 2014 e il 2018. Di questi 4 milioni di aumento 1,2 viene dall’Italia». Questa dichiarazione è però sbagliata, per almeno due motivi.

Innanzitutto, Renzi confonde – come già fatto in passato, anche da altri politici – i posti di lavoro con gli occupati. In secondo luogo, l’aumento dell’occupazione registrato nel continente è maggiore rispetto a quello indicato nella frase, sia che si consideri l’Europa (+16,5 milioni di occupati) e l’Eurozona (+11 milioni di occupati).

Tra il 2014 e i primi 9 mesi del 2018, l’occupazione italiana è effettivamente cresciuta di circa 1,2 milioni di unità, ma il peso di questo dato sul totale europeo è minore di quello indicato dall’attuale senatore del Pd.

In conclusione, “Pinocchio andante” per Renzi.