Durante la prima puntata della trasmissione Faccia a Faccia condotta da Giovanni Minoli su La7, Matteo Renzi è stato interpellato sul “piano B” dell’Italia quando la Banca Centrale Europea deciderà di chiudere i rubinetti del quantitative easing, il piano straordinario di acquisto di titoli di stato.



Nella sua risposta, Renzi ha parlato del debito pubblico del nostro Paese. Secondo quanto dichiara il presidente del Consiglio, il risparmio delle famiglie italiane supera del doppio l’ammontare del debito nazionale. Vediamo se i numeri confermano.



La situazione in Italia



La Banca d’Italia ogni mese pubblica un rapporto sul debito delle amministrazioni pubbliche: il più recente, uscito il 14 ottobre 2016, contiene dati provvisori che arrivano fino al mese di agosto 2016, quando la cifra era di 2.224.705 milioni di euro. Le informazioni sul risparmio privato nostrano non sono altrettanto aggiornate. La Banca d’Italia cura una pubblicazione periodica in merito, ma quella relativa al 2015 non è ancora disponibile: di solito lo studio viene pubblicato intorno alla metà di dicembre. L’ultimo rapporto presente sul sito si riferisce al 2014, e troviamo il dato scorrendo la tavola 1B: 3.943,5 miliardi di euro, il totale delle attività finanziarie.



Questa somma include ad esempio depositi bancari, azioni e partecipazioni in società di capitali, fondi comuni d’investimento, ma lascia fuori abitazioni, terreni, fabbricati non residenziali, capitale fisso: è quindi una buona approssimazione dei risparmi delle famiglie italiane. Alla fine di quell’anno, il debito delle amministrazioni pubbliche ammontava a 2.135.902 milioni di euro. In base ai dati disponibili, insomma, il risparmio privato supera, quasi duplicandolo, il debito pubblico italiano.






Gli altri Paesi europei



Ma com’è messo il resto d’Europa? Lo abbiamo chiesto all’Eurostat, l’ufficio statistico dell’Ue, che ci ha detto di non aver effettuato di recente studi sul risparmio privato totale in rapporto al debito pubblico nei singoli Stati dell’Unione. Ogni anno, tuttavia, conteggia il tasso di risparmio delle famiglie. Questa voce equivale all’inglese household saving rate: come indica l’Eurostat, è “il risparmio lordo diviso il reddito lordo disponibile”, ovvero la parte di reddito che viene mediamente accantonata da ciascuna famiglia.



Il tasso di risparmio delle famiglie in Europa, relativo al 2015, è disponibile per venti Stati: bisogna precisare che alcune percentuali sono definitive, altre sono provvisorie, altre ancora sono pure stime. La classifica è guidata da Svezia, Germania e Norvegia, mentre l’Italia si piazza undicesima, con un tasso di risparmio che si attesta intorno al 10,40%.



Nel grafico sottostante viene riportata la variazione del tasso di risparmio delle famiglie dal periodo pre-crisi ad oggi. Ad essere presi in esame sono i sei Paesi europei con il rapporto debito/Pil più alto secondo la classifica dell’Eurostat. Come si vede, l’Italia negli ultimi anni non è stato il paese più parsimonioso, il che fa sorgere qualche dubbio sull’eccezionalità nel risparmio di cui parla il presidente del Consiglio nel seguito della dichiarazione di cui ci stiamo occupando: ad ogni modo, in assenza di una comparazione certa dello stock del risparmio, non è possibile tirare conclusioni definitive.



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Il verdetto



Matteo Renzi afferma che in Italia il risparmio privato è il doppio del debito pubblico. Guardando i dati più recenti disponibili per entrambe le voci e riferiti allo stesso periodo (fine 2014), rispettivamente circa 3.897 e 2.157 miliardi di euro, possiamo dire che la stima del presidente del Consiglio è molto vicina al vero, anche se non è esatta al cento per cento. “C’eri quasi”.