Intervistato da Lucia Annunziata nel corso della trasmissione In 1/2 Ora su Raitre, l’esponente del Movimento 5 Stelle e vice presidente della Camera Luigi Di Maio ha difeso le ragioni contrarie all’organizzazione dei Giochi Olimpici. Il tema è tornato di attualità dopo l’elezione di Virginia Raggi (M5S) alla carica di sindaco di Roma e al successivo ritiro della candidatura della capitale ad ospitare le Olimpiadi del 2024, ufficializzato con un voto dell’assemblea capitolina il 29 settembre 2016.



Di Maio ha detto che tutti i Giochi Olimpici organizzati tra il 1984 e oggi hanno superato le previsioni di costo iniziali, nell’ordine di miliardi di euro. Vediamo che cosa dicono i numeri.



Lo studio dell’università di Oxford



Di Maio trae le sue conclusioni, con ogni probabilità, da uno studio recente della Saïd Business School (SBS) dell’università di Oxford, dato che nella stessa intervista con Lucia Annunziata (a 15’ 49’’) l’altro intervistato, Alessandro Di Battista, nomina esplicitamente quello studio pochi minuti dopo.



All’interno del programma Megaproject Management della SBS, che si occupa di valutare impatti e costi dei grandi progetti infrastrutturali, tre studiosi hanno pubblicato a luglio 2016 uno studio per arrivare a “un confronto coerente e sistematico tra le diverse edizioni” delle Olimpiadi, per quanto riguarda costi e sforamenti. Gli autori specificano che “ciò non è stato mai fatto in passato”. L’analisi dei costi si limita a quelli per le strutture sportive, senza dunque considerare le altre spese per infrastrutture come nuove strade, stazioni, aeroporti e così via.



I costi delle Olimpiadi



Gli autori hanno confrontato le previsioni di costo a partire dai Giochi estivi di Roma 1960. Sono state tratte dai cosiddetti bid books, la documentazione presentata dalle città al momento della candidatura ad ospitare un’edizione dei Giochi Olimpici. Dopo l’assegnazione, tuttavia, vengono solitamente stilati nuovi bilanci con nuove previsioni di costo, mentre il costo finale viene reso pubblico solo molti anni dopo l’effettivo svolgimento dell’edizione: la pratica della revisione dei bilanci “di solito fa sembrare gli sforamenti più ridotti” (pag. 5).



Lo studio presenta i costi finali per 25 edizioni dei Giochi, sia estivi che invernali, tra le 30 avvenute da Roma 1960 a Rio 2016. Negli altri casi, una stima affidabile del costo complessivo ex post non esiste o non è affidabile. Fa poi una classifica dello sforamento, in percentuale, dei costi finali rispetto a quelli preventivati nella fase di candidatura per 19 edizioni. Riportiamo le due classifiche nei due grafici successivi (le edizioni invernali sono contraddistinte da una “I”).



graph



Le cifre del primo grafico sono in dollari Usa del 2015 (i dati riguardanti Rio 2016 sono proiezioni). Nel secondo grafico, riportiamo lo sforamento dei costi in termini reali solo in percentuale, perché gli autori dello studio non hanno pubblicato le previsioni dei costi in cifre assolute (anche in questo caso i dati su Rio 2016 sono proiezioni).



graph



Come si vede, tutte le edizioni dei Giochi per cui sono disponibili dati affidabili mostrano – secondo lo studio SBS – uno sforamento dei costi. La media è calcolata dagli autori nel 176% per le edizioni estive e nel 142 per quelle invernali (pag. 13).



Nel caso più eclatante, Montreal ’76, lo sforamento fu del 720%, equivalente a diversi miliardi di dollari (quella edizione divenne famigerata perché portò la città vicina al collasso, lasciando in eredità un debito pluridecennale). Stessi eccessi miliardari possono essere inferiti per diverse altre edizioni, tra cui Barcellona ’92, Atlanta ’96 e Sydney ’00. Non per tutte quelle successive al 1984, però: Los Angeles ’84 costò meno di un miliardo, ad esempio, Calgary ’88 poco di più e non si conosce il bilancio finale di Seul ’88.



Il verdetto



Di Maio dice che, dal 1984 a oggi, tutte le edizioni dei Giochi Olimpici sono costate più di quanto preventivato. L’affermazione è confermata, se ci si basa sull’unico studio recente che si è occupato estesamente del tema: i costi delle Olimpiadi sono risultati sempre maggiori alle previsioni iniziali in tutti i casi in cui sono disponibili dati affidabili (19 edizioni sulle 30 dal 1960 a oggi). Non tutte hanno sforato di miliardi, però: alcune edizioni degli anni Ottanta riuscirono a contenere i costi – in particolare Los Angeles 1984, tra i Giochi estivi, e Calgary 1988 tra quelli invernali – e ad arrivare a un conto finale di “appena” un miliardo. “C’eri quasi” per l’esponente del Movimento 5 Stelle.