Ospite di Maria Latella a SkyTg24, Angelino Alfano ha toccato lo spinoso argomento dei migranti in Italia, tracciando un quadro relativo agli arrivi dell’ultimo periodo: secondo il ministro in Grecia la situazione sarebbe peggiore, ha ragione?



Gli arrivi nel 2016 e negli anni precedenti



Gli arrivi via mare nei Paesi del Mediterraneo sono monitorati dall’Unhcr (l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), che gestisce pagine apposite per i dati dell’Italia e della Grecia. Per verificare la dichiarazione di Angelino Alfano, confrontiamo i dati degli arrivi in Italia nei primi tre mesi dell’anno in corso e dei due precedenti. Per il 2014, i numeri sono quelli del Ministero dell’Interno.



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Tra il 2016 e il 2015, l’aumento nei primi tre mesi dell’anno è stato di 8.612 unità, cioè l’84,7% in più dell’anno precedente. L’incremento è molto più alto di quello citato da Alfano, sia che si considerino gli sbarchi – come indica il contesto della dichiarazione – sia se ci atteniamo ai dati sui migranti ospitati nelle strutture di accoglienza italiane, di cui il Ministero dell’Interno fornisce i dati fino a gennaio 2016. In questo caso, l’aumento mese su mese delle presenze rispetto allo scorso anno è intorno al 50%.



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E in Grecia?



Dal punto di vista numerico, gli sbarchi in Grecia nei primi mesi del 2016 sono stati molto più consistenti. In Italia gli arrivi tra gennaio e marzo stato appena il 12,4% di quelli in Grecia dove, al 20 aprile, sono sbarcate 154.227 persone. Come ci raccontano le cronache di questo periodo, una percentuale molto alta degli sbarchi (nel 2015 era la maggioranza) avviene sull’isola di Lesbo (come gran parte degli sbarchi in Italia avviene in Sicilia).



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I dati di aprile, però, mostrano un cambiamento significativo. A partire dal 20 marzo è diventato operativo l’accordo tra l’Unione Europea e la Turchia, che prevede – a fianco di un sostegno economico alla Turchia e di maggiori risorse per la Grecia – che tutti i migranti partiti dalle coste turche e dirette in Grecia debbano ritornare in Turchia. Nel mese di aprile, di conseguenza, gli arrivi in territorio greco sono calati moltissimo, sia rispetto a marzo che rispetto allo scorso anno: l’Unhcr ne registra 2.775 al 20 aprile 2016, rispetto ai 13.566 dello stesso mese del 2015.



Non sono ancora chiare le conseguenze dell’accordo tra Ue e Turchia per le rotte migratorie verso l’Europa: secondo alcuni, il rischio è che molte più persone intraprendano la rotta “mediterranea” invece di quella “balcanica”, cercando di raggiungere il nostro Paese. Di sicuro, il flusso verso l’Italia viene dai Paesi dell’Africa occidentale (come ha dichiarato di recente Gentiloni) mentre quello verso la Grecia principalmente da Siria, Afghanistan e Iraq, dunque seguono dinamiche in larga parte indipendenti.



Il verdetto



Il ministro dell’Interno parla di un “trend intorno al 20 per cento” per gli arrivi dei migranti in Italia, in questo inizio del 2016: i numeri sembrano mostrare un aumento molto maggiore. Dice poi che la situazione in Grecia è assai “peggiore”, il che, a guardare i numeri degli arrivi, sembra giustificato. “Nì” per Angelino Alfano.