In un intervento al Parlamento Europeo, di cui ha condiviso il video l’8 marzo sulla sua pagina Facebook, Matteo Salvini ha accusato i suoi avversari politici di “ipocrisia” sul tema delle donne “europee e straniere”. Ha citato alcuni numeri sulle richieste di asilo in Italia: andiamo a verificare se sono esatti.



I numeri delle domande di asilo



I dati riferiti a gennaio 2016 che cita Salvini sono stati forniti dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno il 25 febbraio scorso. Il numero totale delle richieste di asilo è di 7.505, con un aumento del 22% rispetto al dicembre dell’anno precedente. Le prime dieci nazionalità dei richiedenti sono riportate nel grafico in basso.



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Come si vede, la nazionalità siriana non è tra le dieci più rappresentate: tuttavia non compare neppure nella tabella analitica del Ministero, che registra tutti i Paesi con più di 30 persone rappresentate. Come dice il leader della Lega Nord, insomma, il numero dei siriani che hanno fatto richiesta di asilo in Italia a gennaio è stato sicuramente inferiore a trenta.



Questa percentuale ha un riscontro anche nei numeri sugli arrivi in Italia via mare nel gennaio 2016 registrati dall’Unhcr. Nel report mensile (scaricabile nella sezione “Latest documents/Reports”) si legge che 5.270 persone sono arrivate nel nostro Paese nel primo mese dell’anno. Tra queste c’erano solo 6 siriani, in confronto ai 764 del gennaio 2015. D’altra parte, la forte diminuzione degli arrivi di migranti siriani in Italia già nel corso del 2015 è un fenomeno che era già stato notato in precedenza (come sanno i nostri lettori).



Per quanto riguarda la divisione per generi, le donne richiedenti asilo sono state 766, il 10,2% del totale. I rimanenti non sono però “tutti uomini adulti e robusti” perché 491 richiedenti asilo (il 6,5%) erano minori. Non abbiamo informazioni aggiornate e analitiche sul loro stato di salute, anche se in proposito è interessante consultare questa pagina a cura dell’Istituto Superiore di Sanità, in cui si riporta – a proposito dei migranti – che “la maggior parte di coloro che giungono in Italia è fondamentalmente in buona salute”, in quanto è in atto una sorta di selezione di partenza che fa intraprendere il lungo e difficile viaggio soprattutto a chi è in condizione di poterlo sostenere.



Il verdetto



Matteo Salvini cita dati corretti o quasi, anche se con qualche forzatura (“tutti uomini adulti e robusti”) e traendone un messaggio politico che, naturalmente, esula dalle valutazioni di questa analisi. “C’eri quasi” per il leader della Lega Nord.