Intervistata per un videoforum di Repubblica TV, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha citato la Cina come nazione più inquinante del mondo. Vediamo se i numeri confermano.



Quanto inquina la Cina



In una precedente analisi ci siamo occupati delle emissioni italiane di gas serra (greenhouse gas, GHG) e abbiamo potuto utilizzare i dati aggiornati forniti dal National Inventory Report 2015. Un documento ufficiale ugualmente aggiornato non è disponibile per la Cina. Sebbene, infatti, entrambi i Paesi – come la quasi totalità dei Paesi del mondo – aderiscano alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc), le responsabilità di documentazione sono differenti tra i Paesi cosiddetti sviluppati e gli altri.



I 42 Paesi registrati nell’Annex I della Commissione – i Paesi sviluppati – sono tenuti a un aggiornamento annuale su molti parametri, tra cui i livelli di emissione di GHG. Tutti gli altri no, anche se tra la documentazione che devono fornire vi sono gli aggiornamenti periodici dei livelli di emissione. Questo fa sì che, in concreto, la stima più recente fornita in un rapporto ufficiale dalla Cina alla Unfccc risalga al 2005. Allora le emissioni di GHG – al netto di quelle dovute al consumo del suolo e alle foreste (LULUCF), che vengono generalmente considerate a parte – erano stimate in 7.046 milioni di tonnellate di CO2 equivalente.



Per stime più recenti bisogna quindi rivolgersi a fonti diverse dal governo cinese. Una di esse è fornita dal progetto Cait dell’organizzazione di ricerca internazionale World Resources Institute. Secondo le loro stime (aggiornate al 2012), la Cina era al primo posto a livello globale per emissioni di gas serrra con 10.795 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Il Paese asiatico contribuiva alle emissioni globali per il 24%, mentre la percentuale di popolazione mondiale che viveva in Cina era il 19% circa e il suo contributo al Pil mondiale era di oltre l’11%.



Lo scostamento tra popolazione e percentuale delle emissioni mondiali è meno accentuato rispetto ad altri Paesi – argomento tirato in ballo spesso dalle autorità cinesi per difendere la propria politica ambientale. Per fare solo un esempio, gli Stati Uniti contano per poco meno del 14% delle emissioni (Cait, 2012), davanti a una popolazione che è circa il 4,4% del totale mondiale.



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Tornando alle stime, altre si concentrano sulla sola CO2, di gran lunga il più importante dei gas serra (le cui emissioni vengono infatti di solito espresse in tonnellate di “CO2 equivalente”), che a livello globale conta per il 65% circa delle emissioni. Qui si può citare la stima del progetto Edgar della Commissione Europea, in collaborazione con il centro di ricerca olandese PBL, secondo cui le emissioni di CO2 della Cina nel 2014 sono state di 10.540 milioni di tonnellate, il 29,5% del totale globale. Anche in questo caso la Cina è al primo posto nel mondo.



Quanto carbone?



Il ministro Pinotti ha ricordato che la Cina ha una percentuale molto alta del “riscaldamento” – anche se sarebbe più corretto dire di “produzione di energia elettrica” – ancora a carbone. I dati della Banca Mondiale, aggiornati per la Cina al 2012, confermano questa affermazione, ponendo la Cina al settimo posto nel mondo per produzione di elettricità da carbone con il 75,9%. Il pesante ricorso a questa fonte di energia porta a notevoli problemi di inquinamento e di salute nei centri urbani del Paese, in particolare nelle regioni nordorientali dove si trova Pechino.



Il verdetto



Il ministro Pinotti ha ragione a indicare la Cina come principale fonte di inquinamento a livello globale e a sottolineare la sua alta dipendenza dal carbone. “Vero” per il ministro della Difesa.