Intervenuto su La7, Matteo Salvini tocca i temi cari all’attualità, come la sicurezza e il possesso delle armi da parte dei cittadini privati. Chiamato dalla conduttrice Lilli Gruber a difendere l’assunto che “più armi vuol dire più sicurezza”, Salvini ha detto che il suo modello non sono gli Stati Uniti ma “il Paese più armato d’Europa”, cioè la Svizzera. Oltre al numero delle armi in circolazione, il leghista ha aggiunto che “non ci sono notizie di sparatorie in strada a Zurigo, a Chiasso o a Lugano”. Vediamo se la Svizzera è effettivamente un Paese così armato.



Quante sono le armi in Svizzera



Secondo le cifre del programma di ricerca GunPolicy, dell’Università di Sydney, ci sono 3,4 milioni di armi in possesso legale o illegale dei civili in Svizzera. Altre 350.000 circa sono in dotazione all’esercito e alle forze di polizia, portando il totale a oltre 3,7 milioni. La Svizzera ha 8,2 milioni di abitanti, e dunque c’è un’arma detenuta da civili ogni 2,4 abitanti.



GunPolicy, facendo riferimento a una ricerca comparativa condotta su 178 Paesi e pubblicata nel 2007, pone la Svizzera al terzo posto per il possesso di armi tra i civili: con 45,7 armi ogni cento abitanti, sono superati solo dagli Stati Uniti – al primissimo posto, con 88,8 armi ogni 100 abitanti e un arsenale civile totale di 270 milioni di armi – e dallo Yemen, l’unico altro Paese a superare le 50 armi per cento abitanti (ma fermandosi a 54,8). Come dice Salvini, la Svizzera è effettivamente il Paese più armato d’Europa, superando sia pur di poco la Finlandia (45,3 armi/100 abitanti).



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Bisogna precisare che la ricerca di GunPolicy – citata spesso anche riguardo l’Italia – ha ricevuto alcune critiche per la metodologia usata. In particolare, esclude dal conto le armi in possesso dei cittadini ma tecnicamente di proprietà del governo, il che restituisce numeri poco accurati soprattutto per alcuni Paesi, come Israele, in cui moltissimi portano a casa le armi che utilizzano durante il proprio servizio militare. Inoltre, la ricerca registra il numero di armi ogni 100 abitanti e non la percentuale di cittadini che le detengono, il misuratore più appropriato per stimare l’accesso alle armi dei cittadini. In questo modo, inoltre, non emerge l’incidenza dei casi in cui una persona possiede più di un’arma. È importante tener conto di queste critiche, anche se ai fini di questa analisi non cambiano la sostanza.



Come funziona con le armi in Svizzera



Tornando alla Svizzera, vale la pena approfondire un po’ come funzionano le cose nel Paese elvetico. Il caso svizzero viene citato spesso nel dibattito sulle armi perché unisce, a un alto tasso di possesso da parte dei civili, un numero di reati connessi alle armi da fuoco particolarmente basso (e in generale, con 0,72 reati ogni 100.000 abitanti, la Svizzera ha uno dei tassi di criminalità più bassi d’Europa e del mondo).



Come ricostruisce questo articolo di Bbc, la diffusione delle armi è dovuta alle pratiche sportive (l’associazione Swiss Shooting Verband, SSV, dichiara ben 133.000 membri) ma soprattutto al fatto che tutti i cittadini maschi tra i 18 e i 30 anni (in alcuni casi 34) svolgono periodi di servizio militare e sono dotati di un’arma, che sono tenuti a conservare a casa nel periodo in cui sono riservisti. Fino al 2006, chi aveva finito il servizio militare poteva comunque decidere di tenere l’arma, anche se dopo l’omicidio dell’ex campionessa di sci Corinne Rey-Bellet e del fratello da parte del marito, con l’arma del servizio militare di quest’ultimo, le norme sono state rese più stringenti con la necessità di chiedere un permesso alla polizia cantonale e di provvedere una giustificazione per il mantenimento dell’arma. Inoltre, a partire dal 2008, le munizioni militari non vengono più tenute a casa dai riservisti.



Le sparatorie di massa a cui fa riferimento Salvini come inesistenti o quasi in Svizzera si sono verificate, anche nel passato recente, seppure non con la frequenza impressionante con cui avvengono negli Stati Uniti. Nell’episodio più grave degli ultimi decenni in Svizzera, il 27 settembre 2001 un uomo aprì il fuoco nella sala dell’assemblea cantonale di Zug e uccise 14 persone, ferendone altre 18. Ai primi di gennaio del 2013, nel paesino di Daillon, nella Svizzera sudoccidentale, un uomo ha sparato sui passanti uccidendo tre persone e ferendone due. Più di recente, nel maggio di quest’anno cinque persone sono state uccise a colpi di arma da fuoco a Würenlingen, poco lontano da Zurigo, in una strage che sembra sia stata causata da una disputa familiare. Infine, la Svizzera ha il tasso di suicidi da arma da fuoco al secondo posto in Europa, con 2,68 casi ogni 100.000 abitanti, superato solo dalla Finlandia.



Il verdetto



Salvini cita i dati relativi alla Svizzera in modo sostanzialmente corretto, con una leggera approssimazione al rialzo per quanto riguarda il numero di armi. Anche se il caso svizzero non è del tutto funzionale alla tesi del “più armi uguale più sicurezza”, per il leader della Lega Nord il verdetto è un “Vero”.