Berlusconi e Salvini hanno fatto fronte comune alla manifestazione di Bologna dell’8 novembre e tra i temi trattati non poteva mancare quello della sicurezza. Nella fattispecie Berlusconi accusa il Governo Renzi, di non saper gestire l’emergenza migratoria che ha colpito l’Italia negli ultimi anni in seguito alle instabilità del Medio Oriente e del Mediterraneo meridionale.



L’ex Premier, nello specifico, paventa scenari catastrofici, puntando all’esplosione dei furti in appartamento. Vediamo subito se ha ragione:



Il raddoppio dei furti in appartamento?



Per capire se c’è stato effettivamente un forte aumento dei furti in appartamento basta consultare il database Istat, aggiornato al 2013.



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I dati ci dicono che, mentre il numero totale di delitti e di furti è rimasto pressoché stabile, quello dei furti in appartamento è effettivamente quasi raddoppiato, passando da un totale di 142 mila nel 2006 a 251 mila nel 2013. Come dice Berlusconi (e come rileva anche il Censis), si tratta effettivamente di 689 furti al giorno (29 all’ora, non 69, ossia uno ogni due minuti). Ma è proprio vero che il 60% degli arrestati è rappresentato da stranieri?



Per rispondere a questa domanda consultiamo il database Istat su “I detenuti nelle carceri italiane”, aggiornato anch’esso al 2013. Purtroppo l’istituto di statistica non fornisce dati ad un livello di dettaglio tale dal potere osservare statistiche specificatamente sui furti in appartamento, ma rimane evidente come gli stranieri compongano il 43% del totale dei nuovi entrati in carcere nel corso del 2013 (circa 26 mila su 59 mila individui, Tavola 3), e rappresentino circa il 35% delle presenze per furto in data 31 dicembre dello stesso anno (Tavola 13). Le tipologie di delitto per le quali gli stranieri si trovano in maggioranza sono l’istigazione, lo sfruttamento e il favoreggiamento della prostituzione (78% delle presenze è straniero), delitti contro la persona (altri, 52%), prostituzione minorile (69,7%).



Anche se il dato di cui sopra ci sembra sufficiente, per toglierci tutti i dubbi diamo un’occhiata anche al database “Delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria” da cui otteniamo il dettaglio richiesto (a livello di “furto di abitazione”). Qui scopriamo come nel corso del 2013 le denunce per questo specifico delitto abbiano riguardato, per il 54%, individui di cittadinanza non italiana (circa 8.400 su 15 mila), raggiungendo invece il 46% circa sul numero totale di denunce.



Il verdetto



Berlusconi ha ragione sull’aumento dei furti in appartamento, quasi raddoppiati dal 2006. Questa specialità di reato sembra effettivamente essere esplosa, all’interno di uno scenario che però vede il numero totale di delitti rimanere sostanzialmente invariato.



Per quel che riguarda la proporzione di stranieri sul numero di “arresti” (o denunce da parte della polizia all’autorità giudiziaria) la percentuale relativa agli stranieri si attesta al 46%, alzandosi al 54% per i furti in appartamento, ma gli stranieri detenuti in carcere per furto (e quindi definitivamente condannati) sono il 35%. I dati sono quindi più bassi di quelli citati da Berlusconi, ma è vero che le percentuali di stranieri denunciati e/o in carcere è ben al di sopra della proporzione di questi ultimi sul totale della popolazione residente, attorno all’8%.



Che dire, infine, del “nesso causale” creato da Berlusconi sulla relazione tra immigrati e numero di furti? Per poter valutare l’effetto degli immigrati sulla criminalità bisognerebbe avere disponibile un Paese completamente identico al nostro ma senza la presenza di stranieri. E’ un tipo di analisi che va ben al di sopra degli intenti del puro fact-checking, e che ci sembra impossibile confermare (o smentire). Altrimenti, seguendo la stessa logica del leader di Forza Italia si potrebbe attribuire agli immigrati anche il calo nel numero di furti complessivi vissuto dal 2006. Oppure che “con gli immigrati” i delitti sono rimasti stabili. E’ una premessa senza veri strumenti che svaluta l’intera veridicità della dichiarazione dell’ex Premier, dato che acquisisce un’importanza cruciale nel senso di quest’ultima.



Insomma, ci sembra che Berlusconi sia abbastanza corretto nel citare i dati e che non si allontani molto dalla realtà, ma che la sua premessa circa la relazione tra immigrazione e criminalità sia senz’altro azzardata, meritando in questo caso un “Ni'”.