Dal suo profilo Facebook, il deputato ed esponente di spicco del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista controbatte agli annunci di giubilo del Premier sui dati dell’occupazione. Scrive il deputato: Renzi e Padoan esultano perché i disoccupati scendono”, ma in realtà i disoccupati “non scendono affatto”.



Inattivi Vs sfiduciati



Come Di Maio prima di lui, Di Battista confonde due indicatori collegati ma distinti: gli sfiduciati (o scoraggiati) sono infatti una parte dei cosiddetti inattivi, non la stessa cosa. Riprendiamo qui sotto le definizioni dell’Istat:



  • Inattivi: comprendono le persone che non fanno parte delle forze di lavoro, ovvero quelle non classificate come occupate o in cerca di occupazione.

  • Scoraggiati: inattivi che, nel questionario dell’indagine sulle forze di lavoro, alla domanda “Qual è il motivo principale per cui non ha cercato un lavoro nelle 4 settimane dal .. al …?” , rispondono: “Ritiene di non riuscire a trovare lavoro”.



Dai dati trimestrali pubblicati a settembre dall’Istat e relativi al II trimestre 2015 si evince, in realtà, che il numero di scoraggiati è calato rispetto all’anno precedente di circa 3,5 punti percentuali. Aumentano invece altre cause delle inattività, tra cui lo studio o la formazione professionale e l’attesa degli esiti di passate azioni di ricerca (vedi prospetto in basso).






Disoccupati e inattivi



I dati che sta commentando il deputato M5S sono sicuramente quelli dell’Istat usciti proprio il giorno in cui ha scritto il suo post su Facebook. Tali dati non permettono un confronto tra scoraggiati e disoccupati, ma solo tra inattivi e disoccupati. E’ vero che a settembre 2015 gli inattivi sono aumentati di 53 mila unità di fronte ad un calo dei disoccupati di 36 mila unità. Bisogna però tener conto di due considerazioni: la prima è che questi dati non ci dicono quanti sono sfiduciati e quanti sono inattivi per altre ragioni (anche se sicuramente, visto il calo concomitante dell’occupazione, settembre, non è stato un mese rubricabile come positivo per il mercato del lavoro italiano).



Inoltre, i dati di settembre mostrano che la situazione non è così grama come la dipinge Di Battista (guardando oltre la mera variazione mensile). Infatti, sia rispetto all’anno scorso che rispetto all’inizio del governo Renzi, sono calati i disoccupati così come gli inattivi. A questo link si possono vedere i nostri calcoli, che riassumiamo nel grafico sottostante.



graph



Il verdetto



Di Battista confonde inattivi e scoraggiati. Gli ultimi dati disponibili dell’Istat – trimestrali – indicano che nel II trimestre 2015 era calato dopo un lungo periodo il numero di scoraggiati (persone che non cercano lavoro perché non credono di riuscire a trovarne uno). I dati più recenti, su base mensile, indicano sì che c’è stato un aumento negli inattivi più importante del calo dei disoccupati, ma che se si raffrontano questi valori all’anno prima e all’inizio del governo Renzi, sono diminuiti sia gli inattivi che i disoccupati. Insomma, la frase di Di Battista contiene un barlume di verità (a settembre sono aumentati gli inattivi contemporaneamente al calo dei disoccupati) ma è complessivamente una rappresentazione del tutto fuorviante della situazione attuale. “Pinocchio andante”.