A Londra i ministri hanno le palle, a Roma raccontano palle” – è con questa valutazione colorita (e che fortunatamente non dobbiamo verificare) che Salvini completa il tweet da cui abbiamo tratto la dichiarazione oggetto del nostro fact-checking.



Il contesto



David Cameron è stato rieletto con una maggioranza assoluta a maggio di quest’anno. Non più assoggettato al bisogno di governare in coalizione con i centristi Liberal Democrats, il Premier britannico sarebbe, secondo alcuni commentatori, libero di implementare politiche più nettamente conservatrici, anche nel campo dell’immigrazione. In questa direzione vanno i recenti annunci, collegati anche alla crisi in corso a Calais, dove centinaia di immigrati hanno tentato di sfondare nel terminale dell’Eurotunnel e salire a bordo dei treni e dei tir destinati verso l’Inghilterra.



Almeno a parole, il governo Cameron si è mostrato molto duro. L’editoriale scritto dal ministro degli Interni britannico Theresa May con il suo corrispettivo francese Bernard Cazeneuve non lascia spazio a interpretazioni: “I migranti credono che le nostre strade sono lastricate d’oro” . Il pezzo sul Daily Telegraph continua con “quelli che sfuggono dall’Africa verso l’Europa per scopi economici hanno aspettative irrealistiche su quello che possiamo offrire”.



I controlli “Right to rent”



Qualche giorno fa il governo britannico ha comunicato nuove misure sull’immigrazione e tra queste quella riportata da Salvini nel tweet in oggetto. Si tratta della già annunciata espansione del programma “Right to rent”, che obbliga i proprietari di casa a verificare lo status di immigrato legale dei loro aspiranti affittuari. Testato nella zona di Birmingham, questo progetto verrà ora implementato su scala nazionale. L’espansione del “Right to rent” prevede anche un processo accelerato per lo sfratto degli immigrati irregolari e nuove sanzioni per i proprietari che non rispettano le regole (nel progetto pilota rischiavano una multa fino a £3.000 per ogni affittuario illegale). Come si legge nell’annuncio del governo:



“verrà introdotto un nuovo reato per i proprietari e agenti immobiliari senza scrupoli che ripetutamente ignorano i controlli ‘right to rent’ oppure non prendono le azioni necessarie per rimuovere gli immigrati illegali dalla loro proprietà. Questi proprietari possono essere puniti con una multa e fino a 5 anni di incarcerazione”.


Parrebbe che Salvini abbia quindi colto nel segno, ma commette due importanti esagerazioni. In primis il “CARCERE” (maiuscole di Salvini) per il proprietario è solo l’ultima ratio con cui si sanziona il recidivo. In secondo luogo si tratta per ora solo di un annuncio, che deve essere incluso in una Immigration Bill, attualmente in stato di preparazione. Inoltre, secondo il parere del corrispondente legale della BBC, in particolare le regole riguardanti lo sfratto facilitato potrebbero essere in contravvenzione con l’Atto sui Diritti Umani.



Il verdetto



Da un tweet non si può aspettare una lunga e dettagliata analisi di una complicata norma, ma il cinguettio di Salvini è comunque ingannevole. Il carcere non colpirà chiunque ospiti clandestini ma solo alcuni proprietari di casa recidivi, definiti in una maniera non ancora ben specificata. Inoltre ci troviamo nella fase embrionale degli annunci: l’espansione del “Right to rent” deve essere trasformata in una proposta di legge e approvata dal parlamento. Una base di verità comunicata in maniera eccessivamente semplicistica, non approfondita e distorta: “Nì”.