In un momento in cui si è un po’ eclissato dai fari della ribalta mediatica, Matteo Renzi approfitta della visita del Premier irlandese per rivendicare i successi economici del suo governo, fautore a suo dire di una prima avvisaglia di ripresa economica. Verifichiamo subito quanto è corretta l’affermazione.



Prime avvisaglie di ripresa?



Renzi non fornisce riferimenti temporali, se non un indefinito “recente passato”. Non crediamo sia però troppo difficile interpretare i termini di paragone del primo ministro, che avrà quasi sicuramente confrontato l’attuale congiuntura con la situazione prima del suo governo (avviatosi nel febbraio del 2014).



Per quel che riguarda il numero di occupati, i dati Istat – aggiornati a maggio di quest’anno – sembrano dargli ragione*: da 22 milioni e 159 mila nel gennaio 2014, ovvero il mese prima dell’avvio del governo Renzi, il dato è salito a 22 milioni e 330 mila. Rimane chiaramente da stabilire se questo aumento sia dovuto principalmente alla ripresa della congiuntura economica o alle riforme del mercato del lavoro. E’ opportuno notare come il dato di maggio 2015 non sia però “molto” più alto rispetto al gennaio 2014: quella di Renzi è una esagerazione che gli costa il “Vero” e gli fa meritare, almeno su questo punto, un “C’eri quasi” (La nota mensile dell’Istat sull’andamento dell’economia italiana, pubblicata il 3 luglio scorso, non sembra inoltre fare fuochi di artificio – pag. 3).



graphPassiamo ora alla crescita del Pil e alla produzione industriale. Per quanto riguarda il primo dato, dobbiamo al momento limitarci agli ultimi conti economici trimestrali diffusi dall’Istat il 29 maggio scorso, che fanno riferimento al primo trimestre di quest’anno (per una prima stima preliminare della crescita del Pil durante il secondo trimestre del 2015 dovremo aspettare fino al 14 agosto). Ebbene, anche su questo fronte (crescita sul trimestre precedente) Renzi sembra avere ragione: durante il suo governo si è intravisto un rallentamento della discesa del Pil per poi scorgere i primi segnali di timida crescita.



graphPer quanto riguarda infine la produzione industriale, gli ultimi dati Istat sono usciti il 10 luglio e coprono il mese di maggio 2015. Se prendiamo il dato destagionalizzato, vediamo un trend un po’ diverso – l’indice della produzione è sì tornato a crescere nel corso del governo Renzi, ma dopo aver avuto un calo iniziale. La situazione al momento è tornata ai livelli della fine del governo Letta. “Pinocchio andante”.



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Il verdetto



Insomma, non è sicuramente facile comprendere cosa intende Renzi per “periodo recente”, ma cogliendo la frase nel contesto del discorso (l’importanza delle riforme) possiamo ipotizzare che stia facendo un paragone con il periodo precedente all’inizio del suo esecutivo. In questo caso il Premier dice sicuramente la verità sul tasso di crescita del Pil, esagera un bel po’ sull’occupazione (aumentata di poco rispetto a gennaio 2014) e non è propriamente onesto sull’indice della produzione industriale, appena riattestatasi sui livelli di gennaio 2014 dopo mesi di caduta. Ci sembra sia il caso di aggiudicargli un “Ni'” complessivo.



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*I dati per il numero totale di occupati e produzione industriale sono “destagionalizzati” dall’Istat. E’ una pratica che tiene conto delle variazioni causate dal cambiamento di stagione, isolando lo sviluppo naturale della congiuntura da sbalzi eccessivi tra un mese e l’altro.



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