Dagli studi di In Onda (La7), Alessandro Di Battista difende la scelta referendaria del Premier greco Alexis Tsipras. Ricordando le dure riforme richieste dall’Ue, il deputato a 5 Stelle sciorina una serie impressionante di numeri sulla Grecia. Quanti di questi sono corretti? Per tutti i dati partiremo dal 2010 come anno di riferimento, dal momento che è stato in quell’anno che “le istituzioni” (la fu Troika) hanno firmato il primo accordo con la Grecia.



La spesa pubblica e il Pil



Secondo Eurostat la spesa pubblica greca è passata da 118 miliardi di euro a 88 miliardi nel 2014, un calo del 25%. Tali dati includono però alcune spese straordinarie collegate alla messa in sicurezza del settore finanziario. Consideriamo quindi la spesa primaria censita dal Fondo Monetario Internazionale, al netto sia della spesa per interessi che della spesa per altre operazioni finanziarie. Nel 2010 tale spesa era pari a 101,1 miliardi, scesa a 85,6 miliardi nel 2014, una riduzione decisamente inferiore a quella citata da Di Battista, pari a circa -15%. E’ pur vero che si tratta di prezzi correnti, ragion per cui l’effetto dell’inflazione, seppur relativamente limitata nel quadriennio, rende più gravoso il taglio, ma di certo non lo raddoppia.



Il Pil greco è passato da 226,2 miliardi nel 2010 a 186,5 miliardi nel 2014 (in valori concatenati anno di riferimento 2010), contraendosi del 17,5% in quattro anni. Il -25% cui si riferisce Di Battista è il calo del Pil dallo scoppiare della crisi nel 2008.



graphMortalità infantile



Più controversa l’affermazione sulla mortalità infantile, che abbiamo affrontato più volte in passato (per ultimo in questa dichiarazione di Laura Boldrini durante la visita di Alexis Tsipras a Roma). La mortalità infantile è il numero di bimbi deceduti nel primo anno di vita per 1.000 nati vivi. Invitiamo chi è interessato ad approfondire la dichiarazione in oggetto, noi ci limiteremo a chiarire che quel +43% si riferisce agli anni 2008-2010 e che successivamente il valore è tornato a scendere. Aggiungiamo che, sebbene gli ultimi dati dell’Elstat (l’Istat greco) abbiano registrato un aumento della mortalità infantile in Grecia nel 2013, il livello raggiunto di 3,67 morti per 1.000 nascite è ancora più basso del 3,8 registrato nel 2010 (a cui fa riferimento, ripetiamo, quel 43%).



graphLe pensioni



Alle pensioni greche abbiamo già dedicato un blog e un altro fact-checking, sempre di Di Battista. Come si può vedere a pagina 21 e 33 dell’ultimo rapporto “Pensions at a Glance” dell’Ocse, la Grecia ha implementato numerose riforme del settore pensionistico. La tabella sottostante riassume le riforme fatte al 2013, e nella colonna “sostenibilità finanziaria e fiscale” sono riportate le azioni intraprese dai governi greci nel periodo 2010-2013. Secondo il Financial Times i tagli alle pensioni sarebbero stati addirittura 8 in 4 anni.






Dire che questo significhi o meno “fare i compiti” è difficile da dirsi. Sicuramente molta strada è stata fatta nel rendere più sostenibile nel lungo termine il sistema pensionistico. Sempre l’Ocse sostiene che la Grecia abbia riformato in maniera “sostanziale” il proprio sistema pensionistico “riducendo drasticamente” l’aumento nella spesa previsto da qui al 2050. La spesa pensionistica, che si prevedeva raggiungere il 24,1% del Pil nel 2060, dovrebbe fermarsi al 14,6%



Il verdetto



Da quando la Grecia è “sorvegliata speciale” della Troika, il Pil e la spesa pubblica sono calati in maniera rilevante, anche se i numeri de deputato pentastellato sono esagerati. Inoltre Di Battista è caduto in una trappola ricorrente per quanto riguarda la mortalità infantile, sì aumentata d’improvviso nel biennio 2008-2010 ma si è successivamente ridotta. Su questo fenomeno, visti i numeri fortunatamente piuttosto bassi, è difficile – e forse inopportuno – titolare sulle percentuali di variazione. E’ sostanzialmente corretta invece la parte sulle pensioni: si sono susseguiti numerosi tagli e sicuramente si è fortemente ridimensionato un sistema pensionistico assolutamente sproporzionato. Un “Nì”, un “Pinocchio andante” e un “Vero” finiscono per far guadagnare a Di Battista un “Nì” complessivo per questa dichiarazione.