Milano e Ventimiglia distano centinaia di chilometri da Lampedusa, eppure recentemente hanno scippato all’isola pelagica l’attenzione dei media e dei politici in merito alla situazione dei migranti in Italia. In particolare, esponenti di alcuni partiti, hanno dato notevole rilievo alla notizia dell’alta incidenza della scabbia tra i migranti presenti in Stazione Centrale a Milano. Quanto è effettivamente grave la situazione?



I casi di scabbia a Milano



Abbiamo contattato il dottor Giorgio Ciconali, direttore dell’Igiene e Sanità Pubblica presso la Asl di Milano per ottenere le informazioni necessarie (qui la sua risposta email). Il Dr. Ciconali ci ha confermato che i casi di scabbia denunciati a Milano sono oltre 600, di cui circa 600 “da importazione” e una cinquantina “autoctoni”. La maggior parte di questi casi sono riferibili ai mesi di maggio e giugno e riscontrati tra cittadini eritrei.



E’ “emergenza”?



Come si può leggere nella nota informativa che ci ha spedito il Dr. Ciconali, la malattia è causata da un piccolo acaro che penetra nella pelle dove deposita le sue uova, provocando forti pruriti. La malattia è contagiosa attraverso il contatto diretto o indiretto (toccando ad esempio biancheria intima del malato recentemente usata).



Secondo il dottor Ciconale i casi di scabbia segnalati tra i migranti sono da considerarsi seri perché non curati da mesi e questo ha causato, in alcuni casi, gravi ascessi. Complessivamente però non ci sarebbe da preoccuparsi: chi non vive nelle difficili condizioni dei migranti arrivati in Stazione Centrale “guarisce senza problemi in poche ore”, dopo aver ricevute le adeguate cure. Secondo Raniero Guerra, direttore generale della Prevenzione Sanitaria, la malattia sarebbe “una patologia dermatologica banale per la quale esiste una terapia a basso costo”.



Il verdetto



Meloni azzecca il numero ma non la gravità del fenomeno scabbia. Se è vero che la sua stima dei casi di questa malattia è persino modesta (ad oggi sono più di 600), è esagerato parlare di un’ “emergenza sanitaria” quando sia il direttore igiene della Asl di Milano che il DG Prevenzione del Ministero della Salute invitano a considerare la malattia come assolutamente gestibile. “Nì”.