Già negli scorsi anni, politici come Mario Monti e Giorgia Meloni citavano con orgoglio questo dato – che fa riferimento, in particolare, all’industria manifatturiera (volume fisico della produzione industriale in senso stretto: escluso il settore delle costruzioni, ma incluso il settore estrattivo). Nel 2011 e nel 2012, l’Italia si collocava al secondo posto in Europa, dopo la Germania, con 3,3% e 3,1% rispettivamente della produzione mondiale. Vediamo se è cambiato qualcosa.



Italia, potenza industriale?



Il primo dato interessante è che l’industria manifatturiera in Italia si sta restringendo, come sottolineato dal rapporto di Confindustria del giugno 2014. Se guardiamo ai dati del periodo 2007-2013 sui primi 10 Paesi, notiamo che l’Italia è quello con la contrazione maggiore (-5%). Secondo Confindustria, tra le cause ci sarebbero il calo della domanda interna, l’asfissia nel credito, l’aumento del costo del lavoro slegato dalla produttività e la bassa redditività.



Questa forte decrescita ha permesso alla Francia – che pure ha vissuto un calo di produzione nello stesso periodo – di raggiungere il nostro Paese. I due Stati si contendono ora il secondo posto come potenza industriale europea, con una quota pari a 2,6% della produzione mondiale.



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Verdetto



Renzi ha parzialmente ragione: l’Italia è la seconda potenza europea, a pari merito però con i nostri vicini d’Oltralpe. 2C’eri quasi”!