Laura Boldrini mette l’accento sulle diseguaglianze sociali in Italia, sostenendo che sia aumentata significativamente negli ultimi decenni.



La diseguaglianza dagli anni ’80



Nel report dell’Ocse “Focus on inequality and growth” del 2014 si legge che nei Paesi Ocse negli ultimi trent’anni la forbice tra ricchi e poveri è la più ampia di sempre: il rapporto tra il reddito medio del 10% più ricco della popolazione e il 10% più povero è di 9 volte e mezzo, mentre negli anni Ottanta il rapporto era di 7 a 1. La diseguaglianza è ancora più marcata se si guarda al coefficiente di Gini, una misurazione delle diseguaglianze che va da zero – dove tutti hanno lo stesso reddito – a uno – dove tutto il reddito va a una sola persona. In Italia, a metà anni ’80, questo coefficiente era uguale a 0,29, nel 2011 era pari a 0,32, in linea con la media dei Paesi Ocse (si clicchi su questo link e si vada su “Figures and data” per aprire “Figure 1”).



La diseguaglianza è aumentata del 33%?



Dato che la Boldrini parla di aumento della diseguaglianza in termini percentuali continuiamo la nostra ricerca e arriviamo ad una fonte non freschissima ma sempre autorevole. A ottobre 2008 l’Ocse ha diffuso il rapporto “Growing Unequal?” in cui ha analizzato la distribuzione del reddito e la povertà all’interno dei 30 Paesi membri dell’Organizzazione.



In Italia la diseguaglianza tra ricchi e poveri – in termini di redditi da lavoro, capitale e risparmi – è cresciuta del 33% rispetto alla metà degli anni ’80. La nota riporta che “si tratta del più elevato aumento nei Paesi Ocse, dove l’aumento è stato mediamente del 12%”. Guardando ai dettagli si vede che iI reddito medio del 10% più povero si aggira intorno ai 5.000 dollari (sotto la media Ocse di 7.000), mentre il reddito del 10% più ricco è di 55.000 dollari (sopra la media degli altri Paesi). In termini patrimoniali la diseguaglianza è ancora più accentuata: il 42% della ricchezza è detenuta dal 10% dei cittadini, mentre il 28% del reddito totale è detenuto dallo stesso 10%.



Aggiungiamo che la sostanza non è cambiata negli ultimi anni: il coefficiente di Gini ha avuto delle oscillazioni ma si è sempre mantenuto su livelli molto simili tra la metà degli anni 2000 al 2011 (si clicchi questo link e si vada su “Italia” nella tabella “Compare your country”).



Diseguaglianza italia trend



Verdetto



Laura Boldrini riporta precisamente (seppur un po’ sinteticamente) i risultati di uno studio – un po’ vecchiotto – dell’Ocse: dagli anni ’80 la diseguaglianza è aumentata proprio del 33% e nella sostanza le cose non sembrano essere migliorate negli ultimi anni.