Lo scorso 16 marzo, il sito meteoweb.eu ha pubblicato un articolo dal titolo “Abolita la festa del papà in un asilo comunale: ‘offenderemmo i bambini adottati da genitori gay o lesbiche’”. Nel testo si legge che in un asilo comunale del quartiere Isola di Milano si sarebbe deciso “di abolire la festa del papà per non offendere i bambini che hanno due mamme o due papà”.

La denuncia “di questo fatto gravissimo” sarebbe arrivata dall’ex vicesindaco Riccardo De Corato. Questi avrebbe dichiarato: “È vergognoso che un asilo cancelli la festa del papà per non offendere i genitori gay: siamo arrivati anche a questo a Milano, dopo che l’amministrazione arancione ha cancellato mamma e papà per genitore1 e genitore2”.

Si tratta in realtà di una notizia di due anni fa, ma presentata senza chiare indicazioni temporali che facciano comprendere quando si sono svolti i fatti. Inoltre, viene raccontata con alcune notevoli imprecisioni.

La fonte

Ma andiamo con ordine. Partiamo dalla fonte. Meteoweb.eu riprende la notizia pubblicata il 14 marzo 2016 dall’Huffington Post. All’interno dell’articolo dell’Huffington Post compaiono ad esempio le dichiarazioni di De Corato citate da meteoweb.com.

La vicenda

Ma cosa era successo? Huffington Post scriveva che alcuni genitori dei bambini dell’asilo in questione, situato nel quartiere Isola a Milano, avevano segnalato ai giornali che la festa del papà “era stata sostituita con una programmazione didattica dedicata alle diverse etnie”.

La motivazione dietro questa scelta, spiegava Repubblica Milano (anche se non erano state fornite versioni ufficiali) sarebbe stata quella “di non urtare la sensibilità di alcuni bambini che avrebbero due mamme o due papà”. Era così nato un caso politico, con diversi interventi di condanna da parte di politici locali e nazionali, in particolare di centrodestra.

Il giorno successivo (il 15 marzo), però, i rappresentanti dei genitori contattati dal Fattoquotidiano.it chiarirono che l’asilo non aveva cancellato la festa del papà, ma ne aveva modificato le modalità. Smentivano poi che questi cambiamento fossero collegati a una qualche forma di rispetto verso le famiglie “arcobaleno”.

“Il 24 novembre scorso [quindi l’anno precedente, cioè nel 2015, ndR] – spiegava al Fatto Quotidiano Matteo, rappresentante dei genitori di una delle classi della scuola d’infanzia – siamo stati informati dai maestri che invece di passare ore a preparare i lavoretti di Natale, Pasqua, festa della mamma e del papà i nostri figli avrebbero portato a casa dei doni più semplici e sarebbero stati coinvolti, invece, in un progetto sulle diverse etnie: nessuno ha mostrato malcontento, anche perché la festa non è stata affatto cancellata”.

Riguardo poi la motivazione dietro questa decisione, alcuni rappresentanti di classe spiegavano che “dalla direzione ci hanno detto che la decisione è stata presa già lo scorso anno […] proprio con lo spirito di accontentare tutti i bambini, compresi quelli che vivono con il proprio papà. Se il problema fosse stato quello delle coppie gay si sarebbero trovate altre soluzioni, invece si è pensato a tutti i bambini che potessero vivere un disagio e, soprattutto, si è cercato di fare un progetto formativo di più alto valore”.

La lettera al Corriere della Sera

Il 16 marzo, infine, un gruppo di genitori e rappresentanti della scuola aveva scritto una lettera al Corriere della Sera in cui si leggeva: “Sulla scuola […] si è scatenata una bufera mediatica assolutamente infondata, di natura puramente politica e strumentale e che vede come vittime la scuola stessa e in primis i bambini che la frequentano. Alcuni giornali hanno parlato di «abolizione della festa del papà» per non offendere le cosiddette famiglie arcobaleno. Nulla di tutto ciò è vero: la scuola, e in particolare il collegio docenti, ha preso la decisione di non far realizzare ai bambini i regalini per le feste della mamma e del papà già dallo scorso anno scolastico, in segno di attenzione per le famiglie in cui un genitore è morto o assente per varie ragioni”.