Il 19 giugno, il sito Euro News 24 ha pubblicato un articolo dal titolo “Pignorate tutte le proprietà di Soros in italia. Salvini ‘Soldi ricavati andranno ai terremotati’”.

Nel testo si legge che il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, dopo le ultime critiche ricevute dal “noto imprenditore e ‘filantropo’” George Soros, avrebbe deciso di pignorargli tutte le sue proprietà in Italia, “tra Ville, Yatch ed appartamenti super lussuosi”, e avrebbe promesso che “i soldi ricavati dalle vendite andranno devoluti ai terremotati” dell’Italia centrale.

Si tratta di una notizia inventata, che non trova riscontro in nessun documento ufficiale e in nessuna testata nazionale o locale.

Ma tra Salvini e Soros c’erano state delle ruggini. A inizio giugno, tra George Soros uno degli uomini più ricchi al mondo, che ha donato centinaia di milioni di dollari a ONG che si occupano di diritti umani, ha preso diverse posizioni politiche e sul cui conto girano diverse teorie del complotto – e Matteo Salvini c’era stato un botta e risposta a distanza.

Durante il Festival dell’Economia di Trento, l’imprenditore aveva posto la questione di possibili legami economici tra la Lega, il partito guidato da Salvini, e la Russia di Putin. Il ministro dell’Interno aveva risposto subito negando qualsiasi finanziamenti russo.

In un post su Facebook del 30 dicembre 2017, prima di diventare ministro dell’Interno, Salvini aveva attaccato Soros scrivendo che l’imprenditore e “i suoi miliardi pro-clandestini saranno messi al bando in Italia: persona (e soldi) indesiderati”. Ma, ad oggi, il neoministro non ha mai parlato di pignoramenti e di evolvere i soldi ricavati ai terremotati.

Se guardiamo alla legge, poi, il pignoramento è un procedimento preciso che non sembra avere molto a che vedere con quello di cui si sta parlando: consiste infatti nell’atto, previsto nel codice di procedura civile, con cui ha inizio l’espropriazione forzata su istanza di un creditore, cioè una persona che ha diritto di riscuotere qualcosa da un’altra persona che è il debitore. Ma naturalmente solo un giudice, e non una figura politica come il ministro dell’Interno, può decidere se e quando disporlo.