“In qualità di titolare di questo account in Facebook, dichiaro, alle parti interessate e in particolare all’amministratore della società Facebook, che i miei diritti d’autore sono collegati a tutte le mie informazioni personali…”



Ci risiamo. A meno di un anno dall’ultima volta, torna su Facebook la Catena di Sant’Antonio che ci esorta a copiare ed incollare un pezzo di testo dal suono legalese e a sistemarlo come status sui nostri profili in modo da evitare che Mark Zuckerberg si appropri di tutti i nostri contenuti. Il testo è quello riportato nei tre post in basso ed è simile a quelli che si sono visti ripetutamente negli scorsi anni.






La convenzione di Berner?



Qualche elemento di questo post dovrebbe indurre a dubitare della sua validità. Innanzitutto la “Convenzione Berner” citata non esiste, è una storpiatura della Convenzione di Berna sulla proprietà intellettuale. Pare inoltre strampalato chiamare in causa lo Statuto di Roma, (che disciplina la Corte Penale Internazionale) cui “è affidato il compito di giudicare gli autori di genocidi, crimini contro l’umanità e crimini di guerra”. Forse un po’ troppo anche per Zuckerberg.



Che diritti ha Facebook sui nostri contenuti



Per sapere di quali diritti il colosso di Menlo Park gode sui contenuti che pubblichiamo su Facebook, bisogna leggere le condizioni d’uso, ovvero il contratto tra l’utente e l’azienda. Inoltre può valer la pena farsi un giro nella normativa sui dati. Il passaggio clou è comunque il seguente:





Per quanto riguarda i contenuti protetti dal diritto di proprietà intellettuale, ad esempio foto e video (“Contenuti PI”), l’utente ci concede le seguenti autorizzazioni, soggette alle impostazioni sulla privacy e alle impostazioni delle applicazioni: l’utente ci fornisce una licenza non esclusiva, trasferibile, che può essere concessa come sottolicenza, libera da royalty e valida in tutto il mondo, che consente l’utilizzo dei Contenuti PI pubblicati su Facebook o in connessione con Facebook (“Licenza PI”). La Licenza PI termina nel momento in cui l’utente elimina il suo account o i Contenuti PI presenti nel suo account, a meno che tali contenuti non siano stati condivisi con terzi e che questi non li abbiano eliminati.


Da utenti del sito, sottoscriviamo questo passaggio come il resto delle condizioni d’uso.



Come proteggere la propria privacy ed i propri diritti d’autore su Facebook



Per quanto riguarda la privacy, si può ridurre la visibilità dei propri post a terzi su Facebook andando sulle impostazioni. Per quanto riguarda invece i diritti di proprietà intellettuale concessi a Facebook stessa ci sono, secondo l’ottimo Snopes.com, 4 soluzioni:



  1. Non aprire un profilo su Facebook

  2. Negoziare un accordo bilaterale con l’azienda [in bocca al lupo!, ndr]

  3. Esigere, attraverso un’azione di lobbying nella sezione “Site Governance”, che Facebook cambi le regole per tutti

  4. Cancellare il proprio profilo Facebook



Chiudiamo il discorso sull’efficacia del post da copiare ed incollare citando l’acchiappa-frottole italiano par excellence, Paolo Attivissimo: Tanto vale nascondersi dietro una lastra di vetro e pensare che chiudendo gli occhi si diventi invisibili”.