In un editoriale sul Fatto Quotidiano il direttore Marco Travaglio commenta il referendum greco e scrive che l’austerità fine a se stessa ha prodotto in pochi anni in Europa 23 milioni di disoccupati in più rispetto a prima”. Non è proprio così.






In realtà sono 23 milioni i disoccupati totali all’interno dell’Unione Europea (23,3 milioni a maggio 2015 secondo gli ultimi dati Eurostat). Quanto a “prima”, possiamo prendere a riferimento il crac di Lehman Brothers, avvenuto nel settembre 2008, come punto di partenza. Sempre Eurostat ci indica che allora i disoccupati nell’Ue erano circa 17 milioni. Dunque poco più di 6 milioni di senza lavoro in più negli ultimi anni, ben lontano dai 23 milioni evocati da Travaglio.



Crisi o austerità?



Tuttavia, il direttore del Fatto non se la prende tanto con la crisi quanto con le politiche di austerità che avrebbero provocato un aumento così significativo della disoccupazione. E’ difficile in questo caso identificare da quale momento partire: ogni Paese dell’Ue ha varato misure di aggiustamento più o meno importanti e in tempi più o meno diversi. Possiamo tutto sommato rilevare che tali politiche sono state varate prevalentemente solo a partire dal 2010, quando, secondo Paul Krugman (che dell’austerità è nemico giurato) è cominciata la “virata globale verso l’austerità.



All’inizio del 2010 il numero di disoccupati registrato nell’Ue era già salito a circa 23 milioni, poco meno del valore attuale.



Nel grafico sottostante riprendiamo l’andamento della disoccupazione negli ultimi anni (qui i dati Eurostat).



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23 milioni sono i disoccupati totali nell’Ue oggi. Perché si fosse registrato un aumento di 23 milioni di disoccupati, non ci sarebbe dovuto essere alcun disoccupato prima dell’introduzione delle politiche di austerità.



Invitiamo il direttore del Fatto a correggere il suo editoriale o a correggerci nel caso in cui non avessimo interpretato correttamente il suo scritto.