Liguria



Il dissesto idrogeologico



Pastorino: “Noi abbiamo ricevuto la promessa dal governo di ricevere 379 milioni di euro per le opere a difesa della città di Genova e altre ancora.” (1:03)



VERO – I disastri alluvionali che caratterizzano la Liguria e Genova hanno convinto le autorità centrali a stanziare importanti risorse per tutelare e preservare il territorio. Il piano nazionale 2014-2020 per il dissesto idrogeologico, sostenuto teoricamente da un anticipo del Decreto Sblocca Italia, prevedeva a novembre 2014 una quantità di 379 milioni di euro per la Liguria (cifra annunciata sia dalla Regione che dal dettaglio delle opere cantierabili).



Toti: “Diciamo anche che non sono stati spesi neppure tutti i soldi che l’Europa destina per la Liguria, perché il 40% dei fondi europei in questi ultimi anni non sono stati spesi.” (3:15)



PINOCCHIO ANDANTE – Come abbiamo spiegato sopra, i fondi europei funzionano a rendicontazione – solo una volta che un progetto è realmente partito e sono stati spesi i soldi, si potranno richiedere (e ricevere) i fondi stanziati per la realizzazione del progetto stesso. La spesa certificata, che possiamo trovare sul portale Opencoesione, indica le richieste di rimborso avanzate dalle amministrazioni locali presso la Commissione Europea – indica cioè che dei soldi sono stati spesi, e che l’amministrazione locale si occupa di chiedere il loro rimborso. Per quanto riguarda la Liguria, scopriamo che per entrambe le tipologie di programma finanziate dai Fondi Europei (FESR e FSE) la spesa certificata ligure ha superato a fine 2014 il 75% sia per i fondi FESR che FSE. Questo significa che la regione è riuscita a spendere oltre il 75% dei fondi stanziati.



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Paita: “Finalmente questo governo ha dato 400 milioni di euro per la difesa del suolo. Voglio dire che il Governo Berlusconi ne aveva tagliati 400 milioni esattamente prima dell’alluvione del 2011.”



PANZANA PAZZESCA – Seguire il percorso di approvazione del bilancio dello Stato è particolarmente complicato, ed è importante che tutti i suoi passaggi siano chiari. Il Governo presenta inizialmente al Parlamento un Disegno di Legge di bilancio, da discutere in assemblea, che presenta le previsioni di spesa dell’Esecutivo nel triennio successivo. Il Disegno di Legge deve essere approvato per fine anno, nella cosiddetta Legge di Bilancio. Successivamente, entro giugno dell’anno successivo, la Legge di Bilancio subirà delle variazioni da approvare in Parlamento, che terranno conto degli effetti della Legge di Stabilità sulle iniziali previsioni di bilancio.



Es: Il Governo presenta, entro il 15 ottobre del 2015, le sue previsioni di spesa per il triennio 2016-18. Il Parlamento dovrà approvare la Legge di Bilancio entro la fine del 2015, e nel giugno 2016 sopraggiungeranno le modifiche alla Legge per tenere conto delle novità intercorse nell’arco dei sei mesi.



Detto ciò, per capire se il Governo Renzi ha veramente stanziato 400 milioni per la protezione del suolo basta vedere la Legge di Bilancio 2015-17, approvata nel dicembre del 2014 (l’unica Legge di Bilancio approvata dal Governo Renzi). Al suo interno si può vedere come, per il 2015, il governo prevedesse di spendere 762 milioni di euro. Non molto di più di quanto non fosse previsto dall’ultima Legge di Bilancio del Governo Letta, ovvero 694 milioni di euro per la tutela del territorio nel 2015. Insomma, a quanto pare il Governo Renzi ha aggiunto, per il 2015, “appena” 68 milioni di euro in più rispetto a quanto fosse stato previsto, e non 400 come afferma Paita.



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Adesso bisogna vedere cos’ha fatto il Governo Berlusconi. La Legge di Bilancio 2011-13, approvata nel dicembre del 2010, stanziava per la difesa del territorio 718 milioni nel 2011. Il 30 giugno 2011, quando pubblicò il budget rivisto (Bilancio assestato 2011), le risorse destinate alla protezione dell’ambiente erano passate da 718 a 720 milioni di euro, confermando così l’impegno. L’alluvione di Genova avvenne nel novembre di quell’anno.



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l’Immigrazione



Pastorino: “Io ho dei dati che dicono che la Liguria ospita circa 1.300 immigrati che sono il 2% del totale che ci sono in Italia. La popolazione della Liguria è al 2,5.” (3:18)



VERO – I richiedenti asilo sono alloggiati in una serie di strutture sparse su tutto il territorio nazionale. Secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Interno (aggiornati a febbraio 2015) la Liguria ospitava 1.266 richiedenti asilo, ovvero circa il 2% del totale dei richiedenti presenti in Italia (circa 67 mila individui). La popolazione della Liguria, come dice Pastorino, è circa il 2,6% del totale della popolazione italiana. Attenzione, perché ci stiamo riferendo ai richiedenti asilo, e non ai clandestini che non possono rimanere sul territorio italiano.



Toti: “Questo governo ha fatto entrare l’anno scorso più di 100 mila clandestini in Italia. L’ultimo governo del Presidente Berlusconi, ministro degli interni Maroni, ne ha fatto entrare meno di 10 mila.” (4:39)



NI’ – E’ vero che l’anno scorso sono sbarcati più di 100 mila migranti sulle coste italiane (170 mila, per l’esattezza). E’ però un po’ inesatto affermare che nell’arco dell’ultimo Governo Berlusconi ne siano sbarcati meno di 10 mila (nonostante i numeri fossero molto inferiori). Uno sguardo alla serie storica degli sbarchi della Fondazione Ismu ci dice che nel periodo 2008-2010 sono sbarcati in Italia circa 51 mila migranti. L’anno 2011, primo anno delle Primavere Arabe, è stato un anno eccezionale ed ha portato il totale degli sbarchi a circa 114 mila.



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I pensionati



Pastorino: “Essendo la pensione minima di 480/90 euro non si capisce come mai la soglia di povertà sia attestata sui 780 euro.” (1:00)



VERO – La pensione minima aggiornata all’inflazione, secondo l’Inps, è di 495,43 euro. La soglia di povertà assoluta (il valore monetario di spesa mensile al di sotto del quale un individuo è considerato in povertà assoluta) determinata dall’Istat per un individuo tra i 60 e i 74 anni di età, residente nel Nord Italia, ammonta a circa 789 euro (749 per un individuo di più di 74 anni di età).