Il 27 settembre 2019, la pagina Facebook ufficiale di Radio Maria – che ha oltre 1 milione e 620 mila follower – ha pubblicato un’immagine (poi rimossa, come ha verificato Bufale.net) che conteneva una critica, ricca di riferimenti a temi religiosi ed eticamente sensibili, nei confronti di Greta Thunberg e degli scioperi per il clima.

«Cara Greta – si leggeva nel post – dopo che abbiamo buttato Dio nella pattumiera, vogliamo salvare il pianeta? Dopo che lasciamo sopprimere i feti umani, vogliamo proteggere i cuccioli animali? Dopo che confondiamo i generi, vogliamo salvare la specie? Dopo che aiutiamo gli uomini a morire, vogliamo far crescere le foreste? Volto indignato il tuo, o forse manipolato? Giovani, non lasciatevi ingannare».

Negli ultimi giorni, l’emittente radiofonica – che non è la radio ufficiale del Vaticano ed è presente in 78 Paesi del mondo – ha condiviso, come vedremo tra poco, altre notizie “negazioniste”, in cui il pericolo dell’emergenza climatica è stato sminuito o addirittura ridicolizzato.

Ma vediamo con ordine perché quella di Radio Maria è vera e propria disinformazione ambientale.

La lettera dei 500 scienziati

Il 30 settembre, su Facebook Radio Maria ha copia-incollato in un post il contenuto dell’articolo “500 scienziati hanno inviato una lettera all’Onu: ‘Non c’è un’emergenza climatica’”, pubblicato quattro giorni prima su MeteoWeb, sito noto per diffondere notizie di pseudoscienza.

Il pezzo è una sorta di traduzione della lettera (qui il testo originale in inglese) inviata all’Onu il 23 settembre 2019 da un gruppo di quattordici accademici (definiti “Ambasciatori della dichiarazione europea sul clima”), che di fatto negano senza mezzi termini il rischio di un’emergenza climatica.

Secondo gli autori del messaggio, «una rete globale di 500 scienziati» – di cui non vengono menzionati i nomi – avrebbe dimostrato, tra le altre cose, che i cambiamenti climatici causati dalla natura sono sempre esistiti; che i climatologi usano modelli predittivi inadeguati; che il riscaldamento globale non sta causando disastri sulla Terra; e che la «CO2 è il cibo delle piante, la base di tutta la vita sulla Terra».

«La CO2 non è un inquinante – sostiene la lettera – è essenziale per tutta la vita sulla Terra. La fotosintesi è una benedizione. Più CO₂ è benefica per la natura, rinverdendo la Terra: ulteriore CO₂ nell’aria ha promosso un aumento della biomassa vegetale globale. È buona anche per l’agricoltura, aumentando le rese delle colture nel mondo».

Ci sono almeno due questioni macroscopiche che non tornano in questa lettera, oltretutto ripresa anche da diversi quotidiani italiani come Il Giornale.

Tra i firmatari, nessun climatologo (anzi)

La prima: come ha verificato Open, tra i 14 firmatari indicati nel messaggio non c’è nessun climatologo. Anzi.

Viv Forbes, uno dei 14 nomi in calce alla lettera, è legato all’industria dell’estrazione del carbone in Australia, dove è consigliere della Carbon Sense Coalition, un gruppo di volontari che, spiega il suo sito ufficiale, combatte contro lo «svilimento» del carbone propagandato dalla società occidentale.

L’italiano Alberto Prestininzi, altro firmatario, è invece un geologo in pensione, mentre Richard Lindzen è noto da tempo per diffondere notizie false sul riscaldamento globale.

Una minuscola minoranza

La seconda: come abbiamo già scritto diverse volte, il consenso della comunità scientifica è pressoché unanime sulla responsabilità della nostra specie sui cambiamenti climatici.

Citare la lettera di «500 scienziati» – che è inoltre sprovvista di dati e riferimenti bibliografici a supporto delle proprie tesi – fa passare il messaggio fuorviante secondo cui la comunità scientifica è “spaccata” sul tema: questo non è vero.

Una modalità di fare disinformazione che, come vedremo, Radio Maria ha adottato di recente anche in altre occasioni, citando due famosi scienziati italiani: Carlo Rubbia e Antonino Zichichi.

L’articolo su Rubbia e Zichichi

Sempre il 30 settembre 2019, Radio Maria ha postato su Facebook un articolo, intitolato “Gli scienziati Rubbia e Zichichi contro la teoria del surriscaldamento globale”, originariamente pubblicato a giugno 2016 su Giuseppemerlino’s Blog. Un sito che «si prefigge lo scopo di presentare una serie di semplici articoli divulgativi per diffondere quanto finora conosciamo sul mistero dell’Universo e dell’Uomo».

L’errore su Rubbia, l’errore di Rubbia

L’articolo inizia così: «Riportiamo la prima parte del discorso tenuto nel 2014 dal prof. Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica, nel corso di un’audizione in Senato».

Questo discorso, di cui c’è anche il video, da anni è usato a torto come prova dai negazionisti del riscaldamento globale, come abbiamo verificato di recente.

Nella sua audizione, Rubbia non mette infatti in discussione il fatto che le emissioni causate dagli esseri umani siano responsabili dei cambiamenti climatici globali.

Non è invece supportata dai fatti la sua frase, secondo cui «dal 2000 al 2014, la temperatura della Terra non è aumentata: essa è diminuita di 0,2 gradi e noi non abbiamo osservato negli ultimi 15 anni alcun cambiamento climatico di una certa dimensione». L’affermazione di Rubbia è errata e si basa su dati dell’epoca poi smentiti.

Zichichi il negazionista

L’articolo prosegue poi con due dichiarazioni di Antonino Zichichi, professore emerito di Fisica superiore dell’Università di Bologna (di nuovo, dunque, non un climatologo).

In un’intervista a Il Giornale del 2012, riporta il post di Radio Maria, Zichichi ha detto che «il motore climatico è in gran parte regolato dalla CO2 prodotta dalla natura, quella CO2 che nutre le piante ed evita che la Terra sia un luogo gelido e inospitale. Quella prodotta dagli esseri umani è una minima parte».

In un’intervista del 2017 a Il Mattino, Zichichi ha invece dichiarato – secondo quanto riporta Libero – che «l’inquinamento esiste, è dannoso, e chiama in causa l’operato dell’uomo. Ma attribuire alla responsabilità umana il surriscaldamento globale è un’enormità senza alcun fondamento: puro inquinamento culturale».

Le posizioni critiche di Zichichi sull’emergenza climatica sono note da tempo, e sono state riprese da Radio Maria anche in un post del 27 settembre, con un articolo di Libero intitolato “Antonino Zichichi: ‘Il riscaldamento globale è la più grande bufala di tutti i tempi’”.

«In nome di quale ragione – sostiene il fisico – si pretende di descrivere i futuri scenari della Terra e le terapie per salvarla, se ancora i meccanismi che sorreggono il motore climatico sono inconoscibili? Divinazioni».

Le tesi di Zichichi – che, lo ribadiamo, è un fisico e non esperto di climatologia – vanno contro quello che è il consenso pressoché unanime della comunità scientifica dei climatologi.

Nell’ultimo rapporto di ottobre 2018 dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) – il principale organismo internazionale delle Nazioni Unite che studia il fenomeno del riscaldamento globale – si legge infatti che le attività umane hanno causato un riscaldamento globale di circa 1°C rispetto ai livelli preindustriali e che «è probabile che il riscaldamento globale raggiungerà 1,5°C tra il 2030 e il 2052 se continuerà ad aumentare al tasso attuale».

Nel 2017, Zichichi è stato inoltre protagonista di una storia, per così dire, “curiosa”, come ha ricostruito sul suo blog Ugo Bardi, docente di chimica all’Università di Firenze. Il 5 luglio di quell’anno Zichichi aveva infatti pubblicato su Il Giornale un suo appello e di «20 scienziati contro le bufale sul clima».

Il 25 luglio 2017, Bardi – che fa parte anche di Climalteranti, un sito di accademici che fa divulgazione scientifica sull’emergenza climatica – aveva spiegato che si trattava, di fatto, di una bufala.

«Dei venti firmatari, cinque ci hanno risposto esplicitamente che non hanno firmato niente del genere e che NON sono assolutamente d’accordo con le opinioni di Zichichi e nemmeno con l’idea di chiamare “ciarlatani” e “terroristi” quelli che si occupano di clima», scrive Bardi. «Degli altri 15, nessuno ha confermato che ha firmato sapendo cosa firmava e che è d’accordo con Zichichi».

Le critiche a Greta Thunberg

Come abbiamo visto nell’introduzione, negli ultimi giorni il “bersaglio” preferito delle critiche di Radio Maria è stata Greta Thunberg.

Per esempio, il 27 settembre 2019 la pagina Facebook dell’emittente ha copia-incollato un articolo intitolato “Ragazzi a scuola! Ministri e gretinisti vi rubano il futuro”, in cui vengono criticati sia l’attivista svedese sia gli scioperi globali degli studenti contro il riscaldamento globale.

Secondo l’autore del post, «da ieri abbiamo l’eutanasia legalizzata. Se proprio volete protestare per questo io ci sono. Questa sì che è un’“attenzione imprescindibile al futuro” meritevole di una giornata di scuola persa».

Il riferimento è alla sentenza del 26 settembre della Corte costituzionale che, come abbiamo verificato di recente, ha di fatto legalizzato – a determinate condizioni – il suicidio assistito in Italia.

Ma già sei mesi fa, a marzo 2019, Radio Maria si era occupata sui social di Thunberg, scrivendo: “Educate Greta Thunberg al pensiero critico (e salvatela dal Nobel)”. Anche in questo caso, nell’articolo copia-incollato, le posizioni dell’attivista venivano sminuite con frasi del tipo: «La ragazzina svedese è affetta da sindrome di Asperger e non è uno scienziato. Non stupisce dunque che dia voce ai peggiori luoghi comuni sul clima».

«È Satana il pericolo»

Al di là dei contenuti postati sui social, la posizione di Radio Maria sull’emergenza climatica è stata spiegata il 25 settembre da Padre Livio Fanzaga, direttore dell’emittente, in un video editoriale intitolato: “È Satana il pericolo, non il riscaldamento globale”.

«Chi ha studiato la storia della Terra sa benissimo che nella lunga vita della Terra ci sono stati momenti di glaciazione, e dei momenti di grande desertificazione», dice Padre Livio nel video. «Quello è dipeso dalle esplosioni solari. Per quanto riguarda il riscaldamento globale, noi dobbiamo tenere presente che possiamo fare ben poco a riguardo. Dobbiamo guardare al futuro dicendo: “Siamo nelle mani di Dio”».

Secondo il direttore di Radio Maria, insomma, il riscaldamento globale è provocato dal Sole, non dall’essere umano. Ma questo è falso: come spiega un approfondimento della Nasa, è vero che la stella può influenzare il clima del nostro Pianeta, ma i dati mostrano che non è responsabile dell’aumento medio delle temperature registrato negli ultimi decenni.

Ma per Padre Livio l’emergenza climatica – esagerata o meno – ha comunque un senso escatologico.

«È abbastanza singolare che Gesù quando parla dei segni che accompagnano il cammino della Chiesa nel tempo, verso la prova finale, fra questi segni mette quelli di carattere naturale: le pandemie, i terremoti, gli sconvolgimenti delle potenze del cielo», consegue il direttore della radio. «Quindi questo dobbiamo metterlo nella prospettiva, ma non è nelle nostre mani».

«Siamo nelle mani di Dio», insomma.