Quanti sono gli agenti delle forze dell’ordine cadute in servizio negli ultimi anni? Il tema è tornato di attualità dopo il tragico omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, avvenuto a Roma nella notte tra il 25 e il 26 luglio.

La risposta breve alla domanda di partenza è “non si sa”. Scoprire quanti siano gli agenti caduti in servizio è infatti molto complicato. Vediamo perché.

Le “vittime del dovere”

Un primo modo per comprendere l’entità del fenomeno è di utilizzare la tabella riguardante le cosiddette “vittime del dovere”, pubblicata dal Ministero dell’Interno. Nell’elenco viene raccolto il numero di caduti o feriti ai quali lo Stato (con la legge 466 del 1980) ha stabilito che debba essere corrisposta un’indennità.

Le “vittime del dovere” riconosciute non sono però soltanto i membri delle forze dell’ordine. Vi rientrano anche i caduti o i feriti dei vigili del fuoco, delle forze armate e degli altri corpi di difesa dello Stato. Come riportato dal sito del Viminale, rientrano comunque in questo gruppo gli «operatori di polizia e altri dipendenti pubblici deceduti o che abbiano subìto un’invalidità permanente in attività di servizio».

Perché il risarcimento venga riconosciuto, la persona deve aver subito lesioni o essere deceduto in alcune circostanze ben specifiche: in seguito ad operazioni di contrasto alla criminalità; nello svolgimento di servizi di ordine pubblico; nella vigilanza ad infrastrutture civili e militari; in operazioni di soccorso; in attività di tutela della pubblica incolumità; in attività di prevenzione e di repressione dei reati.

Secondo questa lista, dal 1961 al 15 aprile 2019 si conterebbero 3.776 militari feriti o deceduti in servizio: la media è dunque pari a circa 65 caduti all’anno (escludendo il 2019).

Chi non rientra tra le “vittime del dovere”

Non solo la tabella delle “vittime del dovere” non include soltanto i membri delle forze dell’ordine: c’è un altro problema. Nell’elenco pubblicato dal Ministero dell’Interno, non tutti i caduti delle forze dell’ordine in servizio vengono menzionati.

Infatti, rielaborando i dati pubblicati dal Viminale (rielaborazione consultabile qui) per includere solamente gli agenti delle forze dell’ordine deceduti in servizio (escludendo quindi i feriti) negli ultimi 5 anni, ci siamo accorti di alcune assenze.

Dai dati risulta che, per esempio, nel 2016 siano deceduti tre agenti. Il dato non tiene però conto di alcuni casi come, ad esempio, l’omicidio del maresciallo Silvio Mirarchi, morto il 1° giugno 2016 in seguito a un’operazione antidroga a Marsala (Trapani).

L’assenza si spiega con il fatto che non tutti gli agenti deceduti in servizio rientrano automaticamente nelle vittime del dovere.

Il provvedimento che determina i requisiti per ottenere gli indennizzi (Dpr. 7 luglio 2006, n. 243) stabilisce che (art. 3) i familiari delle vittime debbano presentare una richiesta. Quindi, se ciò non avviene, l’agente deceduto non viene incluso tra le “vittime del dovere” riportate dal ministero dell’Interno.

Allo stesso tempo, la domanda non viene automaticamente accettata. Al contrario, è il Dipartimento della pubblica sicurezza del ministero dell’Interno che si incarica di stabilire chi abbia diritto ad entrare a far parte delle vittime del dovere, definendo l’ammontare di indennizzo spettante agli agenti (a seconda della gravità delle ferite riportate in termini di invalidità).

Abbiamo contattato il Ministero dell’Interno per sapere se fossero disponibili altri dati sugli agenti caduti in servizio, ma siamo ancora in attesa di una risposta.

I caduti della polizia di Stato

Abbiamo quindi visto che non esistono dati ufficiali che riportino l’esatto numero di caduti in servizio.

Ci sono però alcune fonti non ufficiali che raccolgono in modo sistematico il numero di agenti caduti in servizio. Il sindacato di polizia Silp, che fa parte della Cgil, ci ha indicato in particolare Cadutipoliziadistato.it, una pagina web che, stando alla sua sezione di presentazione, è stata creata da alcuni poliziotti. Il sito elenca, servendosi di fonti di stampa e di segnalazioni degli utenti, i caduti della Polizia di Stato a partire dal 19esimo secolo.

Secondo i dati di questo sito, nel 2018 sarebbero stati 5 gli agenti della Polizia di Stato ad aver perso la vita in servizio.

Un’altra fonte da cui si possono ricavare informazioni riguardo ai caduti in servizio della Polizia è il sito della Polizia stessa, che concede la possibilità di effettuare un tour virtuale del sacrario della Polizia di Stato. Il sacrario commemorativo si trova a Roma, presso la Scuola superiore di Polizia.

Pur arrivando solamente al 30 settembre 2015, il sacrario ci permette di verificare il numero di morti avvenute in servizio dal 2000 in poi. Un numero che arriva a 68 agenti in totale, pari a circa 5 agenti di Polizia all’anno.

Altri numeri

In seguito all’omicidio del vicebregadiere Cerciello alcuni media (come, ad esempio, SkyTg24) hanno riportato che nel 2018 sarebbero stati 12 gli agenti caduti in servizio. Il dato sembra però essere in contraddizione con quello di altre testate, che solamente pochi mesi fa riportavano cifre inferiori per il 2018.

Associazioni diverse registrano poi numeri diversi. Per quanto riguarda il 2017, ad esempio, l’Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale (Asaps) – un’associazione di volontariato fondata nel 1991 – afferma che in quell’anno avrebbero perso la vita 11 agenti uomini e un’agente donna. Sono numeri che si riferiscono però solamente alle morti avvenute a causa di incidenti stradali e non tengono invece conto degli agenti vittime di omicidio.

Il problema dei suicidi

Il problema delle morti in servizio può considerarsi collegato a un altro e diverso tema, quello delle morti per suicidio tra le forze dell’ordine.

Come documenta Cerchio Blu, una Ong che si occupa (tra le altre cose) del sostegno psicologico agli agenti delle forze dell’ordine, dal 2014 ad oggi si sarebbero tolti la vita 190 agenti: 60 poliziotti (31,5 per cento), 44 carabinieri (23,2 per cento), 39 agenti della Polizia Penitenziaria (20,5 per cento), 25 agenti della Polizia Locale (13,2 per cento) e 22 finanzieri (11,6 per cento).

Numeri che sembrano quindi superare quello delle morti in servizio registrata dalle varie fonti citate in precedenza.

L’emergenza è tale che il Ministero dell’Interno ha istituito, a febbraio 2019, l’Osservatorio permanente interforze sul fenomeno suicidario tra gli appartenenti alle Forze di Polizia per esaminare questi avvenimenti e comprenderne le cause.

In conclusione

Non esiste un’amministrazione pubblica che registri tutti i dati inerenti alle morti degli agenti in servizio, considerando Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e così via.

Quello che più ci si avvicina sono gli elenchi delle “vittime del dovere”. Ma questi, pur dandoci un’idea sull’entità del fenomeno, non sono esaustivi. Infatti, se le famiglie delle vittime non ne fanno domanda, gli agenti caduti in servizio potrebbero non figurare in questa lista.

Alcune fonti raccolgono alcuni dati parziali sulle morti in servizio (come, ad esempio, il numero di agenti morti nei controlli sulle strade) o per specifici corpi (come la Polizia di Stato). Nessuna di queste fornisce però un quadro completo e affidabile della situazione.