Ieri, 29 dicembre, si è tenuta la tradizionale conferenza stampa di fine anno del Presidente del Consiglio. Durata più di due ore, la conferenza ha fornito materiale per giornalisti di ogni ramo – inclusi noi fact-checkers. Nei prossimi giorni analizzeremo in maniera più dettagliata tutte le dichiarazioni verificabili pronunciate dal premier, ma intanto anticipiamo in questo spazio alcuni verdetti.



“E’ impressionante notare come dal 2012 al 2014 siano aumentati i risparmi di 400 miliardi di euro” – C’ERI QUASI/NI’: L’ultimo bollettino della Banca d’Italia sui risparmi delle famiglie è stato pubblicato due settimane fa. A fine 2013 i risparmi delle famiglie erano pari a 3.848 miliardi di euro, rispetto ai 3.632 miliardi di fine 2011 (sempre in prezzi 2013). L’aumento di 216 miliardi è rilevante, ma più modesto di quello indicato dal premier. Renzi avrà probabilmente letto i dati del servizio studi della BNL secondo il quale “Dalla fine del 2011 a marzo di quest’anno, il valore delle attività finanziarie detenute complessivamente dalle famiglie italiane è aumentato di quasi 400 miliardi di euro”. Questi numeri però sono riferiti ai prezzi correnti, mentre è più corretto guardare una serie storica al netto degli effetti dell’inflazione.


“Gli Stati Uniti fanno +5% nel terzo trimestre del 2014” – VERO: sembrano tassi di crescita cinesi e invece sono statunitensi. Nel 3° trimestre del 2014 gli USA sono cresciuti del +5,0% come annunciato dal Bureau of Economic Analysis.


“2012: -2,3; 2013: -1,9. Quest’anno il differenziale con gli altri Paesi si è molto ridotto […] Però il dato vero è che siamo sostanzialmente molto vicini agli altri Paesi europei. Abbiamo recuperato il gruppo.” – NI’: “mal comune mezzo gaudio” è il senso della frase di Matteo Renzi. Purtroppo, secondo gli ultimi dati della Commissione europea, la differenza tra la crescita italiana e la media dell’Ue e dell’Eurozona si è assottigliata solo leggermente. Quest’anno il Pil italiano dovrebbe registrare uno -0,4% rispetto al +0,8% dell’Eurozona e +1,3% della media Ue. Il differenziale di -1,2 punti rispetto all’Eurozona e -1,7 rispetto all’Ue è inferiore che nel 2013 (-1,4 e -1,9 rispettivamente) e di quello 2012 (-1,6 e -1,9). Difficile dare pieni voti al premier visto che parla di un differenziale che si è “molto” ridotto, quando la riduzione è di appena un paio di punti decimali.


“Lo dice anche il partito [il PD] che ha preso più voti in Europa quest’anno” – VERO: Il PD ha ottenuto 11,2 milioni di voti davanti alla CDU/CSU con 10,4. Renzi ha iniziato a citare questo dato subito dopo le elezioni europee e da allora sono poche le occasioni in cui per indicare il proprio peso in Europa il premier non abbia rimandato al risultato elettorale del PD. Con il tempo si è dato anche a confronti più arditi (“rappresento un partito che se lo metto in fila con gli abitanti dei vostri Paesi è il nono Paese di questa istituzione”).


“Posti di lavoro: ne abbiamo persi un milione negli ultimi sei anni; negli ultimi sei mesi +122 mila” – NI’: e qui i nostri lettori affezionati ci perdoneranno anche un “aridaje”. Abbiamo a più riprese colto il premier in fallo sull’andamento dell’occupazione (a settembre e a novembre in un’analisi ripresa anche dal Washington Post). E nuovamente troviamo che Renzi usa furbescamente i dati a disposizione confondendo occupati con posti di lavoro. Come si può vedere in quest’analisi, l’occupazione italiana è calata di un milione di unità circa da fine 2007 a fine 2013 ma i posti di lavoro persi erano circa il doppio, secondo Confindustria. Per quanto riguarda gli ultimi sei mesi invece, secondo i dati pubblicati a fine novembre dall’Istat, l’occupazione è aumentata da 22,324 a 22,374 milioni di unità, ma di meno della metà di quanto indicato da Renzi (+50 mila).


“L’esser passati da 11 mila a 8 mila detenuti in attesa di giudizio non è ancora soddisfacente ma è un primo passo che va nella giusta direzione” – NI’: il calo c’è stato, ma non così marcato. Il numero di detenuti in attesa del primo giudizio secondo i dati del Ministero della Giustizia erano 11.173 al 31 gennaio 2014 e 10.052 al 30 novembre 2014.


“Questo governo ha aumentato del 10% i posti nelle carceri. […] Erano 45 mila, sono 49 mila 400″ – NI’: sempre i dati del Ministero della Giustizia indicano che a fine gennaio la capienza regolamentare era di 47.711, arrivata a 49.309 a fine novembre. L’aumento è quindi pari al 3,3%, meno della metà di quanto indicato da Renzi.


“Quest’anno i reati sono calati del 7,7%” – VERO: secondo il nuovo rapporto sull’attività del Ministero dell’Interno dall’aprile 2013 al dicembre del 2014, i delitti commessi dell’ordine sono stati 2,46 milioni, ovvero il 7,7% in meno rispetto all’anno scorso (2,66 milioni).


“Per la prima volta c’è una legge di stabilità che taglia 18 miliardi di tasse in Italia. Mai accaduto prima.” – Questa dichiarazione richiederà un’analisi approfondita prima di poter dare un verdetto finale. A ottobre, quando la legge di stabilità era solo una bozza presentavamo su Rai 2 i nostri dubbi sulla cifra di 18 miliardi, valore al lordo del concomitante aumento di circa 4,6 miliardi di altre tasse tra cui quella sulle rendite finanziarie. Per poter dare un giudizio completo dobbiamo però analizzare l’enorme legge di stabilità 2015 nonché lo storico; pubblicheremo la nostra valutazione una volta finalizzata questa analisi.