Uno dei temi più discussi in Italia quando si parla di immigrazione riguarda i costi dell’accoglienza, confrontati con altri ambiti di spesa pubblica, come quella per le pensioni.

In passato, per esempio, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha dichiarato che gli immigrati nel nostro Paese ricevono più soldi di quanti non arrivino alla maggior parte dei pensionati italiani. Il leader della Lega Matteo Salvini, invece, aveva sostenuto che gli immigrati che non pagano contributi ricevono un miliardo di pensioni sociali.

Questo tipo di argomentazione è usato anche da altri politici in Europa.

Il 24 febbraio, nel comune di Caudry, nel nord della Francia, Marine Le Pen – presidente dell’ex Front National, da marzo 2018 diventato Rassemblement National – ha elencato alcune delle «ingiustizie» che stanno colpendo la Francia:

«È normale che un migrante appena sbarcato possa ricevere più di un pensionato che ha lavorato e versato contributi per tutta la vita? È normale che a un migrante venga garantito un alloggio, riceva una forma di reddito sociale immediato e un’assistenza totalmente gratuita, quando i nostri compatrioti in difficoltà sono disoccupati, senza tetto o abbandonati per mancanza di mezzi?»

Riprendendo il lavoro dei nostri colleghi che si occupano di fact-checking in Francia, verifichiamo la dichiarazione di Le Pen. Un esempio di come le argomentazioni politiche siano a volte simili tra diversi Paesi europei.

«No, un migrante appena sbarcato non è trattato meglio di un pensionato francese»

In un’analisi pubblicata il 25 febbraio, i nostri colleghi del sito di fact-checking francese Les Décodeurs hanno verificato la frase pronunciata da Le Pen il giorno prima.

In Francia esiste una pensione di solidarietà per gli anziani (Allocation de solidarité aux personnes âgées, Aspa). È concessa, su richiesta, a chi ha più di 65 anni e ha un reddito inferiore a circa 870 euro mensili. Per riceverla non è necessario aver lavorato o aver versato contributi nel corso della propria vita.

Un cittadino straniero può ottenere questo sussidio dallo Stato, ma deve aver risieduto legalmente in territorio francese per almeno 10 anni; caso che molto difficilmente può verificarsi per un migrante «appena sbarcato», come dice Le Pen.

I richiedenti asilo hanno diritto a un assegno mentre la loro domanda di protezione è in esame: si tratta dell’Ada (Allocation pour domandeur d’asile) che, come spiega il sito ufficiale dell’amministrazione francese, ha un valore massimo mensile di 440 euro.

In secondo luogo, non è vero che a un immigrato è garantito un alloggio, come allude Le Pen. Come chiarisce il Ministero dell’Interno francese, i migranti irregolari e quelli che hanno fatto richiesta di protezione non hanno accesso all’edilizia sociale, ma solo alle strutture emergenziali, un po’ come avviene in Italia. In Francia, inoltre, circa il 6 per cento della popolazione è composta da cittadini stranieri, ma oltre il 50 per cento dei senza tetto non ha cittadinanza francese.

In terzo luogo, non è vero che i migranti hanno diritto a un reddito garantito dallo Stato e l’accesso totalmente gratuito al servizio sanitario nazionale.

I richiedenti asilo, infatti, non hanno diritto al cosiddetto reddito di solidarietà attiva (Revenu de solidarité active, Rsa) che ha un valore di circa 550 euro al mese. Per gli stranieri extracomunitari, è possibile ottenerlo solo con un permesso di soggiorno che dimostri di avere avuto un lavoro per più di cinque anni.

Discorso analogo vale per le cure mediche: un richiedente asilo, fino a quando non riceve una qualche forma di protezione, può essere preso in carico solo per un’emergenza, e solo negli ospedali dove è stato istituito un cosiddetto “accesso permanente all’assistenza sanitaria” (Permanences d’accès aux soins de santé, Pass).

La risposta (sbagliata) di Le Pen

Il 26 febbraio, Marine Le Pen ha pubblicato un articolo sul suo sito ufficiale, intitolato: «Sì, un migrante può prendere più di un pensionato!», in cui rivendica la verità di quanto detto nel suo comizio.

Qui, però, Le Pen non parla più di migranti «appena sbarcati» e di pensionati «che hanno lavorato tutta la vita», ritrattando in parte quanto detto due giorni prima. Ma come ha spiegato Les Décodeurs in un secondo fact-checking, sono diverse le cose che non tornano nel testo della leader del Rassemblement National.

Le Pen ribatte, per esempio, che l’Ada è comunque un costo troppo elevato per le casse francesi. I dati sembrano dire il contrario. Secondo le cifre per il 2016, i circa 76.100 richiedenti asilo beneficiari di questo sussidio sono costati alla Francia intorno ai 308 milioni di euro, che equivalgono all’1,2 per cento di quanto speso ogni anno in aiuti sociali (circa 25 miliardi di euro).

Questo aiuto da parte dello Stato serve a compensare il fatto che, secondo la legge, un richiedente asilo non può lavorare mentre la sua domanda di protezione è in esame. Secondo Le Pen, molti migranti però lavorerebbero in nero, in questa fase, arrivando a guadagnare di fatto più di un pensionato.

Come spiega Les Décodeurs, però, Le Pen non mostra numeri su questo fenomeno, perché stime ufficiali non esistono. Tra l’altro, anche i pensionati ricorrono al lavoro in nero, per arrotondare i loro assegni di previdenza mensili – ma anche in questo caso, non si conosce la reale portata del fenomeno.

Conclusione

Come già accaduto in passato per alcuni politici in Italia – per esempio, Giorgia Meloni e Matteo Salvini – anche Marine Le Pen, leader del Ressemblement National francese, ha criticato la gestione dell’accoglienza dei migranti nel proprio Paese dicendo che ai richiedenti asilo verrebbero garantite condizioni migliori di alcuni cittadini francesi in difficoltà.

Secondo Le Pen, in Francia un migrante «appena sbarcato» avrebbe più benefici economici di «un pensionato che ha lavorato tutta la vita». Ma, come hanno verificato i nostri colleghi del sito di fact-checking Les Décodeurs, Le Pen ha torto.

In questo caso, come per le nostre analisi sui due leader di Fratelli d’Italia e della Lega, vengono presi alcuni elementi realmente esistenti – la presenza di sussidi da parte dello Stato, per esempio – ma la loro portata viene esagerata o travisata dal politico in questione.

Queste affermazioni partono di solito da asserzioni molto generali – equiparando i migranti con i richiedenti asilo, per esempio – e finiscono per veicolare un messaggio ingannevole.