In un’intervista al quotidiano La Repubblica pubblicata il 16 novembre, il ministro dell’Istruzione, dell‘Università e della Ricerca Marco Bussetti (in quota Lega) ha dichiarato che l’ex presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) Roberto Battiston è stato rimosso «perché non erano state rispettate le procedure di nomina e per spoils system».



Ma la motivazione dell’irregolarità della nomina, portata da tempo in pubblico dal ministro, non trova riscontro nel decreto di revoca, né nella legge che dovrebbe testimoniare quell’irregolarità. La procedura con cui Battiston è stato rimosso è, invece, del tutto legale, secondo però la cosiddetta “legge Frattini” sullo spoils system.



Questo è il primo di una serie di articoli in cui cercheremo di fare chiarezza su alcuni aspetti: si tratta davvero, quindi, di un caso di spoils system, cioè di un cambio al vertice deciso da una nuova amministrazione? Quali sono i rapporti tra il presidente dell’Asi e il Comitato Interministeriale per lo Spazio? Qual è il ruolo dell’Agenzia spaziale italiana nei piani del governo?



Il 6 novembre, Roberto Battiston ha annunciato su Twitter che il suo incarico era stato revocato dal ministro Bussetti.



La notizia ha avuto velocemente grande risalto. Alcuni critici hanno espresso la propria solidarietà al fisico e attaccato la scelta del governo. Lo stesso Battiston, in alcune prese di posizione pubbliche, ha presentato la situazione come un attacco all’indipendenza di un ente che si occupa prevalentemente di ricerca.



Nel mondo politico, il Partito Democratico ha accusato la Lega di voler “mettere le mani” sulla ricerca. Reazioni contrastanti sono state manifestate anche all’interno della stessa maggioranza: Lorenzo Fioramonti, esponente M5S e viceministro all’Istruzione, ha criticato la scelta presa dal ministro Bussetti e sottolineato di non essere stato coinvolto.



Da parte sua, il ministro Bussetti, considerato vicino alla Lega, ha fatto sapere che la scelta di rimuovere Battiston era dovuta a un’irregolarità nella sua nomina e che «il motivo è chiaro ed è nelle carte». A questa accusa ha risposto l’ex ministro Fedeli, difendendo la bontà della procedura seguita. Nei giorni successivi, le polemiche sono arrivate a coinvolgere i legami familiari di Battiston e la gestione dell’ente fino a poco fa diretto da lui: Bussetti ha nominato infatti, nell’intervista con Repubblica del 16 novembre, esposti sindacali e un coinvolgimento della magistratura.



Ma quella di Battiston è davvero una vicenda fuori dal comune? Cominciamo dalle motivazioni in base alle quali Roberto Battiston è stato rimosso dal suo incarico.



Battiston presidente dell’Asi



Il mandato del presidente dell’Asi ha durata quadriennale. L’astrofisico Roberto Battiston era stato nominato presidente dell’Asi per la prima volta nel 2014, in seguito allo scandalo che aveva coinvolto l’ex presidente Enrico Saggese, accusato di corruzione e concussione. Il mandato era destinato a concludersi il 16 maggio 2018.



La procedura relativa alla nomina del presidente è lunga e articolata – come previsto dal decreto legislativo 213/2009, entrato in vigore nel febbraio 2010 – visto il ruolo di rilievo e le competenze necessarie.



Il decreto di nomina di Battiston per un altro mandato quadriennale era stato fatto dall’uscente governo Gentiloni nelle ultime settimane in cui era in carica, dato che il 1° giugno sarebbe stato sostituito dal governo Conte.



Le date



Il 1° febbraio 2018, dunque poco più di un mese prima delle nuove elezioni, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – allora guidato da Valeria Fedeli del Partito Democratico – aveva indetto pubblicamente la «chiamata per la presentazione delle candidature a presidente e/o componente del consiglio di amministrazione» di una serie di enti di ricerca, tra i quali rientrava anche l’Asi. Un apposito comitato – composto da esperti ed esponenti di grande rilievo della comunità scientifica tra i quali, ad esempio, la direttrice del Cern Fabiola Gianotti – si era occupato della verifica delle candidature.



Il bando era rimasto aperto per un mese. Il comitato, in seguito alla valutazione dei profili dei candidati per il ruolo di presidente, aveva poi stilato una lista di cinque possibili figure eleggibili. Tra queste rientrava anche l’uscente Roberto Battiston la cui nomina, come testimonia il decreto del 2014, sarebbe scaduta il 16 maggio 2018.



Il 7 maggio 2018, con il nuovo Parlamento già insediato, un apposito decreto ha stabilito che «a decorrere dalla data del presente decreto per la durata di un quadriennio, il Prof. Roberto Battiston è nominato presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana». Il precedente esecutivo, dunque, ha fatto una scelta e optato per la nomina del presidente dell’Asi – nonostante fosse in corso un cambio di governo – piuttosto che lasciare vacante la posizione.



Con quali motivazioni Battiston è stato licenziato?



La nuova scadenza del mandato di Battiston sarebbe stata nel 2022. Il 6 novembre 2018, però, il fisico ha comunicato di essere stato rimosso e la responsabilità, secondo quanto dichiarato sul proprio profilo Twitter, sarebbe del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti.



Il tweet



Sul proprio profilo Twitter, Battiston ha scritto: «Oggi il Ministro Bussetti con mia sorpresa mi ha comunicato la revoca immediata dell’incarico di Presidente Asi. È il primo spoil system di Ente di Ricerca. Grazie alle migliaia di persone con cui ho condiviso quattro anni fantastici di spazio Italiano».



Da quanto dichiarato, dunque, il responsabile della revoca sembra essere il leghista Marco Bussetti, attuale ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per il governo Conte. Inoltre, secondo Battiston, si tratterebbe, del primo caso di spoils system – del cambio di vertice voluto da un governo poco dopo la sua entrata in carica – di un ente di ricerca.



Il Miur



Come ha giustificato il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca la propria scelta?



Come riporta Agi, in seguito all’annuncio fatto via Twitter dal fisico, il Miur ha comunicato che «la nomina di Battiston era stata firmata dal ministro Fedeli lo scorso 7 maggio, con un governo che aveva perso la fiducia degli italiani alle elezioni del 4 marzo e agiva in ordinaria amministrazione». Inoltre «la nomina non è mai stata sottoposta al parere preventivo e obbligatorio del Comitato Interministeriale per le politiche relative all’aerospazio istituito con la legge 7 del 2018, che è entrata in vigore nelle prime settimane di quest’anno».



Dunque, i nodi della questione sembrano essere due: da una parte la nomina è di responsabilità di un governo precedente ed è stata confermata in un momento di transizione tra un esecutivo e l’altro. In secondo luogo, poi, pare che a livello burocratico non siano state rispettate norme che riguardano l’attività del Comitato interministeriale per le politiche spaziali.



Come ha confermato anche l’Asi, è in effetti la prima volta che la nomina del Presidente avviene in un momento di passaggio tra due esecutivi. Abbiamo quindi chiesto alla senatrice Valeria Fedeli se la decisione del rinnovo non sia quindi da considerarsi irrituale.



La versione dell’ex ministro Fedeli



Valeria Fedeli ha dichiarato a Pagella Politica che «Battiston era il primo della lista selezionata. Tra i nomi dati, non ho scelto né il terzo, il quarto o il quinto». La decisione di non lasciare vacante la posizione (ricordiamo, infatti, che Roberto Battiston è stato nominato nuovamente presidente Asi il 7 maggio 2018, con il precedente mandato in scadenza il 16 maggio) è stata dettata, secondo l’ex ministro, dall’importanza dell’Asi a livello nazionale e internazionale.



Fedeli ha infatti sottolineato come «in quella fase non si capiva se si faceva o non si faceva il governo, il tema era che si arrivava alla scadenza [del ruolo del presidente Asi n.d.r.]»; in altri casi, come, ad esempio, la vicenda delle «diplomate magistrali» di cui Pagella Politica si è occupata di recente, «fino al 10 di luglio era possibile intervenire per risolvere quella questione, quindi ho aspettato. In quel caso [presidenza Asi n.d.r], rischiavo di lasciare un vuoto». Infine, la senatrice del Partito Democratico ha sottolineato come, al momento della nomina, non si pensò al fatto che si potesse incorrere in un futuro caso di applicazione della legge sullo spoils system.



Il parere del Comitato



Non è chiaro il riferimento alla legge 7/2018 contenuto nella dichiarazione del Miur con cui è stata giustificata la revoca.



Sicuramente, la legge – entrata in vigore a febbraio di quest’anno – non regola in alcun modo il ruolo del Comitato nella nomina del presidente. L’ex ministro Valeria Fedeli, nel difendere il proprio operato in un intervento sul proprio sito personale, ha scritto che la legge in questione si occupa solo del consiglio di amministrazione di Asi, non del presidente, e che il parere del Comitato interministeriale è richiesto soltanto per la nomina di quell’organo.



Abbiamo verificato e, effettivamente, l’onorevole Valeria Fedeli ha ragione. La legge 7/2018 (art. 3, co. 1 lett. e) stabilisce che il consiglio di amministrazione Asi sia nominato con un decreto dal Ministro dell’istruzione «sentito il Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale». Dunque, il Comitato va «sentito» e, quindi, consultato, in occasione delle nomine del Cda.



Da quanto emerge dal testo non sembra però trattarsi di un «parere preventivo e obbligatorio» come riportato dal Miur: né per il Consiglio di Amministrazione né, tanto meno, per il presidente Asi che non viene, in questo preciso punto, preso in considerazione. Inoltre, la legge 7/2018 non fa mai riferimento a leggi o decreti che, nello specifico, regolino l’iter di nomina del presidente Asi. Il Miur, dunque, sembra giustificare la rimozione di Battiston dal suo incarico facendo riferimento ad una legge che, in realtà, non regola questo aspetto.



Abbiamo inoltre avuto modo di consultare il regolamento interno del Comitato. Questo documento, approvato in occasione della prima riunione tenutasi lo scorso 6 settembre, non tratta in alcun punto le modalità di nomina del Presidente Asi e il ruolo che il Comitato ha in quella particolare occasione.



Una ultima precisazione è, invece, di carattere temporale. Come abbiamo visto sopra, il bando per la selezione e la nomina del presidente Asi è stato aperto il 1° febbraio 2018, mentre la legge 7/2018 responsabile di alcuni cambiamenti nel ruolo del Comitato Interministeriale per lo spazio è entrata in vigore ventiquattro giorni dopo, il 25 febbraio 2018 – dunque a procedura già in corso e quindi non si applica retroattivamente.



Il decreto di revoca



Lasciamo da parte le questioni procedurali e torniamo alla rimozione di Battiston. Come abbiamo visto, la nomina del presidente dell’Asi avviene tramite un apposito decreto. Così accade anche per la revoca dell’incarico. Pubblichiamo il decreto di revoca indirizzato a Roberto Battiston e firmato dal ministro Marco Bussetti.



Nel testo viene sottolineato come la decisione di revocare l’incarico sia stata presa in data 31 ottobre 2018 e che, dal momento della comunicazione, l’incarico «è revocato, con effetto immediato» e «con conseguente cessazione di tutti gli effetti giuridici ed economici correlati all’incarico stesso».



Nella seconda pagina si legge: «il potere di “intervento” di cui all’art. 6,1 15 luglio 2002, n. 145 non necessita di una particolare e pregnante motivazione, diversa dalla constatazione dei dati oggettivi richiamati dalla disposizione».






Figura 1: Decreto di revoca dell’incarico di Presidente dell’Asi a Roberto Battiston



Che cosa significa?



Significa, in altre parole, che secondo il decreto non è necessario fornire particolari giustificazioni per la revoca. Nel documento non si fa menzione delle questioni procedurali nominate dal Miur: dunque uno dei due motivi dichiarati ufficialmente – e che secondo il ministro Bussetti sarebbe «chiaro e nelle carte» – non trova riscontro nel decreto di revoca.



Ma davvero la revoca può essere fatta senza motivazioni? Sì, secondo una legge di qualche anno fa conosciuta come “legge Frattini”, la versione italiana dello spoils system (se ne era parlato di recente a proposito del CdA di Ferrovie).



L’art. 6 comma 1 della legge 145/2002, stabilisce che le nomine dei vertici e dei consigli di amministrazione di enti pubblici o di società controllate, almeno in parte, dallo Stato, se effettuate sei mesi prima rispetto alla scadenza della legislatura, «possono essere confermate, revocate, modificate o rinnovate entro sei mesi dal voto sulla fiducia al Governo. Decorso tale termine gli incarichi per i quali non si sia provveduto si intendono confermati fino alla loro naturale scadenza».



Riassumendo: all’interno del decreto di revoca indirizzato a Roberto Battiston si fa riferimento a una legge (145/2002) che stabilisce che le nomine delle figure che ricoprono dei ruolo di rilievo («organi di vertice») all’interno di consigli di amministrazione di enti pubblici o società partecipate dallo Stato posso essere revocate dal nuovo esecutivo, se la nomina è avvenuta nei sei mesi finali del governo precedente.



Dunque, per rimuovere, ad esempio, il presidente dell’Asi, il governo Conte (così come ogni altro esecutivo) può in effetti agire senza dover fornire particolari motivazioni.



In conclusione



Il ministro Marco Bussetti ha detto pubblicamente che la rimozione di Roberto Battiston aveva due motivazioni: un’irregolarità nella nomina e il ricorso legittimo alla legge sullo spoils system.



Il primo argomento, però, non regge. La mancanza di un «preventivo e obbligatorio» parere da parte del Comitato Interministeriale non trova riscontro nella legge 7/2018 citata dallo stesso Miur, né nel regolamento interno al Comitato, che non accenna a questo aspetto. Anche il decreto di revoca dal ruolo di presidente dell’Asi, firmato dal ministro Bussetti, non fa riferimento a nessuna irregolarità nella nomina.



Il ricorso allo spoils system, invece, è avvenuto. Lo stesso decreto di revoca, infatti, fa riferimento a una legge che giustifica, di fatto, la mancanza di motivazioni: la cosiddetta “legge Frattini” (145/2002), infatti, permette al nuovo esecutivo di prendere liberamente (e senza doverne indicare i motivi) delle scelte circa la conferma o meno dei vertici di alcuni enti, se le nomine sono state fatte nei mesi finali dell’esecutivo precedente.



(continua)