Il 30 ottobre, il ministro dell’Interno Matteo Salvini è andato in visita in Qatar e sui social ha manifestato il suo entusiasmo per il viaggio, elogiando il Paese e le sue autorità. Alcuni opinionisti e politici, come Selvaggia Lucarelli e Marco Furfaro, hanno però sottolineato come in passato il vicepresidente del Consiglio fosse molto critico nei confronti dell’emirato arabo.



Ma Salvini ha davvero cambiato idea sul Qatar? Abbiamo verificato.



Perché Salvini è andato in Qatar?



Come ha spiegato lo stesso ministro dell’Interno su Twitter, il viaggio di Salvini in Qatar è stato programmato per una serie di incontri con imprenditori italiani, con le autorità politiche locali e per partecipare alla Fiera internazionale della sicurezza.



La 12esima edizione del Milipol – tenutasi a Doha dal 29 ottobre al 31 ottobre – è infatti una delle più grandi nel settore, e il 40 per cento dei suoi visitatori proviene dal settore pubblico, ossia è costituito da ministri, ambasciatori e così via.



A margine della visita alla Fiera, Salvini ha incontrato il primo ministro e ministro dell’Interno qatariota Abdullah bin Nasser bin Khalifa al-Thani, per discutere degli accordi bilaterali tra i due Paesi e rafforzarli proprio sul tema della sicurezza. Un incontro simile è avvenuto anche con l’emiro Tamim bin Hamad al-Thani e il ministro degli Esteri Mohammed bin Abdulrahman al-Thani.



Secondo Salvini, oggi il Qatar è un «Paese che cresce, accoglie, che ha voglia di lavorare con l’Italia. Ci sono tante opportunità per le imprese italiane perché il Made in Italy è amato». Per esempio, a marzo 2018, il gruppo Leonardo – il cui maggior azionista è il ministero dell’Economia italiano – ha siglato un accordo con il Qatar per una commessa di 28 elicotteri, per un valore complessivo di oltre 3 miliardi di euro.



Inoltre, ha scritto Salvini, l’emirato arabo sarebbe un «Paese rispettoso, tollerante, che ha allontanato l’estremismo, che apre le porte ai nostri imprenditori e che ci darà una mano nella stabilizzazione della Libia». L’emirato arabo, infatti, ha un’influenza nello Stato nordafricano, finanziando – secondo i suoi critici – politici locali e milizie islamiche presenti sul territorio.



In passato, proprio la questione dei finanziamenti aveva portato Salvini a dichiarazioni opposte a quelle entusiaste di questi giorni.



Che cosa diceva Salvini sul Qatar in passato?



A giugno 2017, gli stati arabi sunniti del Golfo Persico sono stati coinvolti in una grave crisi diplomatica, con al centro proprio il Qatar. Oltre un anno fa, infatti, Paesi come l’Arabia Saudita, l’Egitto, gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein decisero di isolare l’emirato, accusato di sostenere gruppi terroristici e di essere troppo vicino all’Iran, a guida sciita.



All’epoca – come si può leggere sul Populista, testata vicina al partito della Lega – Salvini aveva dichiarato: «Finalmente se ne accorge anche l’Arabia Saudita che il Qatar finanzia e fomenta il terrorismo», sottolineando la necessità di «istituire immediatamente blocchi e controlli anche in Italia e in Europa sugli ingressi, i fondi e gli investimenti provenienti dal Qatar». Inoltre, l’attuale ministro dell’Interno aggiungeva che «tutte le presenze islamiche organizzate, le pseudo associazioni e comunque tutte quelle che hanno ricevuto finanziamenti dal Qatar» venissero chiuse o sigillate.



Il 7 giugno 2017, Salvini – all’epoca europarlamentare – aveva infatti scritto su Facebook: «Moschee finanziate con i soldi del Qatar! ROBA DA MATTI! Con la Lega al governo, nemmeno MEZZO METRO QUADRO a chi è anche lontanamente sospettabile di fiancheggiare il terrorismo islamico!».



Pochi giorni dopo, il segretario federale della Lega aveva pubblicato un post simile su Twitter in cui diceva: «Chi finanzia moschea di Sesto San Giovanni? Se c’è dietro un Paese come Qatar, non si apre neanche mezzo metro quadro di sottoscala». Il riferimento del messaggio era il progetto di un luogo di culto da realizzare nel comune in provincia di Milano, a oggi ancora bloccato per vie giudiziarie su iniziativa del Consiglio comunale.



La proposta di legge della Lega che riguarda il Qatar



L’ostilità di Salvini e della Lega nei confronti dell’emirato era già nota l’anno precedente. Ad agosto 2016, infatti, il deputato leghista Guido Guidesi – attualmente sottosegretario al ministero per il Rapporti con il Parlamento – aveva presentato una proposta di legge intitolata “Disposizioni concernenti il finanziamento e la realizzazione di edifici destinati all’esercizio dei culti ammessi”, ripresentata con l’inizio della nuova legislatura il 23 marzo 2018 dallo stesso Guidesi alla Camera.



L’obiettivo di questa proposta di legge è quello di «disciplinare in maniera chiara e trasparente la tracciabilità dei finanziamenti per la realizzazione di nuovi edifici destinati all’esercizio dei culti religiosi ammessi». In particolare – come si legge a pagina 2 del testo – lo scopo è monitorare i finanziamenti provenienti da Paesi come l’Arabia Saudita, la Turchia e, appunto, il Qatar.



La proposta di legge fa esplicito riferimento alla Qatar Charity Foundation, che ogni anno destinerebbe sei milioni di euro – «secondo recenti notizie comparse sulla stampa» – per la realizzazione di luoghi di culto in Italia e in Europa.



Ma che cos’è questa fondazione e che cosa fa di preciso? Come spiega il suo sito ufficiale, la Qatar Charity è un’organizzazione non governativa che si dedica allo sviluppo di programmi umanitari per combattere la povertà e difendere le «comunità vulnerabili». Dal 1992, questa organizzazione interviene in 51 Paesi del mondo per «sostenere in maniera attiva e preservare la cultura islamica attraverso la costruzione di moschee, centri islamici e l’insegnamento del Corano».



In conclusione



Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, di ritorno da un viaggio in Qatar, ha elogiato l’emirato arabo e le sue autorità, che il Paese arabo oggi è «tollerante e rispettoso» e che «ha allontanato l’estremismo».



In realtà, poco più di un anno fa, lo stesso Salvini aveva criticato il Qatar, ritenuto un finanziatore di terroristi. Nonostante ora l’attuale vicepresidente del Consiglio abbia cambiato opinione, alla Camera ha iniziato il suo iter una proposta di legge avanzata da alcuni deputati della Lega, che vogliono «prevenire e impedire» che in Italia sia sovvenzionato il «terrorismo di matrice religiosa». E uno dei Paesi arabi indicati dal testo di legge è proprio il Qatar e uno dei suoi più importanti strumenti per la promozione della religione all’estero.



In conclusione, viste le recenti dichiarazioni, Salvini sembra aver cambiato idea personalmente sul Paese arabo, mentre la linea del suo partito in Parlamento resta ancora critica verso i finanziamenti provenienti dall’emirato.