Il 25 luglio è morto a Zurigo Sergio Marchionne, che dal 2004 era l’amministratore delegato del Gruppo FCA. La scomparsa del manager, le cui gravissime condizioni di salute erano state annunciate solo pochi giorni prima, ha causato un grande numero di ricordi, commemorazioni e valutazioni della sua figura – non senza diverse posizioni critiche sul suo operato alla guida del gruppo ex FIAT.



Una cifra, in particolare, ha attirato la nostra attenzione. In molti commenti abbiamo letto che il numero dei dipendenti FIAT in Italia è calato drasticamente durante il mandato di Marchionne. Le cifre più citate sono circa 120 mila al momento del suo arrivo nel 2004 – in altri casi si cita il 2000 come data di partenza – e appena 30 mila oggi.



Questo calo simboleggia un aspetto delle critiche che sono state spesso mosse all’operato di Marchionne: aver spostato all’estero il baricentro del Gruppo Fiat, tramite la fusione di Chrysler, e aver lasciato alle fabbriche rimaste nel nostro Paese un ruolo secondario – e magari destinato alla scomparsa.



Al di là di ogni valutazione complessiva sulla figura del manager da poco scomparso, siamo andati a controllare se quel calo si sia verificato.



Da dove viene il numero?



Le due cifre sono apparse, negli ultimi giorni, in almeno una fonte di stampa e una dichiarazione politica. Un articolo pubblicato dal manifesto il 21 luglio e firmato da Marco Revelli, ad esempio, ha scritto che «oggi i dipendenti diretti di FCA in Italia sono 29.000 compresi quelli di Maserati e Ferrari. Erano oltre 120.000 nel 2000». Il 23 luglio le stesse cifre sono state citate da Fausto Bertinotti in un’intervista con l’agenzia di stampa ANSA.



Il Gruppo Fiat nel 2000



Nel 2000, il Gruppo Fiat era una realtà differente rispetto ad oggi. Il gruppo aveva società attive in sette differenti settori: automobili, macchine per l’agricoltura e le costruzioni, veicoli industriali e altri settori come i prodotti metallurgici, ma anche assicurazioni, editoria e comunicazione. La lista completa delle società appartenenti al gruppo può essere consultata qui.



Ma alcune realtà facenti parte del Gruppo Fiat nel 2000 oggi non sono comprese nel Gruppo FCA. Possiamo prendere due casi come esempio: il marchio di automobili di lusso Ferrari è diventato nel 2016 una società indipendente così come, nel 2013, CNH Industrial che invece nel 2000 era il principale responsabile del settore delle macchine agricole all’interno del Gruppo Fiat.



Veniamo dunque ai numeri.



Il bilancio consolidato e d’esercizio del Gruppo Fiat al 31 dicembre 2000 dichiarava che l’azienda era al tempo composta da 223.953 dipendenti a livello mondiale, in crescita rispetto alle 221.319 unità dell’anno precedente. In Italia i dipendenti erano 112.224, suddivisi in 75 stabilimenti e in 70 centri di ricerca e sviluppo. Per quanto riguarda le società controllate all’interno del gruppo, quell’anno, ad esempio, il marchio di lusso Ferrari contava 1.924 dipendenti, secondo quanto ci ha comunicato l’ufficio stampa dell’azienda. Non sono presenti dati sugli impiegati di Ferrari in Italia a quella data, ma ci è stato comunicato che possiamo stimare una copertura del 95% (circa 1.800 unità). Per quanto riguarda, invece, CNH i dipendenti erano ovviamente conteggiati all’interno del totale del Gruppo Fiat.



Nei primi anni Duemila, in un periodo di forte crisi per l’azienda, i dipendenti e le strutture vennero ridimensionate. Il bilancio consolidato e d’esercizio relativo al 2004 riportava un numero totale di 160.549 dipendenti a livello mondiale, di cui 71.329 in Italia. Anche gli stabilimenti e i centri di sviluppo erano diminuiti, passando rispettivamente a 54 e 52.



Già prima dell’arrivo di Sergio Marchionne, insomma, il personale dell’azienda era stato molto ridotto: tra il 2000 e il 2004 c’è una diminuzione del 28,3% dei dipendenti a livello mondiale e del 36,5% a livello italiano.



Nel bilancio d’esercizio per il 2005, il primo con Marchionne al vertice, si nota invece una leggera crescita: a livello mondiale sono registrati 173.695 dipendenti e in Italia 77.070 unità.



Quanti sono i dipendenti oggi?



Ma quante persone impiega oggi il gruppo in Italia?



Oggi non si parla più di Gruppo Fiat ma di Gruppo FCA. Lo scenario è diverso rispetto a quello di diciotto anni prima: oggi FCA è attivo nel settore automobilistico con i marchi Abarth, Alfa Romeo, Chrysler, Dodge, Fiat, Fiat Professional, Jeep, Lancia, Ram, Maserati, Mopar. Sono incluse nelle attività del Gruppo anche l’operato di Comau (sistemi di produzione), di Magneti Marelli (alta tecnologia) e di Teksid (fonderie). Ma sono uscite dal gruppo altre realtà importanti come Ferrari e CNH, su cui torneremo a breve.



Il bilancio di sostenibilità 2017 pubblicato da FCA nel mese di dicembre riporta, circa il numero totale di dipendenti, la cifra di 236.000 unità a livello globale. Il dato appare in crescita rispetto agli anni immediatamente precedenti, quando si contavano 231.019 dipendenti nel 2016 e 231.623 nel 2015. Il 36,6% dei dipendenti FCA di oggi, circa 86.000 unità, lavora in Europa. I dipendenti italiani invece corrispondono al 25,4% del totale globale, circa 60.000.



Quindi, riassumendo, il gruppo FCA impiega oggi in Italia circa 60 mila persone, mentre nel 2000 ne impiegava 112.000.



CNH è uscito dal gruppo



Vediamo più nel dettaglio come sono andate le cose negli ultimi anni. A livello mondiale, i dipendenti FCA sono cresciuti, mentre quelli italiani sono rimasti più o meno costanti. Lo mostrano i dati relativi agli anni successivi alla nascita del Gruppo FCA (creato a fine 2014: dunque 2014, 2015 e 2016).



Tra il 2014 e il 2015, i dipendenti globali di FCA sono passati da 225.832 mila a 231.623, per poi registrare un lieve calo nel 2016 (231.019 unità). Per quanto riguarda i dipendenti in Italia, nel 2014 questi corrispondevano al 25,9% del totale globale (circa 58.500 persone), nel 2015 al 26.6% del totale (circa 61.500) e nel 2016 al 26,5% del totale (circa 61.000).



Ma torniamo per un momento alle due aziende che erano presenti nel Gruppo Fiat del 2000 e che non fanno oggi parte del Gruppo FCA.



Partiamo dal primo esempio: il marchio di lusso Ferrari. Nel 2015 sono state messe in vendita le azioni Ferrari possedute da FCA, e, nell’ottobre dello stesso anno, l’azienda viene ammessa alla quotazione sul New York Stock Exchange. Nel gennaio 2016 avviene la quotazione sulla Borsa Italiana e Ferrari diviene una società indipendente (di cui però Sergio Marchionne era presidente).



Per quanto riguarda il personale, al 31 dicembre 2017 Ferrari conta 3.380 dipendenti di cui in Italia 3.196 unità. Quasi tutti i suoi dipendenti, insomma, sono in Italia come lo erano nel 2000.



L’altra società cui abbiamo fatto prima riferimento, CNH Global N.V. nel bilancio del 2000, si chiama oggi CNH Industrial. L’azienda odierna, in origine parte del Gruppo Fiat, è nata in seguito a una fusione per incorporazione con Fiat Industrial. La società continua ad occuparsi della produzione di macchine per l’agricoltura e le costruzioni, di veicoli industriali, autobus, mezzi speciali e motori.



Nel 2017 conta 63.356 dipendenti, ha 12 marchi che dipendono da lei ed è coinvolta in 80 mercati nazionali. Il rapporto non fornisce informazioni circa il numero di dipendenti a livello italiano ma solamente la copertura EMEA (Europa, Medio Oriente ed Africa). Si riporta, per queste aree geografiche, il numero totale di 41.494 unità: la stessa società ci ha comunicato di avere a disposizione soltanto quei numeri complessivi.



In conclusione



Il passaggio da 120 mila a 30 mila dipendenti in Italia del gruppo non trova in realtà conferma nei dati della società. Da un lato, il Gruppo FCA oggi impiega in Italia circa 60 mila persone; dall’altro, gran parte di questo calo era già avvenuto prima che Sergio Marchionne diventasse amministratore delegato.



Bisogna poi tener presente che alcune attività industriali che facevano parte del gruppo Fiat nel 2000 sono state scorporate negli anni successivi – parte di una strategia messa in atto dallo stesso Marchionne – e quindi i loro dipendenti si sono sottratti al totale del gruppo, anche se diverse loro attività sono rimaste nel nostro Paese, come è evidente ad esempio nel caso di Ferrari.