Forse scottato dai risultati elettorali del suo partito alle ultime elezioni olandesi – passato in soli cinque anni dal 25% a circa il 5% – Jeroen Dijsselbloem, membro del PvdA (Partito del Lavoro), ministro delle Finanze uscente nei Paesi Bassi e presidente dell’Eurogruppo, ha dichiarato al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung: “Durante la crisi dell’euro i Paesi del Nord hanno dimostrato solidarietà con i Paesi più colpiti. Come socialdemocratico do molta importanza alla solidarietà, ma hai anche degli obblighi, non puoi spendere tutti i soldi per alcol e donne e poi chiedere aiuto”.



Il messaggio, particolarmente sgradevole, si presta a qualche verifica. E per Dijsselbloem le cose non si mettono bene.



Chi aiuta chi



Sfatiamo innanzitutto la premessa che la solidarietà sia stata dimostrata solo dai Paesi del Nord durante la crisi. Al Fondo europeo di stabilità finanziaria (ESFS) – operativo tra il 2010 e il 2012 – l’Italia per esempio contribuì per il 17,9%, la Spagna per l’11,9%. Meno di Germania (27,1%) e Francia (20,4%), ma decisamente più dell’Olanda (5,7%) o di altri Paesi del Nord come Belgio (3,5%), Austria (2,8%) o Finlandia (1,8%).



Anche relativamente al Meccanismo di stabilità europeo (ESM), succeduto all’ESFS e oggi attivo, le percentuali risultano le stesse, con l’Italia al terzo posto dietro Germania e Francia, e con la Spagna che contribuisce per più del doppio dell’Olanda. Del resto, a tali fondi gli Stati europei dell’area euro contribuiscono in base alla loro partecipazione al capitale della BCE, a sua volta determinata in base al doppio criterio della popolazione e del Pil.



Quanto ai Paesi che hanno ricevuto prestiti a tassi agevolati dai fondi europei, se è vero che figurano Cipro, Grecia, Spagna e Portogallo, ne fa parte anche la celtica Irlanda, un’isola sì, ma non del Mediterraneo.



I vizi del Nord



Ma veniamo alla parte dell’affermazione di Dijsselbloem che più ha fatto infuriare i Paesi del Mediterraneo, quella su donne e alcol.



Partiamo dalle donne. Se il presidente dell’Eurogruppo sta galantemente facendo riferimento a regali, fiori, cene offerte, mandolini per serenate e via dicendo, non possiamo verificare il dato ma ci rifiutiamo di cedere allo stereotipo secondo cui i maschi del Nord Europa siano incapaci, e tirchi oltretutto, col gentil sesso. Le differenze non potranno essere tanto macroscopiche.



Se invece sta più prosaicamente facendo riferimento al mestiere più antico del mondo, non essendo legale la prostituzione in molti dei Paesi della sponda Sud – a differenza che nei Paesi Bassi – non siamo anche qui in grado di verificare il confronto su dati ufficiali.



Parliamo dunque di alcol, dove invece i dati certi non mancano.



Secondo l’ultimo rapporto della Commissione europea “Health at a Glance” del 2016, il consumo di alcol, misurato in litri di alcol puro acquistato annualmente da persone con 15 anni o più, vede in fondo alla classifica Svezia, Grecia e Italia, con meno di 8 litri (la media europea è di 10).






L’Olanda si piazza quartultima, seguita da Malta, Finlandia, Cipro e Spagna. Chi acquista più alcol sono invece i lituani, con oltre 14 litri, seguiti da Belgio, Austria, Croazia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Francia, Lussemburgo, Irlanda e Germania, tutti sopra la media europea. Riassumendo, al di sopra dell’asticella dei dieci litri non si trova nessun Paese del Sud Europa.



Guardando poi alla classifica “Regular binge drinking”, cioè l’assunzione smodata di alcol, finalizzata a un rapido raggiungimento dell’ubriachezza, Italia e Olanda non compaiono nell’elenco. Ma in testa abbiamo Danimarca, Romania, Lussemburgo, Finlandia e Germania. In fondo invece si trovano Cipro, Ungheria, Spagna, Portogallo e Grecia. Un sud morigerato, insomma, a fronte di un nord che beve tanto (e male).



Dunque Dijsselbloem si tiene lontano dagli stereotipi, tanto quanto dai dati disponibili. Non male per un politico che del rigore ha fatto la sua bandiera. Ma forse i rigori e gli olandesi – noi ce lo ricordiamo dagli Europei 2000 – non vanno molto d’accordo.