Il 20 dicembre il Senato ha approvato all’unanimità e in via definitiva il disegno di legge delega sulla disabilità, che ha l’obiettivo di riordinare le misure sulla materia oggi in vigore nel nostro Paese. Con questo provvedimento il Parlamento ha fissato i criteri generali che entro i prossimi 20 mesi il governo dovrà rispettare nel riformare la normativa sulla disabilità, attraverso lo strumento dei decreti-legislativi.

Il provvedimento era tra le 51 scadenze da rispettare entro la fine del 2021 per il “Piano di ripresa e resilienza” (Pnrr), finanziato con risorse europee per far fronte alla crisi causata dalla pandemia. Questa riforma, ha promesso (pag. 212) il Pnrr, «semplificherà l’accesso ai servizi» e i «meccanismi di accertamento della disabilità».

Gli interventi riguarderanno oltre il 5 per cento della popolazione italiana: secondo le statistiche Istat più aggiornate, nel nostro Paese le persone con una qualche forma di disabilità sono 3 milioni e 150 mila, di cui quasi 1,5 milioni di ultrasessantacinquenni.

Più semplificazione

Il primo ambito di intervento della legge delega riguarda la necessità di adottare una nuova definizione della condizione di “disabilità” e di riordinare e semplificare la normativa di settore.

La nuova definizione dovrà essere coerente con l’articolo 1, secondo paragrafo, della Convenzione delle Nazioni unite sui diritti delle persone con disabilità del 2006, in base alla quale per persona con disabilità si intende chi presenta «durature menomazioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali che, in interazione con barriere di diversa natura, possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri».

Per semplificare gli aspetti procedurali e organizzativi, la legge delega dà mandato al governo di razionalizzare e unificare in un’unica procedura il processo di valutazione di base della condizione di disabilità. In questo modo si potranno accorpare accertamenti che oggi vengono condotti separatamente, tra cui quelli per l’invalidità civile, la cecità e la sordità. Per fare ciò dovrà essere individuato anche un unico soggetto pubblico con il compito di garantire su tutto il territorio nazionale una valutazione il più possibile omogenea della condizione di disabilità.

Il governo dovrà inoltre approvare nuove disposizioni per introdurre una valutazione «multidimensionale» della condizione di disabilità, accanto a quella di base. Questa nuova valutazione servirà a determinare lo stato di salute del cittadino con disabilità, da più punti di vista, andando oltre la sua condizione fisica o psico-affettiva. L’obiettivo è quello di costruire per il cittadino con disabilità un progetto di vita personalizzato e partecipato, che gli consenta di realizzare una effettiva inclusione nella società.

Dal Garante nazionale al Pnrr

La legge delega prevede poi la necessità di creare, all’interno dei progetti finanziati dal Pnrr, strutture informatiche che semplifichino la raccolta dei dati sui cittadini con disabilità, per migliorare e semplificare i processi di valutazione e archiviazione. Il governo dovrà anche intervenire per stabilire come ciascuna amministrazione pubblica debba individuare una figura dirigenziale con il compito di programmare la «piena accessibilità», fisica e digitale, da parte delle persone con disabilità.

Infine andrà istituita la figura del Garante nazionale della disabilità, «quale organo di natura indipendente e collegiale, competente per la tutela e la promozione dei diritti delle persone con disabilità». Il governo dovrà stabilirne nel dettaglio la struttura e le funzioni, tra cui ci dovrà essere quella di raccogliere le denunce di persone con disabilità che hanno subito discriminazioni o violazioni dei propri diritti.

Entro 24 mesi dall’entrata in vigore dei decreti legislativi previsti dal governo, potranno essere adottati altri interventi per correggere e integrare le nuove misure messe in campo nel rispetto della legge delega. Per i vari decreti legislativi, il governo si deve impegnare a coinvolgere entrambe le camere, che potranno esprimere un parere comunque non vincolante.

Prima di concludere, sottolineiamo che l’approvazione della legge delega sulla disabilità entro la fine di quest’anno non esaurisce quanto promesso in tema di disabilità dal governo all’Unione europea per ricevere i soldi del Pnrr. Entro il 30 giugno 2024, infatti, andranno approvati i decreti legislativi previsti dalla legge delega, altrimenti l’erogazione dei fondi europei potrà essere sospesa dall’Ue.