Lunedì 13 dicembre è arrivata alla Camera la proposta di legge sul cosiddetto “suicidio assistito”, ma durante la discussione generale del testo l’aula di Montecitorio era praticamente vuota, con la sola presenza di circa 25 deputati su 630, come denunciato anche da diverse fonti stampa.

Non è un novità: come vedremo, già in passato le assenze del lunedì alla Camera hanno attirato molte critiche contro i parlamentari, accusati di assenteismo e scarsa sensibilità verso certi temi.

In realtà alla Camera la presenza di pochi parlamentari nelle giornate di lunedì è una prassi che si è consolidata nel tempo, e un discorso simile vale anche per il Senato. La questione non va comunque sottovalutata, perché secondo alcuni esperti ha portato ad abusi da parte dei parlamentari.

Una prassi consolidata

In base al regolamento della Camera, la discussione sulle linee generali di una proposta di legge è la prima fase dell’esame del testo in aula e consiste «negli interventi dei relatori per la maggioranza e di quelli di minoranza, per non più di venti minuti ciascuno, del governo e di un deputato per gruppo».

Il regolamento non stabilisce però che alla discussione generale debbano presenziare esclusivamente i relatori e un deputato per partito. E nemmeno che la discussione si debba tenere per forza il lunedì. Questa scelta è frutto di una prassi parlamentare, come ha spiegato a Pagella Politica Antonio Sabbatella, presidente dell’Istituto di studi europei “Alcide De Gasperi” e professore al master in Istituzioni parlamentari dell’Università La Sapienza di Roma.

«Dal momento che le discussioni generali di una proposta di legge non prevedono votazioni, di solito, salvo emergenza, la Conferenza dei capigruppo stabilisce di metterle in calendario il lunedì per dar modo ai parlamentari non direttamente coinvolti in un progetto di legge di svolgere attività politica nei propri territori di elezione», ha spiegato a Pagella Politica Sabbatella. «Tanto i deputati quanto i senatori hanno il dovere politico di rendere conto del loro lavoro ai cittadini attraverso varie iniziative nei territori in cui sono stati eletti».

Questa spiegazione è stata confermata (min: 45.40) anche lo scorso 14 dicembre dal presidente della Camera Roberto Fico, secondo cui «in discussione generale su tutti i provvedimenti intervengono i parlamentari che hanno lavorato a quel provvedimento» nella commissione parlamentare di competenza. Il presidente Fico ha quindi esortato a uscire una volta per tutte dalla «retorica dell’aula vuota» durante la discussione generale del lunedì.

«La presenza dei soli relatori e di un rappresentante per gruppo il lunedì è una prassi consolidata da anni alla Camera», ha spiegato a Pagella Politica la deputata del Partito democraticoGiuditta Pini. «Tant’è vero che dopo la discussione generale la maggioranza dei parlamentari è presente in occasione delle votazioni degli stessi disegni di legge».

Per esempio, questo è avvenuto lo scorso 25 novembre, quando una mozione per promuovere nuovi provvedimenti contro la violenza di genere è stata approvata da tutti e 339 deputati presenti quel giorno in aula [1]. Proprio la discussione generale su questa mozione, tenutasi il 23 novembre, aveva riportato d’attualità le polemiche sulla Camera vuota il lunedì.

L’eterno ritorno sui deputati assenti

All’epoca era infatti circolata sui social una foto della ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti che a Montecitorio discuteva la mozione di fronte soltanto a otto deputati. In quell’occasione l’economista Carlo Cottarelli aveva scritto su Twitter: «Quando si parla di temi così delicati l’aula non può essere deserta».

Sempre quest’anno, la questione delle scarse presenze alla Camera è stata sollevata lunedì 15 novembre, in occasione della discussione generale per la conversione in legge del decreto-legge che ha esteso l’obbligo di green pass anche sui luoghi di lavoro. Quel giorno il deputato del Pd Filippo Sensi aveva documentato su Twitter che i presenti in aula per la discussione erano sei.

Un paio di anni fa, il 29 aprile 2019, lo stesso Sensi aveva sollevato una polemica simile in occasione della discussione generale per l’istituzione di una commissione d’inchiesta sul caso di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso in Egitto nel 2016. Alla discussione del lunedì erano presenti 19 deputati.

L’allora deputato del Partito democratico Ivan Scalfarotto (poi passato a Italia viva) aveva difeso i colleghi assenti, spiegando in un intervento su Il Post che la discussione generale «avviene sempre alla presenza di pochissimi parlamentari», al di là dei temi trattati. Secondo Scalfarotto, la discussione generale è un momento ancora dedicato agli «esperti», ossia agli interventi del relatore e dei deputati che hanno preso parte ai lavori in commissione.

Ma come è nata questa tendenza che periodicamente riporta i lunedì della Camera sulle prime pagine dei giornali? Ritornando al dibattito sul suicidio assistito, il 15 dicembre 2021 il deputato di Italia viva Ettore Rosato ha affermato che questa «retorica» è stata «costruita tutta dai grillini». Il deputato di Italia viva ha infatti ricordato che in passato i parlamentari del M5s erano soliti denunciare sui social le assenze del lunedì alla Camera. È vero: il 27 maggio e il 5 agosto 2013, per esempio, alcuni parlamentari del M5s, entrati da poco per la prima volta alla Camera, avevano sollevato su Facebook la questione dell’aula deserta a inizio settimana.

Una questione da non sottovalutare

Il fatto che il lunedì le discussioni generali a Montecitorio siano seguite da pochi parlamentari può comunque sollevare un margine di preoccupazione. «Se la gran parte dei parlamentari, soprattutto quelli provenienti da lontano, sfrutta il lunedì per attività sul territorio o per spostarsi verso Roma, è innegabile che qualcuno abbia abusato di questa possibilità per presentarsi in Parlamento direttamente il martedì», ha sottolineato a Pagella Politica Sabbatella.

Tra l’altro, questa osservazione non vale solo per il lunedì, ma anche il venerdì. «Conclusa la votazione di un disegno di legge, che in situazioni normali avviene entro il giovedì, molti parlamentari cominciano ad andarsene da Roma», ha sottolineato Sabbatella a Pagella Politica. «Per ovviare al problema, Camera e Senato nel corso degli anni hanno iniziato a programmare per il venerdì le interrogazioni e le interpellanze parlamentari, che richiedono la presenza dei soli deputati e senatori che hanno presentato l’interrogazione o l’interpellanza».

In generale la questione delle scarse presenze nei giorni iniziali e finali della settimana lavorativa non va dunque sottovalutata o semplicemente ricondotta a una prassi parlamentare. «Sarebbe opportuna una riforma dei regolamenti, sia della Camera che del Senato, per adattare il lavoro del parlamentare alle nuove tecnologie, consentendo per esempio il lavoro a distanza e allo stesso tempo la trasparenza dell’attività parlamentare», ha concluso Sabbatella.

Ricapitolando: la scarsa presenza dei deputati il lunedì alla Camera non viola il regolamento di Montecitorio, che in teoria consente ai politici di dedicare la prima giornata della settimana all’attività nei territori di elezione. Tuttavia, questa prassi può in alcuni casi sfociare in abusi da parte dei politici, che secondo alcuni esperti potrebbero essere arginati con una revisione dei regolamenti parlamentari.



[1] La votazione della mozione contro la violenza sulle donne è la numero 33 della seduta del 25 novembre.