Il referendum sulla riforma della Costituzione promossa dal governo Renzi si terrà solo il prossimo autunno, ma il dibattito politico sulla questione appare già vivo. Da ultimo con il caso del consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura, Piergiorgio Morosini, le cui opinioni molto negative sulla riforma, riportate dal Foglio, hanno aperto una nuova polemica sui rapporti tra governo e magistratura.



Al di là del merito della riforma Renzi, l’idea di cambiare il nostro assetto istituzionale non è certo nuova. Uno dei motivi più citati per chiedere modifiche radicali alla nostra Costituzione sta nel fatto che il procedimento legislativo è troppo lento e farraginoso. Le due Camere che compongono il parlamento italiano hanno infatti gli stessi poteri: questo fa sì che un provvedimento, prima di diventare legge, debba essere approvato in identica formulazione da entrambe.



Questo sistema – il cosiddetto “bicameralismo perfetto” previsto dall’art. 70 della Costituzione è molto raro a livello internazionale (Roberto D’Alimonte ha scritto che in Europa la seconda Camera ha un ruolo rilevante nel processo legislativo solo in Polonia e in Romania).



La lentezza nell’approvazione delle leggi si rileva dal numero che abbiamo scelto per la nostra rubrica questa settimana: 209 giorni, il tempo medio necessario per approvare definitivamente una legge, secondo le Statistiche sull’attività legislativa disponibili sul sito del Senato.