C’è chi sogna di riportare le bighe al Circo Massimo, a Roma, chi propone le strisce pedonali portatili e chi si candida con Fratelli d’Italia, nonostante in passato sia stato un dirigente locale del Partito democratico. Alle elezioni amministrative di ottobre andranno a votare venti capoluoghi di provincia. Tra i numerosi candidati sindaco, e liste in corsa, c’è chi sa distinguersi dagli altri. Chi usando la goliardia, chi attraverso particolari accordi elettorali.

Abbiamo passato in rassegna gli elenchi degli aspiranti sindaci e delle liste in lizza nei venti capoluoghi di provincia al voto. Ecco i protagonisti più stravaganti e le alleanze più particolari.

A Roma la lista Nerone vorrebbe le bighe al Circo Massimo

Tra i 22 candidati (qui l’elenco completo) alla carica di sindaco di Roma uno di quelli che non passa inosservato è certamente Sergio Iacomini, detto Nerone, leader della lista “Nerone-Movimento storico romano”. Iacomini, 58 anni, ex dipendente della Banca d’Italia, ha fondato nel 1994 il Gruppo storico romano, un’associazione che si occupa di rievocare attraverso spettacoli a tema i fasti di Roma antica.

Il 29 dicembre 2020 Iacomini ha annunciato la sua candidatura a sindaco di Roma e l’associazione si è trasformata nella lista “Nerone-Movimento storico Romano”. Innanzitutto, il primo obiettivo di Iacomini è ripristinare il nome della città eterna “Roma”, «che solo Commodo osò cambiare fino a che non fu ucciso». Infatti, il nome “Roma” è stato modificato in “Roma capitale” nel 2009 dal quarto governo Berlusconi.

Oltre a questo, nelle “XII tavole della lista Nerone” – così si chiama il programma del candidato sindaco – Iacomini si propone di recuperare le principali feste della Roma antica, dalle Idi di Marzo fino alla Madonna Fiumarola.

C’è un altro obiettivo che salta all’occhio più di tutti: riportare le corse delle bighe al Circo Massimo. E a chi gli ha fatto notare che recuperare questa tradizione potrebbe presentare alcuni problemi, Iacomini ha risposto che tutto dovrà essere fatto «in accordo con il Ministero Beni Culturali, nel rispetto delle norme archeologico-paesaggistiche, di sicurezza dei guidatori, del pubblico e dei diritti degli animali».

Per la campagna elettorale delle amministrative a Roma, Iacomini e la lista Nerone hanno lanciato anche il proprio inno “Gladiatori per Roma – Gladiators for Rome”, con tanto di video. Questa, oltre alle altre iniziative, ha permesso alla lista Nerone di incassare anche l’appoggio del comico romano Maurizio Battista.

Dr. Seduction e le strisce pedonali portatili

Sessuologo, relatore in convegni su temi dell’uguaglianza contro le discriminazioni, autore di libri sul corteggiamento. Così si racconta nella sua bio di Instagram Giuseppe Cirillo, detto “Dr. Seduction”, candidato sindaco di Roma per il Partito delle Buone Maniere.

Cirillo non è nuovo alla politica. Nel 2019 si era candidato come governatore dell’Umbria, nella tornata in cui vinse il centrodestra guidato dall’attuale governatrice Donatella Tesei. In quell’occasione, Dr. Seduction Cirillo raccolse 420 voti, pari allo 0,1 per cento.

Nonostante la sconfitta in Umbria, Cirillo non si è dato per vinto e così nel 2020 si è candidato anche alle elezioni regionali in Campania, dove ha conquistato poco più di 2 mila voti.

Sul suo profilo instagram, Cirillo dispensa consigli sul corteggiamento, sulla prevenzione dalle malattie sessualmente trasmissibili e, per la campagna elettorale di Roma, ha lanciato l’idea di distribuire ai cittadini strisce pedonali portatili da srotolare all’occorrenza. «Usale dove non si vedono» è lo slogan di questa iniziativa. Sempre attraverso il suo profilo Instagram, Cirillo ha diffuso un video in cui, vestito da striscia pedonale, in abito a righe bianche e nere, si distende sulla strada e invita una donna ad attraversarlo.

A Carbonia Cinquestelle e comunisti uniti contro il Pd

Alle elezioni amministrative di ottobre non ci sono solo alcuni candidati stravaganti ma anche alleanze inedite e particolari. Un caso esemplare è quello di Carbonia, comune di poco più di 25 mila abitanti del Sud della Sardegna. Qui il Movimento 5 stelle – che governa la città dal 2016 con la sindaca Paola Massiddu – si è alleato con Articolo Uno, Partito socialista italiano e il Partito comunista italiano in funzione anti-Pd. L’inedita coalizione candida come primo cittadino il segretario della sezione locale di Articolo Uno, il trentottenne Luca Pizzuto. Dal canto suo, il Partito democratico è alleato con cinque liste civiche e candida a sindaco Pietro Morittu, 43 anni, dal 2011 consigliere comunale Pd, già assessore comunale all’Istruzione.

L’alleanza di centrodestra si spacca a Savona e Benevento

Nonostante nei principali capoluoghi di regione come Roma e Milano il centrodestra si presenti compatto attorno a un unico candidato sindaco, non mancano le città in cui l’alleanza dei moderati si è spaccata. È questo il caso di Savona e Benevento.

A Savona, dove da cinque anni governa la civica di centrodestra Ilaria Caprioglio, Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e la lista del presidente ligure Giovanni Toti candidano il medico Angelo Schirru, 69 anni.

Per contro, Noi con l’Italia, piccolo partito di centrodestra guidato dal deputato ex forzista Maurizio Lupi, ha scelto di candidare Francesco Versace, 72 anni. Dal 2016 a Versace è consigliere comunale di maggioranza con la lista “Vince Savona”, che cinque anni fa comprendeva esponenti di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Nuovo centrodestra.

L’altro capoluogo di provincia dove l’alleanza di centrodestra si è spaccata è Benevento. Qui il sindaco uscente Clemente Mastella, ex ministro del governo Prodi e del primo esecutivo Berlusconi, si è ricandidato e tra le liste che lo sostengono c’è anche Forza Benevento, espressione locale di Forza Italia.

Dal canto loro, Fratelli d’Italia e Lega – che si presenta con la lista “Prima Benevento” – hanno candidato come sindaca l’avvocata Rosa De Stasio.

A Isernia il candidato di Fratelli d’Italia è un ex dirigente del Pd

Anche a Isernia, dove dal 2016 governa Giacomo D’Appollonio di Fratelli d’Italia, il centrodestra si presenta spaccato. Tuttavia, la situazione appare ancora più intricata rispetto a Benevento e a Savona.

Qui Forza Italia e Lega candidano l’avvocato Gabriele Melogli, mentre Fratelli d’Italia, insieme ad altre tre liste civiche, ha scelto di sostenere l’imprenditore Cosmo Tedeschi. Tedeschi non è un personaggio qualunque perché, prima di diventare il candidato di Giorgia Meloni a Isernia, è stato prima un consigliere regionale dell’Italia dei Valori e successivamente nella segreteria regionale del Partito democratico.

Da Milano a Roma, fioccano i candidati no vax e sovranisti

Alle elezioni comunali ci sono anche molti candidati di liste sovraniste o vicine a posizioni no vax.

Il Movimento 3V, la principale forza politica rappresentante quella fette di popolazione dubbiosa o contraria ai vaccini, presenta suoi candidati in otto delle 20 città al voto: Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, Trieste, Ravenna e Rimini. A Varese, invece, il Movimento 3V non ha candidato nessuno dei suoi esponenti, ma è comunque presente la lista “Varese libera”, che con il candidato Francesco Tomasella esprime posizione contrarie alla campagna vaccinale e alle restrizioni per il contenimento della pandemia da Covid-19.

Oltre ai candidati no vax, nei capoluoghi di provincia al voto ci sono anche diverse liste e candidati di stampo sovranista. In particolare, il movimento no euro che schiera più candidati alle amministrative di ottobre è ItalExit, il partito fondato dall’ex senatore del Movimento 5 stelle Gianluigi Paragone. ItalExit presenta sui candidati sindaco a Milano (dove è in campo lo stesso Paragone), Torino, Bologna, Ravenna e Grosseto.

Da Nord a Sud la sinistra è (come sempre) divisa

Anche alle elezioni amministrative di ottobre la sinistra, in particolare quella al di là del Partito democratico, si presenta divisa in tante piccole formazioni in tutte le principali città. Le più numerose sono le liste che si dichiarano o sono vicine a posizioni comuniste.

Liste di ispirazione comunista si trovano a Roma, Milano, Torino, Bologna, Ravenna, Grosseto e Latina. Tra tutte questi capoluoghi al voto, è Torino la città che presenta il maggior numero di liste di sinistra radicale, ben cinque. Più nello specifico, il Partito comunista dei lavoratori che schiera come candidato sindaco Massimo Chiesi, il Partito comunista che sostiene Giuseppina di Cristina e infine la coalizione tra Potere al Popolo, Sinistra anticapitalista e Partito comunista italiano che appoggia Angelo D’Orsi.

In conclusione

Il 3 e 4 ottobre venti capoluoghi di provincia – a Carbonia, in Sardegna, si terranno tra il 10 e l’11 ottobre – andranno al voto per eleggere il nuovo sindaco e rinnovare il consiglio comunale. Tra i candidati sindaco di questi comuni e tra le liste che li sostengono abbiamo individuato sei casi particolari tra candidati eccentrici e alleanze inedite.

A Roma, tra i 22 candidati alla carica di sindaco, c’è anche Sergio Iacomini, ex dipendente della Banca d’Italia che con la lista Nerone – Movimento storico romano vuole riportare le corse delle bighe al Circo Massimo. Sempre a Roma, oltre a Iacomini troviamo Giuseppe “Dr. Seduction” Cirillo, sessuologo e leader del Partito delle Buone Maniere, che tra le proposte ha lanciato l’idea di consegnare ai romani strisce pedonali portatili.

Per quanto riguarda le liste in campo, abbiamo individuato alleanze inedite a Carbonia, Benevento, Savona e Isernia. Nel primo caso, a Carbonia, è la sinistra a presentarsi divisa, con il M5s che si è alleato con tutti principali partiti del centrosinistra in funzione anti-Pd. A Benevento, Savona e Isernia è invece la tradizionale alleanza di centrodestra ad essersi spaccata. Il terzo di questi ultimi casi, quello di Isernia, è il più particolare. Qui Fratelli d’Italia corre da sola e il suo candidato è un ex dirigente del Partito democratico del Molise.

Infine, alle elezioni di ottobre non mancano le liste di ispirazione no vax e sovraniste, con ItalExit e Movimento 3V che presentano propri candidati sindaco in tutte le principali città. La sinistra radicale invece si conferma divisa in tante piccole formazioni in tutti i grandi capoluoghi. A Torino, in particolare, le liste di stampo comunista sono ben cinque.