Vaccini: l’Italia è nona nell’Ue e continua a rallentare

Pagella Politica
In Italia, nella settimana tra il 6 e il 12 settembre, sono state somministrate in media ogni giorno 240 mila dosi di vaccino contro la Covid-19, in forte rallentamento rispetto a luglio – quando la media era di oltre 500 mila dosi – e rispetto ai primi giorni di settembre, quando si era arrivati a una media di 275 mila.

Rispetto agli altri Paesi dell’Unione europea, siamo al momento noni in classifica, dietro alla Spagna, più o meno allo stesso livello della Francia e davanti alla Germania.

Vediamo che cosa dicono nel dettaglio i dati diffusi dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) – l’organo sanitario europeo che aiuta i Paesi nella lotta alla pandemia – e quelli raccolti da Our world in data, un progetto dell’Università di Oxford.

L’Italia è il nono Paese più vaccinato dell’Ue

Ad oggi nell’Unione europea sono state somministrate oltre 530 milioni di dosi di vaccino, con oltre 290 milioni di persone che hanno ricevuto almeno una dose, ossia il 66 per cento dei cittadini europei.

Al momento il Portogallo è il Paese con il maggior numero di persone che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino: l’87 per cento. Al secondo posto c’è Malta (81 per cento) e al terzo la Spagna (79 per cento). L’Italia, con il 72 per cento della popolazione con almeno una dose, è il nono Paese Ue più vaccinato. Con percentuali superiori al 70 per cento ci sono altri sei Paesi oltre il nostro, mentre tra il 60 e il 70 per cento ci sono otto Paesi. Lo Stato meno vaccinato di tutta l’Ue è al momento la Romania, ferma al 28 per cento.

La classifica resta simile anche guardando i dati sulla popolazione completamente vaccinata. Malta è all’81 per cento, il Portogallo all’80 per cento e la Spagna al 75 per cento [1].

Fino ad oggi il vaccino più utilizzato nell’Ue è stato quello prodotto da Pfizer (460 milioni di dosi consegnate), seguito da AstraZeneca (93 milioni) e Moderna (82 milioni). C’è poi Johnson & Johnson con 22 milioni. Solo due Stati membri dell’Ue hanno utilizzato vaccini non approvati dall’Agenzia europea per il farmaco (Ema): l’Ungheria ha ricevuto 5,2 milioni di dosi del vaccino cinese Sinopharm e 2 milioni del vaccino russo Sputnik, mentre la Slovacchia 200 mila dosi di Sputnik.

Ci sono ampie differenze tra Italia, Francia, Spagna e Germania

Tra i grandi Paesi dell’Ue, la Germania è il Paese più indietro, con il 66 per cento della popolazione che ha ricevuto almeno una dose. Francia e Italia sono entrambe tra il 73 e il 74 per cento, mentre la Spagna è all’80 per cento.

La dinamica della campagna vaccinale è stata molto simile tra i quattro Paesi fino a metà giugno, quando la percentuale di popolazione coperta con almeno una dose era intorno al 50 per cento. A quel punto la Francia ha rallentato, per poi tornare ad accelerare a fine luglio, complice probabilmente l’introduzione dell’obbligo del green pass per una serie di attività.

Gli altri tre Paesi hanno proseguito con una dinamica simile, ma da metà luglio la Germania ha avuto un netto rallentamento e anche l’Italia ha iniziato a vaccinare più lentamente. In un mese e mezzo la Germania ha vaccinato il 5 per cento della popolazione, l’Italia il 12 per cento e la Spagna quasi il 20 per cento. Ad agosto la Francia, da Paese più lento, ha sorpassato sia la Germania che l’Italia.

Inoltre, la Francia ha già somministrata la terza dose di vaccino allo 0,5 per cento della popolazione, la Germania allo 0,2 per cento, mentre Italia e Spagna non sono ancora partiti.

La vaccinazione degli anziani

Prima di concludere, vediamo che cosa dicono i dati sulle vaccinazioni per la popolazione anziana. Come abbiamo spiegato diverse volte, vaccinare gli anziani è la principale priorità della campagna vaccinale. Tra gli over 80 senza vaccino, infatti, muore più del 10 per cento di chi contrae la Covid-19. Considerando poi che l’immunità di gregge è sostanzialmente irraggiungibile, a causa della diffusione della variante delta, vaccinarsi è l’unico modo per proteggersi dalle forme gravi della malattia.

In 25 Paesi dell’Ue – Germania e Paesi bassi non diffondono le statistiche delle vaccinazioni per età – l’86 per cento della popolazione over 80 ha ricevuto almeno una dose di vaccino; nella fascia 70-79 anni la percentuale è all’87 per cento; e in quella 60-69 anni all’85 per cento.

Austria, Danimarca, Irlanda, Malta e Portogallo hanno vaccinato tutti gli over 80, sono sopra il 95 per cento Spagna, Italia, Cipro, Finlandia e Svezia ed è sopra il 90 per cento il Belgio. Romania e Bulgaria sono fermi solo al 20 per cento. Nella fascia tra i 60 e i 79 anni, il Portogallo è sempre primo in classifica.

In conclusione

Fino ad oggi l’Italia ha vaccinato di più di diversi Paesi europei, ma da un mese ha fortemente rallentato. Tra i grandi Stati Ue, la popolazione coperta con almeno una dose è molto simile a quella della Francia, superiore a quella tedesca, ma inferiore a quella spagnola.

La vaccinazione degli anziani è andata bene nella maggior parte dei Paesi del continente e complessivamente oltre l’85 per cento degli europei con più di 60 anni ha ricevuto almeno una dose di vaccino. Alcuni Paesi sono già partiti a somministrare le terze dosi, mentre altri stanno ancora aspettando.




[1] Nel leggere i dati di Our world in data, bisogna tenere conto che viene considerato come completamente vaccinato solo chi ha ricevuto due dosi o un vaccino monodose, mentre per convenzione i guariti che ricevono una sola dose, come in Italia, non vengono contati come del tutto vaccinati.

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