Quanto successo a Colonia durante la notte di Capodanno ha riportato agli onori della cronaca il tema dell’immigrazione e i problemi ad essa collegati. In Italia, nel corso del 2015, l’immigrazione ha avuto caratteristiche parzialmente diverse rispetto a quelle dell’anno precedente, come abbiamo scritto in questa analisi di una dichiarazione del Presidente del Consiglio Matteo Renzi.



Per questo motivo, per inaugurare la nostra nuova rubrica “Il numero della settimana”, abbiamo scelto quello relativo agli eritrei arrivati in Italia.Il numero è 37.882: il numero dei migranti eritrei che sono arrivati sulle coste italiane nel corso dei primi undici mesi del 2015, secondo i dati dell’Unchr. È la prima nazionalità tra gli arrivi via mare nell’anno che si è appena concluso, contando per oltre un quarto del totale (153.600 persone al 31 dicembre).



Il gruppo più numeroso dei migranti che è arrivato nel 2015 sulle coste italiane non viene dalla Siria, dunque, ma da un Paese il cui governo è stato accusato dalle Nazioni Unite di pesanti violazioni dei diritti umani non più tardi della scorsa estate. A partire dal 2014 – ha sostenuto l’Onu – un vero e proprio esodo dall’Eritrea è stato causato dalle esecuzioni sommarie, dalle torture e da uno stato di militarizzazione della società che include il servizio militare forzato e senza limiti di tempo.



Un altro numero rende bene le dimensioni di questo esodo: l’Eritrea ha circa 5,2 milioni di abitanti e, se sommiamo ai quasi 38 mila arrivi di quest’anno i 34.300 dello scorso, possiamo concludere che negli ultimi 48 mesi sia arrivato sulle coste italiane l’1,4% circa della popolazione del Paese. Come se dall’Italia se ne fossero andate 600 mila persone in due anni – quanto l’intera città di Genova.



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