II 12 luglio 2019 Luigi Di Maio, intervistato da Il fatto quotidiano, ha parlato del salario minimo. Secondo il leader del M5s questa misura non è presente solo in Italia e nei «Paesi dell’Est Europa».

Di Maio riporta un’informazione scorretta e merita un “Panzana pazzesca”. Scopriamo perché.

Il salario minimo in Europa

Eurofound, la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, è un’agenzia dell’Ue che, tra le altre cose, pubblica annualmente un rapporto sul salario minimo nei diversi Paesi Ue.

Secondo l’ultimo rapporto – pubblicato il 4 giugno 2019 – 22 Stati membri su 28 hanno per legge una qualche forma di salario minimo. Il valore – che è stabilito in base al costo della vita – varia dai 1,62 euro all’ora della Bulgaria agli 11,97 euro all’ora del Lussemburgo.

Nessun Paese «dell’Est Europa» ha un salario minimo

Rientrano tra i Paesi con un salario minimo anche quelli «dell’Est Europa» che, invece, secondo Di Maio ne sono privi. Vediamo i dettagli.

Secondo la ripartizione del mondo effettuata dalle Nazioni Unite, l’Europa orientale è una delle macroregioni in cui è diviso il continente europeo e comprende al suo interno 10 Stati: la Bielorussia, la Bulgaria, la Repubblica Ceca, l’Ungheria, la Polonia, la Moldavia, la Romania, la Russia, la Slovacchia e l’Ucraina.

Tra questi, sei fanno parte dell’Unione europea (Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia). Tutti i Paesi dell’Est Europa che fanno parte della Ue hanno il salario minimo.

Guardando al grafico sopra riportato, il valore varia dai 1,62 euro all’ora della Bulgaria euro ai 3,10 euro all’ora previsti in Repubblica Ceca. Il leader del M5s, quindi, sbaglia: non è vero che i Paesi «dell’Est Europa» sono privi di un salario minimo orario.

Chi, invece, non ce l’ha?

Sono in totale 6 i Paesi Ue a non avere un salario minimo stabilito per legge: l’Italia, l’Austria, la Danimarca, la Finlandia, la Svezia e Cipro. Nessuno di questi Paesi rientra tra gli Stati «dell’Est Europa» di cui parla Di Maio. Inoltre, ne è sprovvista anche la Norvegia che, pur non essendo un membro dell’Ue, fa parte del mercato europeo.

Dunque i Paesi scandinavi, storicamente considerati esempi di socialdemocrazie funzionanti e spesso ai vertici delle classifiche europee per qualità della vita e tutela dei diritti (a differenza dell’Est Europa), non hanno il salario minimo.

Non hanno un salario minimo, ma…

Ricordiamo, come già visto in una nostra precedente analisi, che ci sono Paesi che, pur non avendo una vera e propria legge nazionale sul salario orario minimo, adottano un salario minimo settoriale. Questo è, ad esempio, il caso di Italia e Danimarca.

In questi Paesi, infatti, con i contratti collettivi i sindacati e i datori di lavoro stabiliscono quale sia il minimo di retribuzione orario per tutti i lavoratori che appartengono ad un determinato settore.

Il verdetto

Luigi Di Maio ha dichiarato che il salario minimo «manca solo a noi e ai Paesi dell’Est Europa».

Il leader del M5s sbaglia. Tutti i Paesi dell’Est Europa facenti parte dell’Unione europea sono provvisti di un salario minimo orario che varia dai 1,62 euro all’ora previsto in Bulgaria ai 3,10 euro all’ora previsti nella Repubblica Ceca.

Inoltre, guardando alla sola Europa ci sono altri cinque Stati oltre all’Italia che non hanno un salario minimo introdotto per legge. Nessuno di questi fa parte «dell’Est Europa». Si tratta dell’Austria, della Danimarca, della Finlandia, della Svezia e di Cipro. Inoltre, al di fuori dell’Ue ma facente parte del mercato europeo, anche la Norvegia ne è priva.

Luigi Di Maio merita un “Panzana pazzesca”.