Il 18 ottobre, a Milano in Piazza Duomo, la Lega Nord ha guidato una manifestazione contro i “clandestini” e Mare Nostrum, dall’impegnativo slogan “Stop Invasione“. Ora, mentre non è certamente compito di Pagella Politica fare verifiche e dare verdetti su espressioni come “invasione”, riteniamo sia comunque opportuno verificare i dati chiave del fenomeno.



Quanti sono gli stranieri residenti in Italia?

Nello scorso decennio c’è stato un vero boom dell’immigrazione nel nostro Paese, che però partiva da livelli molto bassi. La componente di residenti stranieri in Italia è cresciuta dal 2,7 al 7,4% della popolazione, secondo
l’Istat.


In numeri assoluti, vuol dire da 1,5 a 4,4 milioni di persone. Sicuramente una crescita rapida, benché ci posizioni ancora al di sotto degli altri grandi Paesi UE come la Germania o la Francia (dove gli stranieri compongono circa il 12% della popolazione) o la Spagna (11%)

I numeri escludono gli stranieri presenti sul suolo italiano irregolarmente, i cui numeri sono per definizione delle stime. Non sono comunque totali che modificano radicalmente il totale, dal momento che la Fondazione Ismu (Iniziative e Studi sulla Multietnicità) stimava che al 1° gennaio 2013 erano
300 mila gli stranieri senza permesso di soggiorno.




Distribuzione geografica


Questi numeri assoluti non danno però l’idea di un fenomeno che si caratterizza per concentrazioni diverse da Nord a Sud. Come si può vedere nella cartina a destra, tratta dal censimento Istat 2011, l’immigrazione regolare è prevalentemente radicata al centro-Nord, con picchi in alcuni comuni che arrivano a superare il 30%.


Guardando i dati Istat a livello provinciale ed incrociandoli con la popolazione delle provincie vediamo una variabilità alta ma meno drammatica. Le prime provincie per presenza di stranieri hanno infatti popolazioni immigrate pari a circa il doppio della media nazionale. La prima in classifica è Prato con una quota di stranieri pari al 14,7% della popolazione totale, seguita da Piacenza (13,5%) e Brescia (13,1%). In fondo alla classifica troviamo invece tre provincie sarde: Oristano (1,4%), Carbonia-Iglesias (1,2%) e Medio-Campidano (1,0%). Chi volesse vedere i dati per la propria provincia (scorporati per nazionalità dei residenti stranieri) lo può fare andando sulla nostra cartella Excel che come sempre è condivisa ed aperta al pubblico.


Le previsioni demografiche

Il mix demografico nel futuro cambierà indubbiamente, come abbiamo visto in questo fact-checking ad una dichiarazione proprio di Matteo Salvini. Oltre a diventare più anziana, la popolazione italiana diventerà nettamente più multietnica. Secondo le previsioni demografiche dell’Istat, infatti, la quota della popolazione immigrata arriverà al 9,4% nel 2015 fino a raggiungere il 23% nel 2065, poco meno di un quarto della popolazione. Sono dati dello “scenario centrale” che non lasciano spazio ad equivoci, gli stranieri diverranno una parte sempre più importante della nostra società e della nostra economia.



Le percezioni e la realtà

Detto ciò, gli italiani complessivamente pensano già adesso che gli stranieri siano molti di più di quanto non siano veramente. Basta guardare i dati pubblicati il 29 ottobre sul Guardian, in collaborazione con IPSOS/Mori. A fronte infatti di un dato reale vicino al 7% (come abbiamo visto sopra), gli intervistati ritenevano che la proporzione di immigrati sulla popolazione ammontasse al 30%, ben 23 punti percentuali in più. Insomma, nelle nostre teste siamo già nel 2065.