Lo stallo della campagna vaccinale, numeri alla mano

Ansa
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A oltre dieci mesi dal suo inizio, nelle ultime settimane la campagna vaccinale contro la Covid-19 in Italia è entrata in una fase di stallo. In breve: si fanno pochissime prime dosi e le somministrazioni di terze dosi vanno molto a rilento, con alcune regioni ancora particolarmente indietro.

Vediamo che cosa dicono i numeri nel dettaglio.

A che punto siamo?

In base agli open data pubblicati dalla struttura commissariale, all’8 novembre nel nostro Paese è stato completamente vaccinato contro la Covid-19 l’84,5 per cento della popolazione vaccinabile, ossia quella dai 12 anni in su, mentre è in attesa di ricevere la seconda dose il 3 per cento. Ha già invece ricevuto una dose aggiuntiva il 4,1 per cento della popolazione vaccinabile (ci torneremo meglio tra poco).

Tutte le fasce di età, tranne quella tra i 12 e i 19 anni, hanno superato l’80 per cento di vaccinati con almeno una dose. Tra gli over 60 siamo sopra il 90 per cento, mentre sono stati vaccinati quasi tutti i cittadini con più di 80 anni. La fascia tra i 20 e i 29 anni ha superato il tasso di vaccinazione sia di quella tra i 30 e 39 anni sia di quella tra i 40 e 49 anni ed è vicina a quello tra i 50 e 59 anni.

Lombardia, Puglia e Toscana sono le uniche regioni a essere arrivate al 90 per cento di popolazione vaccinata con almeno una dose, mentre Calabria e provincia autonoma di Bolzano sono di poco sopra l’80 per cento. Le altre si posizionano in gran parte tra l’85 e l’88 per cento.
Lo stallo della campagna vaccinale si registra soprattutto nella somministrazione di prime dosi.

Si fanno pochissime prime dosi

Tra il 1° e il 7 novembre sono state somministrate 141 mila dosi in media al giorno, un dato parecchio basso, molto probabilmente influenzato anche dal fatto che il 1° novembre era un giorno festivo.

Più nello specifico, nella scorsa settimana sono state fatte in media 17 mila prime dosi al giorno. Per avere un ordine di grandezza, nella prima settimana di settembre erano 129 mila e nell’ultima di ottobre 37,3 mila. Il limitato effetto del green pass obbligatorio a lavoro, nell’incentivare le vaccinazioni, si è visto solo tra la seconda e la terza settimana dello scorso mese, con un leggero aumento delle somministrazioni di prime dosi.

L’obbligo ha però portato a rilasciare una media di 600 mila green pass dopo un test negativo al giorno, contro una media di 300 mila prima dell’entrata in vigore della misura.

Ricapitolando: al momento, ogni giorno in Italia si vaccina ormai meno dello 0,1 per cento degli appartenenti a ogni fascia di età. La fascia che si sta vaccinando di più è quella tra i 12 e 19 anni, seguita da quella tra i 30 e 39 anni e quella tra i 20 e 29 anni.
Anche la situazione sulle terze dosi sta andando meno velocemente di quanto sperato.

Si va a rilento con le terza dose

Come anticipato, ad oggi il 4,1 per cento della popolazione vaccinabile ha ricevuto la terza dose di vaccino. Questa dose non viene somministrata a tutti, bensì solo al personale sanitario, agli immunocompromessi, a chi ha ricevuto il vaccino monodose Johnson & Johnson e alle persone sopra i 60 anni.

In base ai dati a disposizione, analizziamo qual è la situazione nella popolazione over 60, per calcolare in quanti hanno ricevuto la terza dose rispetto a chi può riceverla, avendo ricevuto la seconda dose almeno sei mesi fa.

All’8 novembre sono 5,7 milioni le persone sopra i 60 anni che possono ricevere la dose aggiuntiva, che ad oggi è stata somministrata a 1,6 milioni di persone, pari al 30 per cento. Ad oggi l’ha ricevuta il 25,7 per cento di chi è tra i 60 e i 69 anni, il 20,8 per cento di chi è tra i 70 e i 79 anni, il 35,1 per cento di chi è tra gli 80 e i 90 e il 33 per cento di chi è sopra i 90 anni.
Ci sono grandi differenze tra regioni. In Molise più del 66 per cento degli over 60 che ne hanno diritto ha infatti ricevuto la dose aggiuntiva, mentre in Calabria si è solo al 12 per cento. Se in Piemonte si è al 54 per cento e in Umbria al 47 per cento, in Basilicata si è fermi al 16 per cento e in Sicilia al 17 per cento.

In conclusione

In Italia è stato vaccinato con almeno una dose l’87,5 per cento della popolazione vaccinabile, ma sembra sempre più difficile convincere i rimanenti a farsi vaccinare.

Le prime dosi sono in calo costante e l’obbligo di green pass per lavorare non sembra aver incentivato le vaccinazioni, sebbene abbia portato ad almeno 300 mila test in più al giorno.

Le terze dosi vanno a rilento, con 4 milioni di persone sopra i 60 anni che potrebbero riceverla e che non l’hanno ancora fatto. Alcune regioni, come Molise e Piemonte, si stanno dimostrando molto efficienti, mentre altre, come Calabria e Basilicata, sono ancora indietro.

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